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PER IL SUO 13° ANNIVERSARIO INSIEME AI RAGAZZI AUTISTICI NEL BOSCO SACRO DEL ‘PAGO’.

4 luglio 2016 – Sono passati vent’anni! – realizzo mentre la macchina corre veloce sull’autostrada, in direzione di Vacone. Vent’anni!… e intanto, in questa fresca prima mattina di mezza estate, lasciamo la Roma-Firenze, per Poggio Mirteto e poi la Ternana.  

Arriviamo finalmente in questo piccolo borgo antico di 267 abitanti, incastonato su un costone dei monti Sabini, in provincia di Rieti, nel cuore della Sabina degli eremi, dei castelli pittoreschi, dei boschi sacri e dei morbidi pendii. Attraversiamo le sagome arrotondate del paesaggio collinare circostante tra vigneti e uliveti che rivestono i poggi e i colori dei campi coltivati con cura mentre ancora risuonano, come fosse ieri, le parole di Gabriella Ricci: “Il mio sogno, un giorno, sarà realizzare a Vacone, dove sono le nostre radici, una Casa Famiglia per ragazzi disabili, per le nostre gemelle e per altri ragazzi. Sogno per loro una casa nel verde, arieggiata, spaziosa, da cui si veda il bosco, ‘Il Pago’, dove potranno andare a fare lunghe passeggiate, dove saranno sereni, anche dopo di noi…In paese c’è una vecchia scuola di tre piani abbandonata, un giorno mi piacerebbe farla restaurare… Lì i ragazzi si sentirebbero liberi, accolti e amati dalla gente del paese. In città è diverso, non ci sono questi spazi, ma a Vacone, la Casa Famiglia come la sogno io… si potrebbe realizzare”.

La nostra auto si inerpica lassù, verso Vacone e ‘Il Pago’, dove tra poco si celebrerà la messa davanti alla piccola cappella per i 13 anni di vita della Casa Famiglia “Armonia e Salute” e, a seguire, si farà festa con i ragazzi disabili, le loro famiglie e tanti amici venuti da ogni parte d’Italia. Sento una profonda emozione: questa giornata speciale, che trascorreremo con Rodolfo e Gabriella Ricci, presidente e motore propulsivo della Fondazione Casa Famiglia “Armonia e Salute”, è una ulteriore conferma che sì, siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, come ci ricorda Shakespeare. Quella vecchia scuola abbandonata ora è tornata a vivere, i suoi 3 piani sono stati ristrutturati splendidamente, un piccolo orto la circonda e nell’aria c’è profumo di lavanda; quella vecchia scuola ora è luminosa, le sue finestre affacciano su un orizzonte naturale che sembra un quadro, ogni suo spazio è organizzato al meglio per accogliere sei ragazzi autistici, i laboratori creativi e poi i tessuti, i colori, i telai, i pennelli, la cera d’api, i profumi, le voci, i suoni, la musica… in una parola, l’armonia.

Insieme a noi, tra i primi ad arrivare al Pago, si snoda una lunga teoria di auto mentre operatori e volontari della Casa Famiglia stanno terminando di sistemare sotto i lecci secolari le sedie per la messa e i tavoli con le coloratissime tovaglie dipinte dai ragazzi e i tanti doni arrivati per la lotteria. Eccolo, il lungo e festoso corteo di amici che stanno salendo al ‘bosco sacro’ per festeggiare un sogno diventato da molti anni realtà. All’inizio del sentiero, verso il bosco, ci accoglie la Polizia locale intanto che il personale della Proloco di Vacone si mobilita in un entusiastico via vai per organizzare l’evento, e già questo iniziale benvenuto esprime tutto il senso del partecipe e responsabile coinvolgimento collettivo. L’Accoglienza, è questa la cifra etica fondativa della Casa Famiglia. E condividere questa dimensione, sia pure per il tempo di una sola giornata, speciale, di certo amplia lo ‘sguardo’, sicuramente più di quanto non sia in grado di fare tanta austera letteratura di genere o il mood sociale di qualche pellicola cinematografica

Quando i sogni diventano etica del fare, e Bellezza.

San Francesco “nel bello delle creature vedeva il Bellissimo” e il libro “Bellezza: una nuova spiritualità della gioia di vivere” di Anselm Grun, il monaco benedettino grande spiritualista, ce lo ricorda insieme a F. Dostoevskij che ci ha lasciato l’eredità di una profezia: “la Bellezza salverà il mondo”. Ma quale Bellezza potrà mai salvarci in un tempo assediato dall’atomizzazione dei legami umani e sociali, prigioniero di un Io insaziabile, cinico e distratto, anestetizzato alla solidarietà? Ci potrebbe salvare molto semplicemente la Bellezza dei sogni quando divengono realtà fattuale a dispetto dello scenario contemporaneo; la Bellezza del tempo lungo e della gioia paziente silenziosa e lieve di chi progetta, si impegna e realizza; quella lucida, serena profondità tanto capiente da riuscire a comprendere anche i momenti di sofferenza. Quella gioia pacata e matura del rigore di chi in prima persona – come Rodolfo e Gabriella Ricci sembrano indicarci con gentile discrezione – è espressione e testimone dell’Italia migliore, quella più saldamente ancorata all’etica del fare che ama e accoglie olisticamente la complessità dell’Altro e i suoi bisogni, divenendo modello dell’agire. Una Bellezza che estensivamente – anche per il suo intrinseco carattere simbolico e archetipico legato a miti, racconti e favole – troviamo in questo bosco, “Il Pago”, l’antico Pagus di leggendaria origine. Ed è proprio qui, nel ‘bosco sacro’ dedicato alla dea Vacuna – venerata prima dai Sabini poi dai Romani come patrona dell’accogliente riposo dopo i lavori della campagna – che la Casa Famiglia “Armonia e Salute”, come ogni anno festeggia la realtà fattuale dei sogni con i sei ragazzi autistici che ospita, e che in una singola frase centrano le infinite vibrazioni legate al senso dell’esistere, tra Sé e relazioni: “Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per altre persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per altri. In un certo senso sono mal “equipaggiato” per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si è perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non ho desiderio di essere guarito da me stesso. Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro. Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni. Lavorate con me per costruire ponti tra noi”.

Luoghi del cuore

Il bosco del Pago, che non a caso il FAI annovera tra “i luoghi del cuore”, è l’humus, il filo rosso che attraversa la storia della Casa Famiglia “Armonia e Salute” che ha sede nella piccola e ridente Vacone. La mappa delle emozioni di questa giornata che ha in sé il crisma del suo essere speciale, si apre all’insegna della messa celebrata a mezzogiorno da don Antonio Baracchini, per molti anni parroco di Vacone. Don Antonio è uno di casa, qui. Lo si avverte dalle parole della sua vibrante omelia, che fa riferimento ai valori dell’Humanitas, della compartecipazione e della solidarietà. Si sente che, pur vivendo da tempo altrove, don Antonio è stato ed è ancora parte integrante della comunità  per affinità elettive. Le sue parole di affetto verso la famiglia Ricci che ha dato vita a questa realtà straordinaria, verso i ragazzi della Casa Famiglia, le loro famiglie, verso tutto il personale – che in questa giornata di festa, va sottolineato, ha espresso il desiderio di lavorare in forma volontaria – palpitano nel canto insistente delle cicale che fanno da naturale cornice sonora alla festa. A margine della messa, prima di dare avvio al pranzo per gli oltre 200 amici convenuti, è Rodolfo Ricci, presidente della Fondazione “Armonia e Salute”, a condividere con gli astanti il suo messaggio particolarmente commosso, “per la gioia e il dolore”. “Gioia per un anniversario che dà la misura di un percorso sì impegnativo ma anche molto importante per i ragazzi della Casa Famiglia. Dolore per la recente perdita di un amico fraterno, Domenico Canali, per tutti Memmo, il cui generoso, instancabile e quotidiano impegno per la Casa Famiglia, la sua vicinanza e operativa partecipazione, lasciano un segno forte, assoluto e indelebile”. Memmo, la cui luce riverbera in quelle parole, insieme ai raggi del sole che, discreti, fanno capolino tra i rami. 

“… dopo di noi…”. La Fondazione “Armonia e Salute” Onlus

“La Fondazione ‘Armonia e Salute’ Onlus – spiega, mentre ci accompagna ai tavoli, Sabrina Ricci, figlia di Rodolfo e Gabriella – ha iniziato le sue attività il primo settembre del 2004 per ospitare persone affette da autismo. L’impostazione è quella di una casa di accoglienza familiare, Casa Famiglia appunto, con la possibilità di accogliere e accudire al massimo sei persone. Gli ospiti sono persone che hanno la necessità di essere seguite nel loro percorso formativo e di crescita umana. La Fondazione è costituita da soci fondatori, genitori dei ragazzi, educatori e terapeuti. Il Consiglio di Amministrazione invece, composto dai soci, gestisce l’aspetto amministrativo-economico; il Collegio degli educatori, terapeuti e medici agisce nella sfera educativa e culturale e collabora con il Consiglio di Amministrazione alla realizzazione dei progetti. Il patrimonio della Fondazione è costituito dal contributo dei soci e dalle donazioni. Il contributo dei genitori per ogni singolo ragazzo è minimo. I bollettini dell’associazione? Sono un breve riassunto delle attività svolte durante l’anno dalla Fondazione. L’obiettivo è quello di condividere con i nostri sostenitori l’andamento delle attività della Casa Famiglia e dei suoi ospiti.

La Casa Famiglia offre esperienze educative, creative e artigianali per accompagnare i ragazzi nel quotidiano, proponendo attività come la lavorazione della cera (realizzano delle bellissime candele naturali al miele con cera d’api che poi sistemano in coloratissime confezioni di stoffa patchwork), la lavorazione del tessuto con il laboratorio di telaio (sciarpe, cuscini, tappeti e bambole), il laboratorio di pittura e acquerello, la scelta delle rose o la raccolta della lavanda con cui creano molti oggetti decorativi e di arredo, la lavorazione dell’orto e della terra per permettere agli ospiti di seguire il ciclo della natura e delle stagioni, le attività motorie come palestra, musica e danza (in un ampio locale che i miei genitori hanno ristrutturato e adeguatamente attrezzato  e che si trova proprio vicino alla Casa Famiglia), piscina (non lontano da Vacone, dove gli operatori portano i ragazzi con il pullmino), e naturalmente passeggiate nel bosco, che è molto vicino al paese”.

“Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare”, Madre Teresa di Calcutta

E’ una giornata diversa, speciale. Una giornata feconda che sprigiona energia vitale, gioia collettiva, liberatoria.

Anche per il convivio organizzato con particolare cura all’ombra di lecci e querce. Accanto ai manufatti artistici realizzati dai ragazzi, fanno bella mostra di sé i tanti doni portati dagli amici-sostenitori per la lotteria che si terrà dopo il pranzo organizzata – oltre che per l’aspetto ludico – soprattutto a sostegno simbolico della Casa Famiglia. Ci vorrebbe troppo tempo per dettagliare l’elenco di chi ha voluto sostenere la Fondazione anche quest’anno e di chi da quest’anno è presente per la prima volta, ma è semplice comprendere la valenza della generosità di quanti non possono essere definiti ‘sponsor’ (ché sarebbe davvero riduttivo) ma Amici di sicuro sì. Gli Amici arrivati dal Veneto, a rappresentanza del generoso e caleidoscopico “mondo del vino italiano” – così ricco di tante molteplici eccellenze universalmente apprezzate e ricercate – da sempre straordinariamente partecipe sostenitore della Casa Famiglia e parte fondativa della famiglia Ricci. Gli Amici del casertano, che già all’alba di questa domenica si sono messi di buona lena a produrre in abbondanza mozzarelle di bufala per questa festa speciale: ed è lo slancio delle Aziende afferenti al Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP, altra eccellenza italiana nella filiera dell’agroalimentare nonché unico organismo riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari per la tutela e la valorizzazione di questo straordinario formaggio del Centro-Sud Italia, anch’esso apprezzato ovunque nel mondo. Tra i Caseifici che hanno voluto partecipare alla festa per il 13° anniversario della Casa Famiglia, piace ricordare Antico Casale,  Agnena, La Baronia, Giusti, Tenuta Pontone, Chirico e Tre C. E gli Amici del Frantoio Guglietta, che nella zona di Fondi producono prodotti oleari nel rispetto di una tradizione familiare tramandata di padre in figlio.   

Sotto i lecci secolari, acqua pane vino olio. I segni della festa.

Il pane che rinvia alla vita quotidiana, dono fondamentale della vita di ogni giorno. Il vino che rinvia alla festa, alla gioia, allo stare insieme in amicizia. L’olio dell’ulivo, con i suoi tanti significati anche simbolici, che è nutrimento, medicina, dà bellezza e dona vigore, ma è anche segno sacramentale. Doni del creato, segni della festa.

Anche loro, i produttori del Frantoio Guglietta, come Re Magi – grazie alla determinata attivazione di Angelo Giovanni Capoccia, esperto di internazionalizzazione del Sistema Paese e promotore di sviluppo all’estero di Aziende enogastronomiche di eccellenza italiana, e allo slancio coinvolgente ed ecumenico di Antonio Parente – si sono inerpicati su per il sacro bosco e oggi sono qui per testimoniare di persona la gioia della partecipazione a questa giornata speciale. Per questo, anche se discretamente non lo evidenziano, hanno lasciato ogni impegno della domenica in famiglia e sono venuti da Fondi, fertile territorio nel sud pontino, dove ha sede quest’azienda di antica tradizione familiare. Produttori e piccola rappresentanza dell’Oleificio hanno aiutato con entusiasmo, nello spirito della giornata, a imbandire le lunghe tavolate con i loro vari prodotti, degustati e apprezzatissimi in tutta la loro sinestesia dai numerosi convenuti.  Tutti Amici – di ieri, di oggi e di sempre – accomunati dalla gioia di Esserci, partecipare, sostenere, condividere. Sulle tavole in festa – a cui hanno contribuito le energetiche pennellate di colore delle tovaglie create dai ragazzi della Casa Famiglia e l’abbondanza di vini prosecchi, mozzarelle di bufala, oli aromatizzati, olive di Gaeta e patè – il pranzo corale nel bosco è stato espressione di amicizia dono e comunanza come nella più fulgida tradizione greco-mediterranea quando l’Ospite, lo Straniero, l’Altro era sacro e rispettato.  Infine, come da lessico del rituale di festa – che dopo le condivise libagioni, vedeva l’intonazione augurale dei canti – nel post convivium tutti gli amici si sono festosamente lasciati trasportare dalla vivacità di un allegrissimo karaoke punteggiato di canti e danze. Con l’animazione, dulcis in fundo, dell’attesissima lotteria. Circolarità lieta come abbraccio emozionale attorno ai sei ragazzi della Casa Famiglia.        

In una prospettiva antroposofica, tra ragioni e vita dei sentimenti, i significati profondi di un percorso lungo 13 anni ce li sintetizza con il suo consueto garbo Rodolfo Ricci, Presidente della Fondazione “Armonia e Salute” Onlus da cui il nome dell’omonima Casa Famiglia. A lui chiediamo delle emozioni che permeano questo anniversario della Casa Famiglia, questa giornata di festa collettiva: “Come accennavo nel mio saluto a conclusione della messa, quelle che vivo oggi sono emozioni molto contrastanti, da una parte sento una profonda tristezza per la perdita di un carissimo amico, Domenico Canali, grazie al cui straordinario sostegno e incoraggiamento 13 anni fa nacque la Casa Famiglia, un sostegno e incoraggiamento che Memmo, anche quando era ormai gravemente ammalato, non ha mai mancato di manifestarmi con affetto. Dall’altra, provo una sensazione di soddisfazione nel pensare al percorso fatto in tutti questi anni, ai risultati, ai tanti amici che con il loro affetto ci hanno seguito fin qui… anche se devo dire che inizialmente ero contrario a creare questa realtà perché ritenevo di non avere le competenze necessarie per la gestione. E invece nel tempo ho capito che tutto sommato, con serietà, con impegno e con attenzione alle situazioni che abbiamo all’interno della Casa Famiglia, naturalmente insieme alle grandissime capacità e alla dedizione di mia moglie Gabriella, non era così difficile. Oggi sono molto contento”.

Nel panorama delle strutture simili, questa Casa Famiglia è una riconosciuta eccellenza, un modello di ‘visione’, di forza progettuale e dell’agire verso cui tendere nell’assistenza a persone che vivono forme di ‘spettro autistico”. Qual è il messaggio che sente di condividere, anche pensando ad altri genitori?… Quali sono, dalla genesi alla realizzazione di questo progetto, i punti di forza e le criticità che avete incontrato? “Tra i punti di forza – continua Ricci – c’è sicuramente la serenità che abbiamo dato a questi ragazzi, e che non conoscevano, sia a livello individuale che di gruppo. Una serenità che è frutto di un impegno giornaliero – sia nostro che di tutte le figure professionali presenti nella Casa Famiglia – che va dai vari laboratori creativi artistici alle attività sportive e musicali, al contatto diretto con la natura, con la coltivazione dell’orto, il prendersi cura degli animali, le passeggiate quotidiane qui al Pago, luogo ameno e rilassante. Effettivamente abbiamo costruito una famiglia, con questi sei ragazzi, tra cui le nostre due gemelle, legati tra loro come in una famiglia, e mi colpisce molto vedere l’attaccamento fraterno tra tutti loro, il legame affettivo che si è creato. Stanno bene insieme, vivono bene insieme, si sentono realizzati. E questo è importantissimo, fondamentale, perché sappiamo che uno degli aspetti più negativi dell’autismo è proprio l’isolamento, la voglia di evitare contatti con gli altri, di estraniarsi dal mondo. Per questo nel tempo queste persone diventano tristi, spente, perché non hanno occasioni in cui possono sentirsi realizzate, gratificate. Magari pensavano di non avere capacità che invece hanno scoperto anche attraverso i laboratori artistici e creativi. Qui tutto è focalizzato su questi ragazzi e le loro esigenze, il nostro obiettivo consiste nella loro armonia e nella loro salute, ma anche nel loro sorriso e nella loro felicità. La cosa più importante per noi è che abbiamo dato a questi ragazzi la certezza di futuro di vita”.

Tra le criticità il presidente della Fondazione enuncia le difficoltà economiche: “Inizialmente siamo entrati nel percorso “Dopo di noi”*, progetto di intervento della Regione Lazio, ma in questi 13 anni abbiamo vissuto momenti anche molto difficili, se si pensa che una annualità, quella relativa al 2013, ci è stata pagata due anni dopo, ma nel frattempo la Casa Famiglia doveva andare avanti… Adesso la situazione è molto migliorata. Il personale a contatto con i ragazzi è un altro aspetto importante, da valutare con molta attenzione, e anche con un po’ di fortuna. All’inizio non è stato facile, ma ora si è creato un ottimo gruppo, coeso”.

Chiediamo una testimonianza anche agli amici-sostenitori, a coloro che quest’anno hanno partecipato per la prima volta all’annuale appuntamento estivo della Casa Famiglia. “Questa è proprio una Casa Famiglia!… infatti io oggi qui mi sento in famiglia – esclama entusiasta il giovane Ruben Guglietta mentre saluta alcuni vicini di tavolo che sono andati a complimentarsi per il pate’ di olive al peperoncino del suo frantoio – e sono felicissimo di essere venuto a questa festa, di partecipare anche a nome dei miei genitori, impegnati all’estero per lavoro. Sono grato per la gioia che ho ricevuto nel vedere il benessere che gusti e profumi di olii aromatizzati, olive e pate’ hanno potuto dare, con l’augurio di aver contribuito ad allietare questo pranzo. Provo davvero una grande emozione se abbiamo potuto far sorridere questa grande famiglia. Per me è stato il primo anno che partecipo a questa festa, e di questo ringrazio i carissimi amici Angelo Capoccia e Antonio Parente per avermi proposto questo coinvolgimento. Spero che anche in futuro la famiglia Ricci abbia piacere di invitarci, così come a noi fa piacere essere qui”.

“Siamo molto orgogliosi di aver contribuito a portare sostegno a questa Casa Famiglia in un suo giorno così significativo – aggiunge Gino Gardini, direttore commerciale del Frantoio Guglietta – e siamo onorati di aver potuto conoscere una realtà che esprime concretamente valori importanti quali sono i legami umani, l’attenzione agli altri e la compartecipazione. Essere qui è stata una profonda emozione per noi e speriamo anche in futuro di poter continuare a organizzare eventi nel segno della solidarietà. Mi sto godendo ogni momento di questa giornata perché è bello conoscere, come in un’oasi che aiuta a sperare, persone speciali come i signori Ricci e tante altre persone perbene che oggi sono qui, tutte accomunate da sensibilità e disponibilità all’aiuto. C’è anche la soddisfazione di poterci far conoscere, ma in un modo molto diverso, non come produttori, ma in una dimensione umanitaria, della solidarietà. Ed è questa incredibile esperienza umana della Casa Famiglia, sopra ogni cosa, che mi porterò dentro per sempre”.

“Tante, ma proprio tante sono le persone che oggi vorrei ringraziare – radiosa ci saluta Gabriella Ricci, l’infaticabile e unificante anima mundi della Casa Famiglia e, come nei titoli di coda di un film, con lei scopriamo quante persone, quanti legami, quanti ruoli e universi valoriali compongono il ricco mosaico di questa realtà che ogni giorno opera e pulsa all’unisono -. Non è possibile citarli tutti perché da 13 anni, ma anche da molto tempo prima, sono in tantissimi a seguirci, a sostenerci, ad accompagnarci con affetto, e penso alle famiglie Mereu, Falanesca, Rossetti… La mia profonda gratitudine va ai tantissimi Amici, al personale medico, agli educatori, ai terapeuti, a coloro che con la loro competenza specialistica lavorano con noi – e penso al dr. Romolo Molini e alla dr.ssa Susanna Sardilli – a chi ci aiuta – come  il dr. Nevio Bianchi, il dr. Marco Piraccini, il dr. Cesare Solaro, la dr.ssa Gentilina Cherubini, la sig.ra Costanza Ferri, l’avv. Patrizia Barlettelli -, e ci supporta – come il prof. Carmine Saccu e il prof. Maurizio Brighenti -, alla Cooperativa Sabina con la Presidente Lisa Franzese e a tutti i suoi collaboratori che continuano ad offrire il loro prezioso contributo volontario, e Sveva, Enrica, Sesto…  Così come desidero ringraziare le tantissime Aziende, gli Amici del ‘mondo del vino italiano’ che da tutt’Italia, da sempre, ci sostengono con le loro generose donazioni, e il mondo dell’Erboristeria che ci avvolge con le emozioni sensoriali dei meravigliosi profumi della natura, e poi il mobilificio Ginocchi di Roma, la ‘Esse 2 Fashion Store’ di Fabio Broccoletti di Poggio Mirteto, e tanti tanti altri… ogni anno siamo sempre di più a creare tutti insieme questo momento di festa. Ed è bellissima tutta questa energia positiva, solare e vitale.

, sosteneva il filosofo Eraclito… . Abbiamo voluto scrivere questo concetto sul dinamismo della vita anche nelle cartelline create dai ragazzi della Casa Famiglia, bellissime con le loro vivaci pennellate di tempere e acquerelli, e che oggi abbiamo distribuito come piccolo pensiero tra voi amici. … Il divenire è alla base della vita: il cambiamento, l’evoluzione. Il mutamento mai caotico, ma ordinato. Anche noi siamo cresciuti, ci siamo evoluti, migliorati, giorno per giorno in quest’ultimo anno, che è stato lo sfondo di tante novità. E’ bello sapere che il ‘divenire’, difficile da affrontare, non ha permesso di sradicare il nostro albero; che 13 anni fa ha impiantato nel piccolo borgo di Vacone le sue radici, le quali continuano a crescere sempre più forti e robuste”.        

La danza di Marta – “La conoscenza è la luce, e l’Amore il suo calore” (Rudolf Steiner, 1909)

L’omelia di don Antonio all’ombra delle leccete – il ricordo commosso dell’amico Memmo, comunque sempre presente – il canto delle cicale che fa vibrare l’aria sottile e profumata dei monti circostanti e le loro sagome arrotondate – le pennellate vitali dei ragazzi della Casa Famiglia sulle tavolate in festa – l’affetto dei tanti amici – il ‘sentirsi a casa’ – i canti le danze la lotteria per sostenere un impegno quotidiano – “l’attaccamento fraterno fra tutti loro”… dopo di noi… – la piccola chiesetta nel ‘bosco sacro’ e il suo arco antico con la ghirlanda di petali bagnati – il riconoscimento di ‘sguardi’ – l’armonia delle relazioni – la gioia del fare silenzioso – il senso delle parole – “Armonia e Salute” – i sentieri del senso profondo delle cose – il grano il vino l’olio – il profumo di resina e rugiada all’alba – l’odore delle foglie bagnate – il sentore della pioggia della notte appena trascorsa – il sole che sbircia tra i rami nella calura di mezza estate – la gioia della partecipazione al rito solenne e semplice della festa – nastri colorati nel vento leggero di 13 anni di visione legami serenità – natura laboratori colori luci l’orto e le sue stagioni – il ciclo naturale della vita che riconduce e placa – radici – relazioni – consapevolezze – ponti – legami – essenza – mistica. Mentre cantano felici gli amici in festa. Nel tempo non lineare, anche dopo di noi, resteranno fotogrammi emozionali. Nel frullatore spaesante del domani. Ma oggi è festa, qui al bosco sacro, sulle note di un karaoke allegro che si dissolve sfumato nei sentieri. Siamo tutti in festa per questi ragazzi. Ce lo ricorda la danza leggera di Marta – una dei ragazzi della Casa Famiglia – che ci avvolge mentre sembra abbracciare la vita. Ce lo ricorda l’armonia che ci regala questo giorno speciale. Fenomenologia della realtà che invera i Sogni. Divenendo immanente trascendenza della Bellezza.           

Fondazione “Armonia e Salute” Onlus

Per info: http://armoniasalute.org/

BOX

* Progetto Durante e dopo di noi

Il progetto di intervento intende rispondere a una domanda che spesso si pongono i genitori di persone con handicap grave: “che ne sarà dei nostri figli dopo di noi?”. La Regione Lazio intende quindi rispondere alle esigenze assistenziali delle persone con disabilità, ed in particolare delle persone con handicap grave certificate ai sensi dell’art. 3 e con le modalità dell’art. 4 della Legge 104/1992.

Lo scopo principale è quello di assicurare una adeguata assistenza a queste persone dopo la perdita dei genitori o dei familiari che vi provvedevano (dopo di noi). Naturalmente si tratta di un percorso che richiede una preparazione al “distacco” che deve essere attivata prima della scomparsa dei genitori  (durante noi). In tale fase l’intervento mira anche a dare sollievo ai genitori/familiari, sollevandoli per alcune ore al giorno o per alcuni periodi dell’anno dai loro impegni di assistenza. 

La Regione Lazio sta lavorando alla costituzione di una Fondazione di partecipazione che coinvolga, oltre alla Regione, anche altri soggetti pubblici e privati, per fare fronte da un lato alla sempre maggiore richiesta di interventi assistenziali in favore dei disabili e di altri soggetti in situazioni di fragilità, dall’altro alla diminuzione degli stanziamenti statali in materia di Politiche Sociali, con la conseguente necessità di coinvolgere più soggetti nell’erogazione dei servizi. Nel progetto “Durante e dopo di noi” confluirà la gestione delle dieci case famiglia per soggetti con disabilità già esistenti nel Lazio, e, in base ai soggetti privati e pubblici che sarà possibile coinvolgere, l’apertura di nuove case famiglia, con l’obiettivo finale di arrivare a una casa famiglia in ogni distretto.

La struttura regionale responsabile del progetto è l’Area Sostegno alla Disabilità.

http://www.socialelazio.it/prtl_socialelazio/?vw=contenutiDettaglio&idarg=66&idargP=47