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Interruzioni di Gravidanza in calo del 3%.Grazie anche alla pillola del giorno dopo

 Il Ministero della Salute ha presentato nei giorni scorsi la relazione  sull’attuazione della legge 194 del ’78 relativa alle  ‘Norme per la tutela sociale della maternità e

sull’interruzione volontaria della gravidanza’.
Per il terzo anno consecutivo si è al di sotto dei 100.000 casi: nel 2016 le interruzioni di gravidanza sono state 84.926, con una riduzione del 3,1% rispetto al 2015.  In numeri, ben 2.713 aborti in meno. Il trend   potrebbe essere  collegato alla determina Aifa del 21 aprile 2015 (Gu. n.105 dell’8 maggio 2015) che ha cancellato l’obbligo di prescrizione medica per la contraccezione di emergenza ormonale ( la pillola del giorno dopo e pillola dei cinque giorni dopo -per le donne maggiorenni) che ha avuto un  effetto positivo anche sugli aborti clandestini: secondo stime recenti sarebbero in calo  proprio grazie alla possibilità di acquisto della contraccezione di emergenza senza ricetta . L’aborto farmacologico con la pillola del giorno dopo rappresenta il 15,7% del totale contro il 15,2% dell’anno scorso.

 Resta alta  l’obiezione di coscienza tra gli operatori. Aumenta dello 0,4% tra i ginecologi, passando dal 70,5 al 70,9% tra il 2015 e il 2016, e dell’1,3% tra gli anestesisti, passando dal 47,5 al 48,8%. In Molise si raggiunge il 96,6% tra i ginecologi, in Basilicata l’88,1%, in Puglia l’86,1%, in Abruzzo l’85,2. Il dato della Campania è dell’81,8% mentre  in Sicilia gli obiettori sono l’84,6%. Le grandi regioni con meno medici che si rifiutano di fare le interruzioni di gravidanza sono l’Emilia-Romagna (48,3%), il Friuli (50,9%) e la Toscana (60,1%).  

Le  IVG vengono tuttavia effettuate nel 60.4% delle strutture disponibili, con una copertura adeguata  in quasi tutte le Regioni ad eccezione della Campania, che vede comunque diminuire il numero degli aborti ,e nella P.A. Bolzano, dove invece sono in aumento. In generale continuano a diminuire i tempi di attesa, pur persistendo una non trascurabile variabilità fra le Regioni,  e il Ministero conferma  che “Non emergono criticità nei servizi”.
Tra le minorenni, il tasso di abortività per il 2016 è  risultato essere pari a 3.1 per mille, valore identico a quello del 2015, ma in diminuzione rispetto agli anni precedenti (3.7 nel 2014, 4.4 nel 2012), con livelli più elevati nell’Italia centrale; i 2 ?596 interventi effettuati da minorenni sono pari al 3.0% di tutte le IVG (erano il 2.9% nel 2015). Come negli anni precedenti, si conferma il minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale.