Al via Storie che si riflettono, il titolo della nuova stagione del Teatro Biondo di Palermo, la prima firmata dal direttore Valerio Santoro. Il cartellone 2025–2026 “intreccia autori classici e nuove drammaturgie, costruendo un dialogo dinamico tra passato e presente”, dice Santoro, il quale sottolinea la vocazione partecipativa del teatro, inteso come spazio in cui “ognuno può riconoscersi nelle emozioni, nei conflitti e nei sogni raccontati sulla scena”.
Ad aprire la stagione è Re Chicchinella, scritto e diretto da Emma Dante, adattamento libero da Lu cunto de li cunti di Giambattista Basile. Lo spettacolo, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa in coproduzione con diverse realtà nazionali e internazionali, sarà in scena dal 18 al 26 ottobre 2025. Con Re Chicchinella, Emma Dante conclude il suo percorso dedicato all’opera dello scrittore campano, dopo La scortecata e Pupo di zucchero. Al centro della vicenda un re che, per un gesto sconsiderato, si ritrova con una gallina magica nelle viscere: l’animale inizia a divorare tutto ciò che il sovrano ingerisce, facendogli espellere uova d’oro. La corte, attratta dal profitto, lo spinge a sopravvivere per non rinunciare alla ricchezza. Nel frattempo, il protagonista si avvia verso una lenta consunzione.

La regista mette in luce temi che attraversano le famiglie e le comunità: avidità, solitudine, mancanza di empatia. Sono dinamiche di potere che isolano e deformano i rapporti umani. La fiaba di Basile diventa così terreno per una riflessione che mescola realtà e sogno, intrecciando elementi grotteschi, comici e tragici. L’irreale si insinua nella quotidianità, trasformando la corte in un luogo sospeso tra sogno e incubo. “La verità di questa novella – spiega Emma Dante – ha a che fare con l’avidità, l’anaffettività, la mancanza di empatia che, a volte, si trova all’interno delle famiglie. Si ha sempre un po’ di paura a parlare delle famiglie, dei loro segreti, della loro intimità”. In questo caso si tratta di una famiglia reale. “Eppure – continua la regista – anche questa famiglia ha le sue miserie, prima di tutte la solitudine, all’interno di una comunità così apparentemente felice nel benessere. Il protagonista, che pure è il re, è solo, malato, abbandonato, circondato da persone, la sua famiglia, interessate non certo alla sua anima o alla sua bellezza interiore, bensì solo al denaro, alle uova d’oro che, casualmente, anzi, incidentalmente, produce da quando si ritrova ad avere dentro di sé la gallina che non vuole uscire dalle sue interiora”.

La messinscena porta la firma di Emma Dante anche per elementi scenici e costumi; le luci sono di Cristian Zucaro. Sul palco, Carmine Maringola interpreta il re, Annamaria Palomba la regina, Angelica Bifano la principessa; con loro Davide Mazzella e Simone Mazzella nei ruoli dei paggi e Stephanie Taillandier come dama d’onore. Tra gli interpreti anche Viola Carinci, Davide Celona, Roberto Galbo, Enrico Lodovisi, Yannick Lomboto, Marta Zollet.Con questa produzione, il Teatro Biondo inaugura una stagione che invita a interrogarsi sulla realtà attraverso la lente del racconto teatrale, continuando a essere un luogo di incontro tra comunità, linguaggi e visioni.


