Questa insostenibile leggerezza dell’essere…

Mi sembra di assistere ad una corrida e sentire le urla che incitano ad uccidere il toro…Che orrore! Mi rifiuto di pensare di appartenere ad una società arrampicatrice e malsana dove l’estetismo ha preso il posto della bellezza e le criticità quello del pensiero critico...

…Si, è vero, mi piace trovare similitudini, espandere il pensiero e trovare altri appigli nell’universo delle parole…L’estensione mentale è la cosa che mi tiene più impegnata e malgrado la frenesia ed il logorio della vita, la piacevolezza del pensiero mi salva dalle banalità che inevitabilmente ci circondano. Prendo in prestito il titolo di un meraviglioso romanzo di Milan Kundera che racconta del fantastico quartetto, le cui storie si intrecciano nella Praga del 68, dove descrive la vita degli artisti e degli intellettuali cecoslovacchi nel periodo fra la Primavera di Praga e la successiva invasione da parte del Patto di Varsavia.

Ottima lettura. Non è il contenuto del romanzo ad intrigarmi oggi, bensì ne sia già stata, ma le parole del suo titolo e tutte le applicazioni che potrebbero trovare. La leggerezza dell’essere, non inteso come “essere umano” ma come essenza impalpabile dell’esistenza umana, concetto che oggi trova poche e povere interpretazioni perché l’essere (inteso come persona fisica), ha sostituito ciò che dovrebbe distinguerci: la nostra essenza.

Chi o cosa dobbiamo incolpare per questa caduta spirituale?Si parla così tanto di quinta dimensione e di ascesa a mondi (spirituali) superiori, ma quello che ci ritroviamo intorno sono soltanto concetti semplici, materialisti, legati alla visione esteriore, alla bellezza fisica, alla volontà di fermare l’inesorabile trascorrere del tempo e non ci curiamo di quella scintilla divina che ci distingue dagli esseri inanimati.

Mi ha sempre interessato tendere l’orecchio ma non per quell’istinto pruriginoso di sentire, quanto per ascoltare… Ascoltare ciò che gli altri hanno da dire e confesso che, fatte salve alcune eccezioni, molto spesso non vi trovo nulla di interessante, né di coinvolgente né tantomeno di profondo. Ma siamo davvero diventati così superficiali, così leggeri e disinteressati alle cose vere della vita?

Se ci fermassimo un attimo a riflettere, ci accorgeremmo di come i valori siano stati spazzati via da una insostenibile voglia d’eccesso, di apparenza, di pochezza intellettuale, di pressappochismo…Tutti a nasconderci dietro il “ politicamente corretto “, fermi all’omologazione del pensiero per non rimanere fuori dal giro ed alla volontà di sgomitare per raggiungere una posizione migliore degli altri a costo di qualunque cosa. Che orrore! Mi sembra di assistere ad una corrida e sentire le urla che incitano ad uccidere il toro…Che orrore! Mi rifiuto di pensare di appartenere ad una società arrampicatrice e malsana dove l’estetismo ha preso il posto della bellezza e le criticità quello del pensiero critico. L’estetica del pensiero va coltivata, la leggerezza assecondata, la cultura stimolata, la curiosità incoraggiata…È triste pensare in quanti modi l’essere umano svilisce se stesso, a quanti sotterfugi ricorre pur di raggiungere una meta, a quanto si accapiglia pur guadagnare un posto in prima fila. “Homo homini lupus “ (l’uomo è lupo per l’uomo) o, per usare una delle estensioni che mi piacciono tanto, direi che, rappresentando il concetto di egoismo : “gli uomini vogliono le stesse cose e se contendono crudelmente”. Quindi la nostra essenza spirituale è inesorabilmente perduta? Forse si cade nell’errore di pensare che l’essere spirituali significhi essere religiosi e che in questa corsa materiale, non ci sia tempo né spazio per la religione. Nulla di più sbagliato. Vero è che la fede adora un essere spirituale e non carnale, ma la spiritualità è cosa ben diversa ed è la capacità di approcciarsi con sentimenti profondi ai concetti di natura umana.La spiritualità si può trovare ovunque la si cerchi, basta guardare ed ascoltare in modo diverso, più intenso ….Ed allora la si può cogliere dentro noi stessi o nel sorriso di un bambino, in una poesia o in un dipinto, nella mano tesa di chi aiuta o nelle parole di chi conforta… Non abbiamo bisogno di missioni per mostrare la nostra spiritualità, essa è semplice ed essenziale e se svelata, non ci rende deboli o indifesi, ma semplicemente più giusti nel mondo…

“Questa insostenibile leggerezza dell’essere” Antonello Venditti

  Fonte Blogzine Asteriscoduepuntozero

Claudia Badalamenti

55 anni e un amore viscerale per la scrittura, la poesia e la lettura, che va dai testi classici, ai thriller, passando per tutto ciò che è leggibile o degno di nota. Mi piace approfondire le mie molteplici curiosità per trarne il frutto prelibato della conoscenza, dell’arricchimento, dalla pienezza e della consapevolezza, che, a parer mio, è il cibo migliore di cui nutrirsi, accompagnato da un buon bicchiere di vino bianco, fresco ed immancabilmente fermo. Il mio mondo è quello universitario, dove lavoro come responsabile della comunicazione e delle relazioni pubbliche ad Agrigento, città bella e ricca di 2.600 anni di storia e di cultura, dal mare incantevole e dal buon cibo, da tesori inestimabili e patrimonio dell’umanità, come la Valle dei Templi, che apre le porte ad un altra dimensione, dove, credetemi, è meraviglioso lasciarsi trasportare. Vorrei far mio un aforisma del grande Heinstein, che condivido nella sua totalità, perché credo che racchiuda in se una delle più grandi verità con la quale convivere imperituro: “ La vita è come una bicicletta, per mantenere l’equilibrio, devi pedalare

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