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I “MALANOVA” GRUPPO DI MUSICA FOLKLORISTICA SICILIANA, ci hanno detto……

Il panorama artistico – musicale della nostra amata terra si tinge, spesso, di colori e sapori che sanno di nuovo e di antico allo stesso tempo grazie all’impegno profuso dai molti Artisti che fanno arte, spettacolo, musica e cultura solo e soltanto per amore dell’Arte, dello Spettacolo, della Musica e della Cultura stessi.

È questo, a nostro avviso il “modus vivendi” dei “Malanova” gruppo folkloristico siciliano che ha saputo affermarsi  grazie al loro stile “popolare” e “geniale” allo stesso tempo.

Abbiamo posto alcune domande a parte dei componenti del gruppo, Sabina Maiorana, Pietro Mendolia, Giovanni Ragno, Gabriella Fugazzotto, Davide Campagna, Marcello Ulfo, Gemino Calà Scaglitta.

In primis abbiamo scelto questo nome per sfatare un luogo comune, perché la parola “malanova” indica solitamente “cattive nuove”, ma spesso la si usa quale espressione di meraviglia, ed è così che noi la vogliamo intendere. Inoltre, “Malanova”, per noi, è un progetto che  tende a coniugare impegno sociale e culturale con la salvaguardia del dialetto del nostro luogo di origine (la valle del Mela nel messinese) e degli strumenti della musica popolare siciliana. Tutte le canzoni da noi realizzate hanno, difatti, testi rigorosamente in dialetto, che riteniamo essere molto musicale. Del dialetto, poi, essendo la nostra lingua madre, abbiamo una naturale padronanza e poiché è alla nostra gente che ci rivolgiamo, principalmente, quando cantiamo, non potevamo che farlo nella nostra lingua.

Ci siamo messi insieme nel 2001 prendendo parte a numerose rassegne di musica etnica, folk, popolare nelle quali ci siamo sempre distinti per l’utilizzo di strumenti della musica popolare e voci.  Ci piace ricordare il primo premio al folk festival Emigrantimmigrati – Mediterraneo Sonoro [1] della Città di Paola, il primo premio al Festival di Musica Popolare Terre in Moto [2] di Apice Vecchia (BN), quello alla Rassegna di Musica Etnica e Popolare “Premio Rosa Balistreri”  di  San Giovanni La Punta (CT) con la speciale menzione: “Per aver rinnovato la musica siciliana”.  

Abbiamo preso parte  a “Etnitalia” programma di Radio Vaticana, dedicato alle lingue dialettali d’Italia. Nel 2007 Michael Pergolani e Renato Marengo ci hanno invitato in Roma – Saxa Rubra, negli studi di RADIO UNO RAI e hanno dedicato al gruppo uno Speciale del programma DEMO [3], a seguito del quale Malanova è stato uno dei dieci gruppi finalisti del Demofest 2007 [4] di Lamezia Terme.

Nel 2010, siamo stati al Teatro del Casinò di Sanremo, invitati, assieme ad altre otto realtà musicali di altrettante regioni d’Italia, a partecipare a Sanremo Millecolori – Prima Rassegna della canzone nelle lingue regionali d’Italia [5]”, evento collaterale al 60° Festival della canzone italiana, trasmesso in diretta da Radio Sanremo e dai canali tv di SKY.  Nello stesso anno vincendo il concorso “Suonare a Folkest”  siamo stati invitati a partecipare in Spilimbergo (PD) a “Folkest”, al quale hanno preso parte, tra gli altri, i Simple Minds, gli Inti Illimani, Cristiano De Andrè, Riccardo Tesi.

Altre belle esperienze maturate sono state quella di Macerata, presso il Teatro della Società Filarmonico Drammatica ove abbiamo presentato le nostre canzoni dialettali nell’ambito del festival nazionale di Musica Popolare “Musicultura [6] e quella di Bova Marina nell’ambito del festival di musiche dal mondo della Calabria Grecanica Paleariza [7]. Stupende occasioni di incontro sono poi state Castel Raniero Folk Festival – Musica nelle Aie [8] di Faenza e la  “III Rassegna di Musiche Popolari del Sud” di Capriglia Irpina (AV). Nel maggio 2012 la nuova musica etnica siciliana di Malanova è atterrata nel Regno Unito: il gruppo è stato invitato dall'Italian Cultural Institute in London [9] ad eseguire le proprie canzoni presso l'Istituto per un evento che ha visto, tra gli altri, la partnership del British Museum. Abbiamo preso parte alla XVI° Carovana Internazionale Antimafie, promossa da Arci, Libera [10] e Avviso Pubblico, (che ha fatto  per la prima volta a Furnari (ME) per promuovere tra i ragazzi delle scuole la legalità, la tutela dell’ambiente e sensibilizzare il territorio sul fenomeno mafioso) e abbiamo aperto, con la canzone “Bona sorti” (dedicata a Graziella), la manifestazione per il 27esimo anniversario dell’omicidio di Graziella Campagna [11], dal  tema “L’impegno oltre l’indifferenza”.  L’ultima bella notizia è stata la vittoria, l’anno scorso, a “Folkontest”, storico concorso di musica folk, tradizionale, etnica di Casale Monferrato (AL).

La musica per noi ha sempre rappresentato un mezzo e non un fine. Ce ne serviamo per raccontare storie che traggono spunto dalla vita di tutti i giorni o da antiche leggende e racconti della tradizione popolare siciliana. Vogliamo, con esse, raccontare la nostra gente, nella “parlata“ del posto dove siamo nati, col proposito di mantenere vivo, soprattutto nei nostri ragazzi, l’interesse per la terra di origine. L’idea di partenza è stata di proporre musiche e canti completamente inediti, di nuova composizione, che avessero il fattor comune del dialetto siciliano e degli strumenti musicali della nostra tradizione popolare. Con le nostre canzoni vogliamo interessare soprattutto i giovani perché solo loro, che hanno sogni bellissimi e limpidi i pensieri, se lo vorranno, potranno cambiare il destino di questa martoriata terra e restituirle l’antico splendore. La nostra scelta, coraggiosa per certi versi, continua a piacerci. Quanto al resto, ci lasciamo guidare dall’istinto e dalla passione per le cose che facciamo.

Giovanni Chiara, (scrittore – premio letterario Bagutta) parlando del nostro gruppo ha detto: “Il ponte sullo Stretto di Messina esiste già, e ha un nome: si chiama Malanova. I Malanova fanno musica e la loro musica è il ponte. In un’isola dove un certo stereotipo dell’atavismo ha voluto i siciliani costretti con lo sguardo per terra, questi musicisti hanno trovato le ragioni che li fanno guardare in alto e oltre.” Questa affermazione rappresenta per noi un bell’attestato di stima, il segno che stiamo andando nella giusta direzione. La musica, come il teatro, la letteratura, la poesia, le arti figurative, ha una grande forza comunicativa. Cerchiamo di condensare nei nostri brani messaggi di solidarietà, di pace, di fratellanza, ma anche di rabbia per le cose ingiuste che accadono ogni giorno e di speranza… che le cose possano cambiare. Folklore o cultura? Rispondiamo ancora con le parole di Giovanni Chiara: “Gli spazi isolani della musica emergono rivisitati da un  pudore che parla di appartenenza che non vuole essere gabbia, evidenziando consapevolezza etnica e non, come purtroppo spesso accade, scontato colore folcloristico”.  Cultura è una parola troppo grossa per noi che – come recitiamo in “A vulpi e u mulu” – veniamo dalla campagna. Ma se il professore dell’università ci scrive che sta realizzando un libro dedicato, tra l’altro, all’analisi testuale delle nostre canzoni e l’universitaria ci contatta perché intende presentarsi per la laurea con una tesi su Malanova,  beh … qualche dubbio cominciamo a porcelo.

Ogni volta che ci viene chiesto di quanti elementi si compone il gruppo… beh, questa è una domanda che ci mette in crisi, alla quale non sappiamo davvero rispondere. Malanova è un progetto di condivisione talmente ampio che la musica non rappresenta che una parte di esso. La cosiddetta “formazione musicale” risulta essere estremamente mutevole nella sua composizione, muta, cioè, al mutare delle situazioni personali, lavorative, affettive, di ciascuno dei ragazzi che ne fanno parte, i quali, anche se a volte “partono” per le destinazioni più diverse, non lasciano mai definitivamente il gruppo e vi fanno ritorno, ogni volta che possono, per continuare a “camminare” insieme al resto della compagnia. Così alla originaria domanda ci viene da dire: Pietro, Federico, Massimo, Saba, Peppe, Pietro, Giancarlo, Marco, Nino, Givanni, Gabriella, Stefano, Nunziatina, Davide, Francesco, Rio, Paolo, Cosimo, Pasquale, Gemino, Nino, Marcello. E ti possiamo assicurare che questa cosa è davvero molto bella!

Nel 2008 abbiamo realizzato in nostro primo disco di musiche originali dal titolo: Non iàbbu e non maravìgghia [12] con l’etichetta musicale toscana  RadiciMusic [13].  Raccontando le nostre piccole storie di vita quotidiana, accanto a strumenti tradizionali quali u friscalèttu, a ciarameddà, u tammùru, abbiamo suonato strumenti classici quali il violino, il contrabbasso,  il flauto traverso o altri come la fisarmonica, la chitarra, il basso e anche strumenti della tradizione popolare di altri parti del mondo quali il djèmbè, il laùd, la chitarra battente, il bouzouky ed altri ancora. Tutto rigorosamente acustico. La copertina del disco è un’opera del pittore ferrarese Gianluigi Serravalli. [14]  Il disco è stato recensito favorevolmente dalle più autorevoli riviste di musica etnica folk e popolare nazionali ed internazionali (Folk Bulletin, Musica & Dischi, Ferro e Tabacco,  – Italia,  FolkWorld – Germania, Trad Magazine – Francia, Lira – Svezia, Taplas – Gran Bretagna, Le Canard Folk – Belgio, Sing Out – Stati Uniti), ricevendo il premio musicale  “Bravòs” dalla rivista francese Trad Magazine, il premio musicale  “Lira Gillar” dalla rivista svedese Lira, il “gradimento quattro stelle” dal giornale svedese Norran. È stato indicato quale  “disco consigliato giugno 2010” dalla rivista italiana Blogfoolk. Inoltre la rivista musicale svedese Lira lo ha inserito nella lista dei cinque più grandi eventi musicali del 2010.

 

Nel 2011 – sempre sotto l’egida dell’etichetta toscana RadiciMusic – abbiamo realizzato il secondo disco di canzoni inedite del gruppo.  Il progetto discografico, che proseguiva idealmente il percorso a suo tempo intrapreso con “Non iàbbu e non maravìgghia”,  ha preso spunto dai racconti della “vita di paese”.  Il disco ha titolo A tèsta o giòcu [15] ed è una sorta di concept album.  Tredici canzoni ed un racconto che ruotano attorno ad un unico tema: “U paìsi” (il paesino, per l’appunto) con le sue tragicomiche vicende, gli accadimenti quotidiani, i fatti, i personaggi… ma anche  i racconti (veri o inventati) e i luoghi comuni, i modi di dire, i proverbi….. Le ballate sono legate una all’altra dalle “storie a margine” (tredici, una per ogni canzone), realizzate appositamente per il disco dal Premio Letterario Bagutta [16], lo scrittore  Giovanni Chiara [17].  Al progetto hanno partecipato attivamente anche poeti dialettali, cantastorie, musicisti ed attori di teatro. La copertina, anch’essa realizzata appositamente per il disco, è opera di Marco Soldi [18], disegnatore di fumetti, tra i quali Julia e Dylan Dog. Anche questo secondo disco è stato accolto favorevolmente dalle più autorevoli riviste di musica etnica, folk e popolare (L’Isola della Musica Italiana, Blogfoolk, Folk Bulletin, Lineatrad – Italia) ed  è stato classificato “secondo miglior disco etno-folk dell’anno 2011” al Premio Italiano Musica Popolare Indipendente [19] indetto dal M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza.

Inoltre, nostri brani hanno preso parte a compilation di musica tradizionale ( “Uno straordinario raccolto [20], prima compilation ufficiale del Festival “Musica nelle Aie” di Faenza e Aie d’Italia [21]  compilation ufficiale del M.E.I.  Meeting Etichette Indipendenti [22] ), abbiamo composto musiche per il teatro (“Casina” di T.M. Plauto, “L’Avaro” di Molière “A Giàrra” di L. Pirandello) per rievocazioni storiche (A Maschira [23] , la meravigliosa pantomima del piccolo borgo di Cattafi) per documentari (“Grazie a Dio Stiamo Bene”, cortometraggio sulla condizione dei siciliani d’Australia realizzato dalla Filmaker inglese Clare James, e per il video “Picture Book of Sicily” dell’artista newyorkese Karen J. La Rosa).

Al momento siamo impegnati nella realizzazione di due video delle nostre canzoni. 

Abbiamo da poco cominciato a registrare un nuovo disco. Tratterà di undici tradizioni/storie/leggende della nostra terra per le quali abbiamo scritto altrettante canzoni.  Sarà caratterizzato da suoni tradizionali nella accezione migliore del termine (useremo, tra l'altro, ciaramelle, zampogne a paro, friscaletti di canna etc…). Le canzoni godranno di una contaminazione musicale ampia. Ci accompagneranno, difatti, in questo nuovo viaggio, amici musicisti da ogni parte d’Italia. Inoltre il disco vedrà la partecipazione anche di artisti del disegno e della pittura. Un progetto che vedrà la luce, speriamo, nella prossima primavera.

Partiremo, a breve, per la Francia ove siamo stati invitati a partecipare alla 43^ edizione del “Festival Interceltique de Lorient”. La nostra piccola tournée toccherà altri posti d’Italia e di Francia.