Religioni, pluralismo, democrazia: le attese dei giovani del Mediterraneo – Palermo giovedì 15 e venerdì 16 ottobre 2015

Il convegno è promosso dall'Istituto di Scienze sociali “Nicolò Rezzara” di Vicenza in collaborazione con l'Università degli Studi di Palermo

Foto: Monsignor  Giuseppe Dal Ferro direttore dell'istituto promotore Nicolò Rezzara 

 

Palermo – Le religioni sono causa di conflitto o portatrici di dialogo? Il vero pluralismo religioso è possibile? E qual è, al riguardo, il pensiero dei giovani, delusi dalle risposte offerte loro dal mondo degli adulti e dai Governi?

A questi interrogativi proverà a rispondere il secondo Colloquio del Mediterraneo, intitolato “Religioni, pluralismo, democrazia: le attese dei giovani del Mediterraneo”, promosso dall'Istituto di Scienze sociali “Nicolò Rezzara” di Vicenza, in collaborazione con l'Università di Palermo. «Il nostro Ateneo ha accolto con favore l'iniziativa promossa dall'Istituto “Rezzara” – afferma il rettore Roberto Lagalla -, nella consapevolezza che potrà contribuire ad un'ulteriore riflessione sul dialogo tra le religioni e favorire il pluralismo culturale nelle prospettive delle future ""generazioni».

 

L'appuntamento è per giovedì 15 e venerdì 16 ottobre, nella sala delle Capriate di Palazzo Steri (piazza Marina 61 – Palermo).

Si inizia giovedì 15, alle 16, con i saluti del rettore dell'Università di Palermo, Roberto Lagalla, e delle Autorità civili e religiose. Introdurrà i lavori monsignor Giuseppe Dal Ferro, direttore dell'Istituto vicentino promotore, che afferma: «Solo dal confronto può venire la pace, e le giovani generazioni devono essere protagoniste». La prolusione, dal titolo “Religione ostacolo o contributo alla convivenza democratica?”, sarà a cura di Msgr. Maroun Lahham, vescovo di Amman, ausiliare del Patriarca latino, e di Amer Al Hafi, Academic Advisor dell'Istituto giordano per il dialogo interreligioso (Royal Institute for Inter-Faith Studies).

Seguiranno gli interventi di: Emile Katti, medico-chirurgo, direttore dell'ospedale Al-Rajaa di Aleppo (Siria); Abdo Badwi, dell'Università maronita Saint Esprit di Beirut USEK (Libano); l'imam algerino Kamel Layachi, responsabile del Dipartimento dialogo interreligioso e formazione del C.R.I.I. (Consiglio relazioni islamiche italiane); Imen Ben Mohamed, deputata al Parlamento tunisino; Omar Attia El Tabakh, vice-presidente e portavoce del “Comitato Nazionale Libertà e Democrazia per l'Egitto”, rappresentante per l'Italia di International Coalition for Egyptian Abroad (ICEGA).

 

Il secondo giorno sarà più “didattico”, perché coinvolgerà i giovani (appartenenti a varie associazioni, religiose e non) che, attraverso gruppi di studio, hanno lavorato tutto l'anno, per poter aggiungere contributi significativi alla discussione.

Alle 9, sempre a Palazzo Steri, ci sarà la lezione introduttiva di Francesco Viola, dell'Università palermitana, su “Spazio pubblico delle religioni in una democrazia”. I ragazzi, poi, saranno suddivisi in tre gruppi, ciascuno dei quali dovrà approfondire un tema, introdotto da due voci guida. Il primo panel, “Religioni, speranze e valori per i giovani”, sarà condotto dal vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, e dalla giornalista italo-siriana Asmae Dachan; il secondo sarà dedicato a “Laicità e pluralismo culturale nelle prospettive giovanili per la convivenza”, condotto da Isabel Trujillo, dell'Università di Palermo, e dal ricercatore italo-bosniaco, Semso Osmanovic. Infine, “Democrazia: quale futuro? sarà appannaggio di Antonio La Spina della Luiss “Guido Carli” di Roma, e di Imen Ben Mohamed, deputato al Parlamento tunisino. L'ultima ora (12.30-13.30), i gruppi si ritroveranno insieme per confrontarsi e dibattere.

 

«Il primo Colloquio della Cattedra siciliana si svolse nell'ottobre 2013, nell'Università di Palermo (tema: “La cultura del Mediterraneo dopo il Trattato di Barcellona”) – spiega monsignor Dal Ferro -. L'input fu il documento di Barcellona, firmato nel 1995 dagli Stati rivieraschi, che sanciva l'impegno di fare del Mediterraneo uno spazio comune di pace, stabilità, prosperità e libero scambio, attraverso il rafforzamento del dialogo politico e sulla sicurezza, la cooperazione economica e finanziaria, e quella sociale e culturale. Nel 2011, poi, ci furono le primavere arabe, che evidenziarono le speranze dei giovani. Decidemmo, perciò, di lavorare sull'idea di un Mediterraneo “ponte” di pace e di dialogo fra i continenti. Cominciammo, così, ad intrecciare rapporti con alcune élites culturali di Paesi diversi, mediterranei ed europei, allo scopo di elaborare un pensiero socio-politico comune, orientato a finalità di convivenza pacifica e di collaborazione. Purtroppo, negli ultimi due anni la situazione è precipitata. Attorno al cosiddetto Mare Nostrum, risuonano venti di guerra e massacri inauditi. Ciò chiede di rafforzare il progetto, riflettendo su uno dei temi problematici, ovvero il ruolo della politica e delle religioni, con un occhio di riguardo al Medio Oriente, per secoli caratterizzato dalla convivenza pluralistica, e oggi totalmente destabilizzato da conflitti di cui non si vede la fine. Per questo, attorno al tavolo, il 15 ottobre, siederanno esponenti di alcuni dei Paesi in questo momento maggiormente afflitti da atroci conflittualità».

 

I “Colloqui del Mediterraneo” prendono ispirazione dall'iniziativa di Giorgio La Pira degli anni Sessanta, che aveva come obiettivo ricercare le comuni radici culturali tra i popoli del Mediterraneo. L'Istituto Rezzara di Vicenza, da cinquant'anni impegnato nello studio dei problemi internazionali, li ha “reinterpretati”, ideando delle “Cattedre” per porsi in ascolto e dialogo con i Paesi del Mediterraneo (Cattedra di Agrigento-Palermo) e dei Balcani (Cattedra di Bari), e costruire assieme un futuro di pace per le giovani generazioni.

Il progetto, promosso congiuntamente con l’Associazione culturale laici nella Chiesa e cristiani nella società, ha il supporto di: Università degli Studi di Palermo, mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, Centro P. Arrupe, Istituto internazionale Toniolo dell'ACI, Centro italiano femminile (Cif), Croce Rossa sicula, Caritas di Agrigento, il patrocinio del Consorzio internazionale universitario IUIES, fondato nel 2000 tra nove università italiane e università dei Paesi dell'Est europeo.

PROFILI BIOGRAFICI DEI RELATORI

partecipanti al 2° Colloquio del Mediterraneo, intitolato “Religioni, pluralismo, democrazia: le attese dei giovani del Mediterraneo”, che si svolgerà giovedì 15 e venerdì 16 ottobre, nella Sala delle Capriate – Palazzo Steri (piazza Marina 61 – Palermo)

Un progetto dell'Istituto di Scienze sociali “Nicolò Rezzara” di Vicenza, in collaborazione con l'Università degli Studi di Palermo

 

Maroun Elias Nimeh Lahham (Irbid, 20 luglio 1948) è un arcivescovo cattolico giordano. Ordinato sacerdote il 24 giugno 1972, è stato rettore del seminario patriarcale latino di Beit Jala, presso Gerusalemme. L'8 settembre 2005 è stato eletto vescovo di Tunisi e, il successivo 2 ottobre, ha ricevuto, nella chiesa del seminario di Beit Jala, la consacrazione episcopale, dalle mani del patriarca di Gerusalemme dei Latini, Michel Sabbah. Il 30 ottobre 2005 ha fatto il suo ingresso a Tunisi. Il 22 maggio 2010, papa Benedetto XVI ha elevato la diocesi di Tunisi ad arcidiocesi, perciò il vescovo Lahham è stato innalzato alla dignità arcivescovile. Il 19 gennaio 2012 è stato trasferito in Giordania, alla sede titolare vescovile di Medaba, mantenendo il titolo di arcivescovo, e nominato all'ufficio di vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini, con l'incarico di vicario patriarcale per la Giordania.

 

Amer Al Hafi è Academy Advisor dell'Istituto giordano per il dialogo interreligioso (Royal Institute for Inter-Faith Studies). RIIFS è stato fondato ad Amman, in Giordania, nel 1994, sotto l'Alto Patronato del principe El Hassan bin Talal. RIIFS è un'organizzazione non governativa, non profit, che promuove lo studio interdisciplinare delle tematiche interculturali e interreligiose, allo scopo di disinnescare le tensioni e promuovere la pace, regionale e globale.

 

Emile Katti, medico-chirugo, è direttore generale dell'ospedale Al-Rajaa ("La Speranza”) di Aleppo (Siria), dei frati francescani della Custodia di Terra Santa, riconosciuto e regolamentato dal Ministero della salute siriano. Nonostante la situazione drammatica a causa del conflitto in corso, e nonostante i tagli sempre più pesanti alla fornitura elettrica, circa un centinaio di persone, fra medici, infermieri e personale paramedico, continuano il loro lavoro, fornendo un servizio decisivo alla popolazione. Già console onorario per la Polonia in Siria, il dottor Katti nel 2013 è stato decorato per il servizio eccezionale di aiuto ai polacchi in Siria.

 

Abdo Badwi è direttore del Dipartimento di Scienze siro-antiocheno, dell'Università maronita Saint Esprit di Kaslik, USEK , in Beirut (Libano). Si tratta di un istituto cattolico privato, riconosciuto dallo Stato, fondato nel 1938 dai monaci maroniti, la cui missione da secoli è l'insegnamento. Oltre alla missione educativa, USEK è impegnata nella conservazione e promozione del patrimonio culturale maronita e nella creazione di una cultura del rispetto dell'altro.

 

L'ISTITUTO REZZARA

Ente promotore e organizzatore, in collaborazione con l'Università degli Studi di Palermo, del 2° Colloquio del Mediterraneo, intitolato “Religioni, pluralismo, democrazia: le attese dei giovani del Mediterraneo”, che si svolgerà giovedì 15 e venerdì 16 ottobre, nella Sala delle Capriate – Palazzo Steri (piazza Marina 61 – Palermo)

 

L’Istituto “Nicolò Rezzara” di Vicenza promuove indagini sociologiche, ricerche fra studiosi, convegni e seminari di studio, bienni di formazione, corsi di aggiornamento, dibattiti e corsi di base, ritenendo indispensabile per l’elaborazione culturale questa circolarità di interventi culturali. In tale lavoro, è impegnato con iniziative continuative nel tempo. La sua attività si sviluppa su diversi livelli: ricerca, puntualmente edita; formazione dei formatori; “aggiornamento” per diplomati e laureati; “educazione permanente”; dibattito pubblico. I programmi di studio si radicano sui filoni pluriennali promossi appunto attraverso ricerche, seminari di studio, convegni di dibattito e di verifica. Essi riguardano gli ambiti dei problemi internazionali e il futuro dell’Europa: vita di relazione e rapporti con l’ambiente; cultura e culture; comunicazione sociale; cultura antropologica, memoria collettiva e civiltà veneta; indagini sociologiche, conoscitive sulla terza età e confronti con i giovani; pedagogia e didattica per adulti.

 

 

 

 

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