….Molteplici componenti della ragione e dell’inconscio….in ‘Inchiesta su Maria’, il saggio di Corrado Augias e Marco Vannini

'La storia vera della fanciulla che divenne mito'

Nel preambolo dell’"Inchiesta su Maria" Corrado Augias, grande giornalista, scrittore e conduttore televisivo di successo, uomo di pensiero dalla verve polemica fine e accesa si sofferma su un valore: l’amore che s’intreccia nella manifestazione del Credo, al di là, della possibile struttura antropologica e spirituale. Il Credo sconfina cioè nel terreno in cui le regole della logica non valgono più.

Il prof. Marco Vannini che ha condiviso con Augias la stesura del libro sottolineato da una frase inquietante ("la storia vera della fanciulla che divenne mito"), invece, dice: <... è facile capire che la fede, in quanto volontà di Assoluto, è elemento essenziale della ragione stessa>. Poi si scopre a chiusura del capitolo "I tempi, i luoghi", sempre per bocca del prof. Vannini, che la fede <è la conoscenza dello spirito nello spirito>. Posizioni diverse: un bell’esordio: l’inizio di un eccitante confronto fra il maestro della ragione e il mistico sapiente che anima tutte le pagine di un libro affascinante che tante polemiche ha già suscitato sulla conoscenza e l’arricchimento della mente e dell’anima. "Inchiesta su Maria" è un tentativo di delineare una figura che scava nell’inconscio e si esalta sul Credo, dove Marco Vannini (uno dei più eminenti studiosi italiani di mistica e della tradizione spirituale cristiana) controbatte, con scienza, coscienza e sapienza, punto per punto le tesi "laiche" se non "atee" di Augias. Nasce, così, un confronto che sfiora l’Arte della comunicazione, strutturato in punta di penna con lo stimolo culturale sconfinato dei due autori.

Altra voce, il "Marialis cultus" dice: <... la Vergine Maria è stata sempre proposta dalla Chiesa alla imitazione dei fedeli non precisamente per il tipo di vita che condusse e, tanto meno, per l'ambiente socioculturale in cui essa si svolse, oggi quasi dappertutto superato; ma perché, nella sua condizione concreta di vita, ella aderì totalmente e responsabilmente alla volontà di Dio; perché ne accolse la parola e la mise in pratica; perché la sua azione fu animata dalla carità e dallo spirito di servizio; perché, insomma, fu la prima e la più perfetta discepola di Cristo: il che ha un valore esemplare, universale e permanente>.

Ce n’è abbastanza per alimentare il confronto fra "non credenti" e "credenti", specie se "innamorati di Maria" che in questo libro viene analizzata al microscopio della psiche della storia e della fede.
Affascinante e un po’ crudo è, ad esempio, il capitolo sulla Verginità di Maria: ci si sofferma su particolari per così dire fisiologici e anatomici, mestruali e d’imene violato, ma è solo sottintesa la figura di Maria Vergine come "Creatura-prima" tanto da essere definita anche "Madre di Dio", degna quindi non solo nell’immaginario collettivo dei fedeli, ma anche e sopratutto nella radice della sapienza cristiana (che non è cosa da poco), di occupare – per chi la ama – il primo posto in assoluto nella scala dei valori. L’angelo dice a Sara: .
E Sara, avanti negli anni, capì che avrebbe potuto generare. Così anche la "Tutta Pura" può rimanere, in virtù della volontà suprema, eternamente "Immacolata": negare la volontà divina nel concepimento di Gesù, significa negare la divinità del Cristo.

Si arriva, poi, a ragionare anche sull’età della Vergine Santa: Augias giustamente fa notare <è più giovane, quasi una ragazza, come del resto è giovane la Madonna scolpita da Michelangelo per la sua Pietà, più giovane del figlio morto che sorregge>. Questo perché, forse, Maria comincia il suo cammino di donna eterna, senza età così come appare sempre ai veggenti di Lourdes, di Fatima, di Parigi, dove è costantemente giovane e bella: di una bellezza sublime, inenarrabile, inimmaginabile. Dell’interessantissima dialettica sviluppatasi fra Augias e il prof. Vannini sul tema dei dogmi (ai lettori del libro il piacere di documentarsi) due citazioni profondamente affascinano credenti e non credenti: la parabola attribuita a Efrem il Siro, il cosiddetto "Sermo de margarita" dove si traccia il paragone fra la nascita di Gesù e quella della perla in una conchiglia (da gustare in tutta la sua bellezza) e il brano di Germano di Costantinopoli che, come dice Vannini, bene focalizza ‘l’ attività di mediatrice in cielo di Maria’.

Ma è nell’accenno all’adultera che va lapidata che emerge (non nel libro) un interrogativo da sempre al centro del dibattito sapienziale: Gesù ascolta la provocazione dei miscredenti scrivendo

. Poi sappiamo come andarono le cose: . E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Non sono il primo e il solo a interrogarmi su cosa scrivesse Gesù sulla nuda terra: da secoli teologi e laici dibattono questo tema. Comunque emerge nella mia mente (non nel libro) un’idea: forse Gesù scriveva i segni della "nuova legge", quella rivoluzionaria del perdono e del Verbo nuovo, appunto, che lui incarnava.

Arrivati al capitolo, forse più eccitante, quello dedicato alla "Grande Madre", l’autore si sofferma sulle molteplici componenti della ragione e dell’inconscio. Dall’archetipo, al rapporto del mito con la religione, ai modelli femminili nelle religioni pagane su cui si plasmano quelli cristiani o viceversa (vedi il sincretismo fra credo cristiano e paganesimo delle regioni dell’America Latina), alla dimensione e alla statura di Maria che come Grande Madre racchiude in sé un’immagine e soprattutto una sostanza universali. Così come, sempre il prof. Vannini, parlando dell’Apocalisse dice di una donna (Maria) . Siamo di fronte ad una realtà androginica sacra di prevalente natura femminile.
Figura eccezionale del tutto originale quella della Madre di Dio su cui si confrontano le altre religioni monoteiste: . Scrive Corrado Maggioni smm.

L’inchiesta di Augias arriva, quindi, ad affrontare un capitolo delicato della fede: le Apparizioni con i "messaggi" connessi, spesso di una banalità sconvolgente – dice Augias – come quelli di Medjugorje (quell’apparizione è definita "presunta" dalla Chiesa perché ) che sarebbero e che trovano accoglienza nelle strutture ecclesiastiche che, a volte, le accettano, le agevolano e le promuovono. Gli fa eco Marco Vannini: . Vannini così prosegue: . Germoglia, quindi, nel profondo un simbolo (quello di Maria) che è più di un simbolo, è una figura strutturata nella psiche… nell’anima che matura nella fede la sua dimensione sublime e suprema. Augias, però, polemizza sul misticismo: sarebbe . Più che una condizione, quindi, (anche in chiave psicanalitica) una vera e propria realtà oggettiva (non solo simbolica) della psiche e anche dell’anima.
E, poi, Maria nella poesia, nella musica, nel cinema e ultimo capitolo "Una madre d’amore voluta dal popolo", tesi sostenuta da Corrado Augias, alla quale controbatte Marco Vannini, rammentando anche il "Faust" di Goethe: il capolavoro del grande germanico si conclude, infatti, con una invocazione alla Vergine e Madre in cui il poeta ricorda, ben consapevole, che il ‘femminile è la Grazia’.

Una iniezione di esoterismo si rintraccia quando il prof. Marco Vannini dice che il Vangelo di Giovanni, si presenta sempre con diversi livelli di possibile comprensione, mentre Augias nel presentare il capitolo dedicato a quel vangelo dice: . Ora una chicca, rintracciata negli scritti del cardinale Carlo Maria Martini che parla del Vangelo di Giovanni: . Un concetto rivoluzionario: si parla di terzo ciclo (non livello, comunque) che fa però pensare a una sorta di scala delle conoscenze e della sapienza. Il brano è tratto dalle lezioni-meditazioni rivolte a un gruppo di sacerdoti riuniti in esercizi spirituali. Con lievi adattamenti, i testi sono stati pubblicati in un volumetto: Carlo Maria Martini "Il Vangelo secondo Giovanni", edizione Borla, Roma, 1981. Parole, quelle dell’illuminato e amato cardinale, che riportano alla mente i riti d’iniziazione. Riti che si perdono nella memoria dell’uomo in cui la Sapienza cristiana s’innesta con tutta la sua bellezza e tutta la sua conoscenza. I cicli del "sapere" si concludono con la perfezione acquisita. Basti pensare alle tribù senegalesi dove esiste e opera una misteriosa "Società delle maschere" che regola l’accesso nel contesto sociale del giovane una volta raggiunta l’età e, con l’età, superate le prove rituali. Giunto alla maturità e apprese le realtà della natura, dovrà indossare la maschera di legno nero che sarà il suo volto di uomo-nuovo (o celerà il nuovo volto nato nel corso del tempo e fatto proprio dal rito?: chissà). Una realtà nobilitata anche dai versi di un amato poeta Léopold Sédar Senghor, già presidente del Senegal, formatosi nelle scuole cattoliche, padre della négritude (movimento etnico-culturale d’identificazione razziale) che ha trovato il suo momento creativo più nobile, esaltando la bellezza delle gazzelle della savana (le donne africane): immagine poetica da associare (forse con un pizzico di violenza semantico-strutturale) all’eleganza e al fascino delle prime Madonne nere.

Infine a pagina 208 un accenno importante del prof. Vannini sulla figura della Madonna che pure è materia di dibattito per la possibile, netta affermazione di certa teologia mariana. E cioè l’identificazione della Vergine Santa con la Sapienza (la Sophia, essenza di natura femminile anch’essa). Un tema caro anche a uno scienziato laico come Carl Gustav Jung (il padre della psicologia del profondo) che nel suo ultimo libro "Risposta a Giobbe" dice: . Nel Libro dei Proverbi dell’Antico Testamento si legge della Sophia: . É una figura presente già alla creazione, coeterna al Creatore (secondo Vannini), fatta propria anche dal grande psicanalista svizzero che la identifica con la Vergine Maria, sposa e tempio dello Spirito Santo. Maria, quindi, Assoluta e Sacra che solo la fede e l’amore possono comprendere in tutta la sua dolce, infinita, intensa presenza nell’animo di cattolici e ortodossi che ne esaltano con la preghiera l’immagine sublime al di là del pensiero, del sapere e della conoscenza.
É il segno che, come recita una frase scolpita sull’architrave del portale della casa di Zurigo di Jung: E con Lui, Maria: la Madre che lo accompagna nel Suo peregrinare nei cuori, nella mente e nelle anime degli uomini.

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