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Papa Francesco rende visita ai tossicodipendenti del Ceis

Immagine: Il Papa s’intrattiene con i tossicodipendenti

Papa Francesco ha visitato nel pomeriggio del 26 febbraio i tossicodipendenti del Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi (Ceis) per i “Venerdì della Misericordia”. Lo riferisce lo stesso Centro in una nota in cui si legge che “Bergoglio ha voluto testimoniare la sua vicinanza alle persone che stanno lottando contro la dipendenza dalle droghe incontrando i 60 ospiti della comunità terapeutica San Carlo, aperta nel 1979 ai Castelli Romani da don Mario Picchi, da sempre considerato il laboratorio del Ceis”.

“Siamo rimasti senza parole – racconta Roberto Mineo, presidente del Ceis – quando abbiamo visto l’auto con il Papa entrare nella struttura dove i nostri ragazzi combattono ogni giorno la loro battaglia per tornare alla vita”. Il Papa, accompagnato da Mons. Rino Fisichella, si è intrattenuto sia con gli operatori e i volontari del Centro, sia con i tossicodipendenti, ascoltando le loro storie. Alcuni ragazzi gli hanno mostrato le foto delle loro famiglie, dei loro figli e il Papa ha avuto per tutti una parola di speranza e una benedizione”.

“A Papa Francesco – ha aggiunto Mineo – abbiamo confidato che la nostra filosofia, la filosofia che ci ha lasciato don Mario pone al centro l’uomo e che la nostra battaglia quotidiana coincide esattamente con quanto il Papa ha detto più volte che ‘la droga non si vince con la droga’, cioè che non è ammissibile la liberalizzazione delle droghe leggere”.

La visita ai tossicodipendenti del Centro Italiano di Solidarietà rientra nei gesti di  carità per i “venerdì della misericordia” che Francesco compie, una volta al mese, durante tutto l’arco dell’Anno Santo. Il primo segno fu compiuto dal Papa il 18 dicembre 2015 con l’apertura della porta santa alla Caritas di Roma.

Fondato alla fine degli anni Sessanta, il Centro Don Mario Picchi si è sviluppato nel corso del tempo con numerose strutture sia a Roma che nella sua provincia: dalla comunità terapeutica per i tossicodipendenti alla cura dei giovani in doppia diagnosi (tossicodipendenza e problemi psichiatrici); dall’assistenza domiciliare ai malati di Aids e agli anziani, alle iniziative in favore di senza fissa dimora, immigrati, rifugiati e richiedenti asilo politico, fino alla prossima apertura della più recente comunità La Casa per pazienti psichiatrici dimessi dagli ospedali.