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”Io non rischio”: scienza e prevenzione alla Settimana della Sicurezza 2018 a Messina

Immagine di copertina: da sin. Cammaroto, Pagano, Orecchio, Rizzo, la Rosa, Cuzzupuli.

Messina, 18 aprile 2018 – Sui terremoti, nel tempo è migliorata la conoscenza del fenomeno e dei suoi effetti, ma non è ancora possibile prevedere quando potrebbero accadere, con quale forza e precisamente dove si verificheranno. Si conoscono però le zone più pericolose ed esposte all’evento sismico e cosa da una scossa ci si può aspettare. Essere preparati e consapevoli è il modo migliore per prevenire le conseguenze del sisma. Analisi, riflessione e consigli hanno aperto il momento di formazione informazione ”Io non rischio’‘ inserito nella campagna sociale lanciata nel 2017, tenuto il pomeriggio del 18 aprile al Capo Peloro Resort, in aggiunta alle numerose attività della terza giornata per la  Settimana della Sicurezza.

Uno spot, presentato dall’ing. Antonio Rizzo esperto di Protezione Civile del Comune di Messina, di trenta secondi, tanti quanto la durata del devastante terremoto che ha polverizzato Messina nel 1908, ha avviato la serata dedicata ai cittadini residenti nelle aree rivierasche particolarmente vulnerabili sul piano sismico di Ganzirri e Torre Faro. ”Una zona ad alto rischio, ed è necessario prepararsi ad affrontare gli effetti distruttivi di un maremoto. La formazione è un atto di responsabilità” così l’assessore alla Protezione Civile Sebastiano Pino, durante l’incontro nella struttura alberghiera, che ha dato rilievo ad un percorso di formazione culturale del territorio, dove la coesione delle famiglie nella modalità di comportamento è un elemento importante. Un processo che Rizzo ha definito ”modello di gemellaggio delle famiglie” perchè è dalle famiglie che parte il piano di prevenzione e riduzione del rischio. A questo concetto si è riallacciato Franco Cuzzupuli presidente dell’associazione di volontariato Castel Gonzaga, che ha sottolineato quanto sia importante il gemellaggio tra le famiglie che a Torre Faro è partito con la simulazione di un  evento coinvolgendo i tecnici edili impegnati nella ristrutturazione del campanile della chiesa che rappresenta la quota di maggiore sicurezza e dove alcuni abitanti del villaggio si sono rifugiati per trovare scampo al maremoto.

 ”I residenti delle aree marine devono imparare ad autoproteggersi e quindi prevenire il rischio” ha detto l’ing. Riccardo Pagano dirigente il dipartimento di Protezione Civile che ha promosso la IX edizione di ‘’Messina Risk SIS. MA 2018’’. ”Sarebbe importante che i cittadini scrivessero un diario di bordo sui metodi di contrasto del rischio da consegnare alle acque dello Stretto per coloro che verranno” ha aggiunto Pagano intendendo far emergere  quanto sia importante che la memoria non vada perduta. ”Ricordare è fondamentale” ha sottolineato l’arch. Grazia Rosa Cammaroto del settore volontariato della Direzione Regionale Protezione Civile, ricordando una esercitazione del 2006 sul Vesuvio, dove il tempo ha dissolto nella gente la memoria delle catastrofiche eruzioni. Una memoria che va rinnovata attraverso la conoscenza dei rischi e degli effetti del sisma dallo scuotimento del terreno all’invasione distruttiva della costa per l’insorgere di uno Tsunami. Sull’origine di questo fenomeno che ha colpito anche Messina nel 1908 si è soffermata la professoressa Barbara Orecchio dell’Università di Messina. Con il termine giapponese Tsunami che vuol dire onda contro il porto, sinonimo di mare motus, si intende un ”anomalo quanto imponente moto ondoso del mare, originato da un violentissimo terremoto sottomarino provocato da alterazioni e modificazioni del fondo marino nelle vicinanze di una grossa faglia che influenzano e disallineano l’intera colonna d’acqua con una energia maggiore rispetto al moto ondoso pellicolare legato alle condizioni meteo. Lo Tsunami può viaggiare 800 Km/h e rallenta la velocità nelle vicinanze alle coste” ha affermato Orecchio, che ha fornito al pubblico straordinariamente attento, informazioni di metodo sui comportamenti da tenere in caso di maremoto successivo ad una scossa. Al primo punto, allontanarsi rapidamente dal mare e raggiungere una zona alta. Non avvicinarsi alla costa se si è in mare ma prendere il largo. Questo perchè la colonna d’acqua più è vicina alla costa più aumenta in altezza  per l’innalzarsi del fondale.

Allo svolgimento della serata di formazione – informazione che ha chiuso la terza giornata della Settimana della Sicurezza 2018,  hanno pure contribuito, Lino La Rosa capitano di Polizia Municipale, Guido Graffeo per Lions Alert, Roberta De Benedictis per Lega Ambiente Peloritani e infine il geologo Fabio Leonetti per Leo Club –  Lions con una presentazione sulla tutela e prevenzione dei beni culturali in caso di eventi sismici.