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Padel, lo sport che rilancia l’economia

Roma, 14 marzo 2023 – Credo di essere tra le poche persone in Italia a non aver mai giocato a padel, tuttavia è un mondo che mi incuriosisce per la sua crescita travolgete e per l’entusiasmo che genera in chi lo pratica. Colgo l’occasione per capirne un po’ di più visitando il Pix Padel X-Perience, la tre giorni organizzata a Roma negli spazi della Fiera. Oltre ai campi da gioco ci sono molti espositori. E vedendoli la mia attenzione cambia: se inizialmente avrei voluto comprendere le regole del gioco e guardare qualche partita per avere argomenti in più di conversazione con gli amici che lo praticano, rapidamente vengo attratta dalla moltitudine di stimoli che provengono dagli stand. Lascio gli intramontabili Di Canio e Marcheggiani, i due ex calciatori, disputare il mini torneo e mi avventuro alla scoperta del mondo del padel.

Ciò che accomuna quasi tutti gli espositori è la giovane età aziendale e la comprensione del fenomeno in grande crescita del padel.

NUOVI RAMI D’AZIENDA

Inizio con il settore per me meno ostico e cioè l’abbigliamento. Mi soffermo su una ditta di Barletta che, già presente nel settore dei tessuti a maglia, ha visto nel padel l’occasione di avviare uno spin off aziendale dedicato all’abbigliamento sportivo. “Ci siamo concentrati sullo sviluppo di materiali traspiranti, anti odore e non aderenti per agevolare l’esperienza del gioco – spiegano i fondatori di X 3 por tres-. Questi tessuti sono made in Italy, ideati e realizzati in Italia. Oltre a quello per il gioco, il pubblico chiede abbigliamento street ispirato al padel e abbiamo iniziato a creare anche questa linea”.

Quando vi siete avvicinati a questo mondo?

Da poco, circa due anni.

Perché proprio il padel?

Perché è uno sport che offre molte opportunità, coinvolge donne, uomini, giovani, adulti e di conseguenza vari tipi di abbigliamento. Nello specifico il nostro interesse è stato stimolato dal fatto che si tratta di uno sport che genera attenzione allo stile, nel senso che “viene praticato con un certo stile”.

PAROLA D’ORDINE: INNOVAZIONE

Si è lanciata nel settore anche la bresciana Floky Sokcs, una start up innovativa che – partendo dall’esperienza che i fondatori avevano acquisito nel settore delle calze- nel 2018 ha iniziato una riconversione verso la biomeccanica. “La biomeccanica riguarda la prevenzione degli infortuni. Applicata alle calze sportive aumenta le performance degli atleti perché previene l’infiammazione del tendine. Dalle calze ci siamo allargati anche alla produzione di manicotti e di shorts aderenti. In pratica l’esoscheletro esterno applicato al tessuto stabilizza le vibrazioni senza comprimere l’arto, inoltre non ci sono cuciture e i filamenti sono ottenuti dal riciclo della plastica”.

Lei gioca a padel?

Io personalmente no. Ma la nostra azienda ha un team che in questo momento sta partecipando al torneo della Fiera.

Perché siete qui?

Nasciamo nel settore del running, ma le applicazioni bio meccaniche – supervisionate dal Prof. Mauro Testa del Politecnico di Torino- sono trasversali a tutti gli sport.

Quando avete lanciato il primo prodotto?

La sperimentazione è iniziata nel 2018 e siamo stati pronti per il mercato nel 2020, il peggior momento della storia per avviare la commercializzazione di un nuovo prodotto ma le cose sono andate bene.

L’innovazione riguarda anche le racchette da gioco, realizzate in fibra di vetro, fibra di vetro e carbonio e carbonio 3, 12 e 18 k.

Con quale tipo di racchetta si inizia?

Dipende dal budget. Noi proponiamo ai clienti di individuare con il tempo la racchetta più adatta, l’esperienza di gioco è diversa da individuo ad individuo.

Ne parlo con Quick Sand, un’azienda di Grosseto specializzata nell’abbigliamento e nelle forniture del beach tennis e che da circa due anni si è avvicinata al mondo padel.

Abbiamo brevettato una foratura laterale della racchetta che diminuisce le vibrazioni e migliora le performance”.

A cosa attribuisce il successo del padel?

Il padel è esploso durante il Covid perché era uno dei pochi sport di gruppo ma non di contatto che si poteva praticare all’aperto. Molti ex sportivi professionisti lo hanno reso famoso, penso ad esempio agli ex calciatori di serie A che praticano il padel. Altro fattore che ne ha decretato il successo è che è uno sport di condivisione dal vivo – si gioca in gruppo ed è anche misto- e si presta molto alle dinamiche “esibizioniste” dei social. Ma il fattore decisivo è stato che molti sono stati disposti a riconvertire i propri impianti, a fare un investimento per rilanciare la propria attività.

AGGREGAZIONE A QUALSIASI LIVELLO

Sulle dinamiche aggregative si è concentrata anche la Padel ranking di Simone Gallace (Anzio), una app che genera classifiche basate sui punteggi dei giocatori e sul contributo che ciascun offre al proprio gruppo per vincere le partite.

Quando ha iniziato a sviluppare l’algoritmo della sua app?

In piena pandemia.

Perché si è concentrato sul padel?

Perché il padel è aggregativo. In questo senso non esiste nessuno sport come il padel. Persone che non hanno mai fatto sport iniziano a giocare a padel per stare insieme, darsi appuntamenti settimanali, divertirsi. Si tratta di un gioco adatto a tutti; poi certo i migliori diventano professionisti. Non è uno sport elitario e il fatto che servano solo 4 persone per giocare lo rende molto più semplice da organizzare. Pensi a quanto è difficile metter su una partita di calcetto, servono almeno due squadre da 5 persone.

RICONVERSIONI, INVESTIMENTI, AMPLIAMENTI DELL’OFFERTA

Gli ultimi con cui parlo sono i marchigiani di Italia team Padel, leader nell’installazione di campi da gioco.

Noi eravamo pronti fina dal 2015, quando abbiamo installato il primo campo in occasione degli internazionali di tennis a Roma”.

Perché si diffonde tanto questo sport?

Parlano i numeri. Un campo di tennis corrisponde a 2 o 3 campi di padel. Una partita di tennis corrisponde a circa 20 euro. Ma se contemporaneamente ho tre campi di padel occupati, in base al numero dei giocatori (se due o quattro) si arriva a 120 euro. Lo stesso discorso potrei farlo per i campi di calcetto. È chiaro che per un centro sportivo avere uno o due campi di padel rappresenta una entrata maggiore oltre che una diversificazione dell’offerta.

Quali sono i tempi per allestire un campo?

In un mese siamo pronti. Alcune volte i clienti chiedono tempi molto inferiori perché fremono per iniziare, e si potrebbe anche fare in meno tempo, ma tutto dipende dai tempi di autorizzazione necessari alla posa del massetto in cemento che è la caratteristica del campo di padel. Entriamo quindi nei tempi della pubblica amministrazione. Su questo noi non possiamo fare nulla.

Foto: ufficio stampa Pix Padel X-Perience; Marta Tersigni