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Crollo di facebook tra gli adolescenti statunitensi

I giovani sono sempre più social, e costantemente connessi , ma facebook non è più la loro piattaforma preferita. I ragazzi si rifugiano nei social media più creativi e soprattutto meno controllati  da genitori e parenti.  A confermarlo è  una ricerca  del Pew Research Center , che  ha registrato un crollo  del 20% rispetto all’ultima rilevazione dell’istituto sulle abitudini d’uso dei social media fra i giovani statunitensi tra i 13 e i 17 anni. A rubare lo scettro alla piattaforma di Zuckeberg e conquistare il podio è Youtube, social network fuori dai consueti schemi d’utilizzo, dove  per guardare clip e video non serve un account e il controllo dei genitori è quindi più complicato. Ad utilizzarlo è ben l’ 85% dei teenager. Molto frequentati dai teens  anche Instagram(72%) e Snapchat(69%). Nella precedente  ricerca, il 71% dei ragazzi usava Facebook, il 52% Instagram, il 41% Snapchat. Queste ultime due piattaforme sono dunque notevolmente cresciute, sottraendo spazi a al primo social network di Zuckeberg.
  Twitter si colloca invece al quinto posto – proprio dopo Facebook al 51% – ma a grande distanza (32% degli adolescenti), e Tumblr al 14%. Ma quando ai ragazzi si chiede a quale piattaforma accedano più spesso nell’arco della giornata Snapchat domina davanti a YouTube e Instagram.  i dati non sembrano preoccupare Menlo Park, dal momento che  il presidio sui teenager è garantito da Instagram.

Fra i giovani il 95% (nel 2015 era il 73%) dice di usare uno smartphone e quasi la metà (45%, il doppio rispetto a tre anni fa) di essere online “quasi costantemente”. Un altro 44% rivela di connettersi diverse volte al giorno. In sostanza nove teens su dieci vivono collegati. E i dati sulle ragazze sono ancora più elevati.  Inoltre  gli adolescenti hanno differenti opinioni riguardo ai   possibili effetti dei social su di loro:  Il 45% crede per esempio che l’impatto non sia né positivo né negativo. Tre su dieci, invece, si ritengono convinti che le conseguenze siano positive (sottolineando la possibilità di collegarsi agli altri e di fare comunità ma anche di informarsi) mentre  il 24% non è così ottimista. Chi pensa che i social siano dannosi mette al vertice i rischi di bullismo e della circolazione incontrollata dei pettegolezzi. Ma non basta: il 17% crede che queste piattaforme danneggino le relazioni e impoveriscano i rapporti interpersonali. La ricerca ha anche evidenziato che i giovani che appartengono alle fasce a basso reddito “hanno più probabilità di gravitare intorno a Facebook rispetto a quelli più ricchi”: nel dettaglio, sette su dieci delle famiglie con meno di 30mila dollari di reddito annuo contro il 36% di quelli con nuclei sopra i 75mila.