#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità: Nicola Ruffo

All'interno di un progetto avviato dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, gli studenti crotonesi ricordano il coraggioso ferroviere Nicola Ruffo assassinato a Bari da una potente organizzazione criminale della Sacra Corona Unita.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, presieduto dal prof. Romano Pesavento, nell’ambito del progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità, ricorda il ferroviere Nicola Ruffo, assassinato dal clan Parisi, potente organizzazione criminale della Sacra Corona Unita, mentre era in corso una rapina in una tabaccheria di Bari. Lo studente Pasquale Manfreda della classe III sez. C del liceo scientifico “Filolao” di Crotone rievoca gli avvenimenti che condussero alla sua morte.

“Il 6 febbraio 1974, mentre stava ritornando dalla stazione ferroviaria, Nicola Ruffo fu ucciso con un colpo fatale al cuore.

La sua morte scaturì da un grande atto di grande coraggio e giustizia. La sua unica colpa fu quella di intervenire per cercare di fermare la rapina che stava avvenendo proprio sotto ai suoi occhi.

I colpevoli, senza scrupoli, lo uccisero violentemente, riuscendo a scappare senza lasciare traccia: l’unica cosa che lasciarono fu il corpo di Nicola stramazzato al suolo, senza vita.

Fortunatamente i colpevoli furono arrestati e, messi alle strette, ammisero le loro colpe.

Nicola, con il suo gesto esemplare dimostra a tutti noi quanto sia importante non voltarsi mai dall’altra parte e aiutare il prossimo in difficoltà anche a costo della propria vita.”

Nicola Ruffo aveva una moglie, Maria, e una figlia, Pasqualina, le quali nel corso degli anni hanno sempre serbato con giusto orgoglio la memoria del proprio congiunto, esempio di uomo semplice ed onesto, generoso e lavoratore, dedito ai valori e allo studio.

Il CNDDU , rinnova l’invito a studenti e docenti alla adesione al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati potranno essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)

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