Racalmuto. Figli delle app: la presentazione del libro del sociologo Francesco Pira il 29 settembre

Dalla buona o dalla cattiva educazione della gioventù dipende un buon o un triste avvenire della società”. Si apre con una citazione di San Giovanni Bosco il volume, dall’8 marzo in tutte le librerie italiane

Racalmuto (Agrigento)  – Mercoledì 29 settembre 2021 sarà presentato, alle 18 presso la Stanza dello Scirocco in Cortile Todaro a Racalmuto il saggio “Figli delle App” (Franco Angeli) , l’ultimo lavoro del sociologo Francesco Pira, professore associato di comunicazione e giornalismo all’Università di Messina. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Vincenzo Maniglia e del Presidente dell’Associazione CasaSciascia, Pippo Di Falco, sarà la presidente dell’Associazione Arci Arcobaleno, Angela Martorana ad introdurre i lavori, moderati dalla docente Tiziana Messina, responsabile del plesso IISS Enrico Fermi . L’autore converserà con la Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo Sciascia, Carmen Campo, la psicologa e psicoterapeuta, Morena Mattina e con l’avvocato Gigi Restivo.  Proprio nei giorni scorsi il saggista Francesco Pira ha ricevuto a Monte San Savino in Toscana il Premio Internazionale Apoxiomeno 2021 per il Sociale.

“Dalla buona o dalla cattiva educazione della gioventù dipende un buon o un triste avvenire della società”. Si apre con una citazione di San Giovanni Bosco il volume “Figli delle App”, dall’8 marzo in tutte le librerie italiane, scritto dal sociologo Francesco Pira, professore associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università degli Studi di Messina. Poi, nelle stessa pagina è scritto : “Questo volume è dedicato a tutte le vittime del cyberbullismo, del sexting, del revenge porn, del cutting e a chi ha perso la vita per inseguire una challenge. Ma anche a coloro che usano le nuove tecnologieper trasmettere al mondo messaggi positivi e condividere conoscenza”. Un volume che parla dei nostri figli, che non sono marziani, ma ragazzi pieni di speranze e di fragilità.

L’autore rivela subito il perché del titolo: “Figli delle app è il provocatorio titolo che ho scelto, da immigrato digitale e adolescente, quando Alan Sorrenti cantava: Noi siamo figli delle stelle/ Non ci fermeremo mai per niente al mondo/ Per sempre figli delle stelle/ Senzastoria senza età, eroi di un sogno… Non sono sicuro che essere figli delle app sia essere eroi di un sogno, purtroppo concordo con il pensiero del grande sociologo Zygmunt Bauman che il consumismo tecnologico rischia di trasformarci in individui senza storia e identità”.

Questa generazione di preadolescenti e adolescenti ci mostra come la rivoluzione tecnologica sia ormai compiuta. La tecnologia è parte integrante delle loro vite. Si muovono tra app e dimensione social in un fluire quotidiano h24 di interazioni, produzione di contenuti e creatività e, per la prima volta, l’e-learning è entrato nelle loro vite. Questo libro intende analizzare le trasformazioni in atto, basandosi sui risultati delle ricerche condotte in ventitre anni di studio sull’evoluzione dei modelli comunicativi di preadolescenti e adolescenti prima e dopo l’avvento delle nuove tecnologie e alla digitalizzazione della società. Un percorso attraverso generazioni che si sono evolute all’interno di ambienti sempre più tecnologici, immersi negli universi social, spesso da soli e che oggi sono gli adulti appena diventati genitori, tutti accomunati nell’evidente dicotomia tra connessione e relazione.

Il volume è anche l’occasione per condividere i dati dell’ultima ricerca realizzata. Il terzo capitolo è infatti interamente dedicato ai risultati della survey online “La mia via ai tempi del Covid.” Condotta nel periodo aprile – maggio 2020, ha coinvolto in totale 1.858 ragazze e ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori che hanno risposto ad un questionario online composto da diciassette domande. I dati evidenziano come questi adolescenti rappresentino a tutti gli effetti la prima generazione digitale. Praticamente il 100% (96,6%) degli intervistati possiede uno smartphone e oltre l’80% (88,8%) ha un computer. Uno degli aspetti di maggiore interesse emerso è quello relativo alla tendenza a isolarsi rispetto all’ambiente familiare. Sempre più dipendenti dal gruppo di pari, hanno vissuto una forte sensazione di isolamento, paura e scoraggiamento, con oltre il 60% degli intervistati che dichiara di avere provato questo sentimento. C’è poi un dato che più di tutti gli altri offre spunti di approfondimento, ed è quello relativo all’ eventuale possesso di un profilo social falso. Su 544 risposte ottenute, il 69% ha dichiarato di averlo. Vivono su Instagram e Whatsapp. Appare evidente, una volta di più, come nell’era liquido-moderna l’inganno sia diventato centrale nei processi di comprensione del reale, e la distinzione tra vero e falso non sia più percepita.

Saggista e giornalista Pira spiega come siamo passati dalla non-comunicazione, all’ iper-comunicazione, alla vetrinizzazione dell’io e sistematica manipolazione, consapevole o meno, della realtà, con impatti profondi sulle dinamiche di sviluppo della società nel suo complesso.

Francesco Pira  è professore associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, dove è Delegato alla Comunicazione dell’Ateneo e Coordinatore Didattico del Master in Esperto in Comunicazione Digitale per Pubblica Amministrazione e Impresa.. Sociologo, saggista e giornalista è autore di numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche. Columnist del quotidiano statunitense La Voce di New York, scrive per riviste specializzate. E’ il suo sesto libro con la Franco Angeli  La net comunicazione politica ( 2012),Come dire qualcosa di sinistra ( 2009), La nuova comunicazione politica ( con L. Gaudiano 2007), Come comunicare il sociale ( 2005) , Di fronte al cittadino ( 2000). 

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