La scuola nell’era dell’intelligenza artificiale

La scuola 4.0 che prevede spazi innovativi e didattica digitale, deve fare i conti con l’Intelligenza Artificiale (IA) ovvero l’abilità di una macchina di mostrare capacità prettamente umane come il ragionamento. Ma l’Intelligenza Artificiale è davvero una risorsa per la scuola?

Roma, 25 maggio 2023 – I continui cambiamenti sociali portano la scuola ad affrontare sempre nuove sfide e a sviluppare nuovi modi di fare educazione. La scuola 4.0 che prevede spazi innovativi e didattica digitale, deve fare i conti con l’Intelligenza Artificiale (IA) ovvero l’abilità di una macchina di mostrare capacità prettamente umane come il ragionamento.

Ma l’Intelligenza Artificiale è davvero una risorsa per la scuola?

L’ultimo progresso tecnologico in questo ambito è ChatGPT, Chat Generative Pre-trained Transformer, un prototipo di chatbot, cioè un software progettato per simulare una conversazione, basata su Intelligenza Artificiale. Il progetto è stato sviluppato dall’organizzazione americana di ricerca sull’Intelligenza Artificiale OpenAI, organizzazione fondata da Elon Musk nel 2015.

La ChatGPT ha milioni di utilizzi, tra questi il fare i compiti assegnati dai docenti agli alunni. Infatti, può scrivere in pochi secondi e senza alcuna fatica testi ed elaborati come farebbe una persona in carne e ossa. Gli studenti e i giovani di oggi hanno dimestichezza e familiarità con app e tecnologia e molti hanno sperimentato l’efficacia di ChatGPT, soprattutto per i compiti in classe.

Per questo il dipartimento dell’istruzione di New York all’uscita di ChatGPT ne vietò l’uso, ma a oggi l’opinione sembra essere cambiata, l’orientamento è quello di gestire il potenziale dell’Intelligenza Artificiale, in quanto i ragazzi una volta usciti da scuola inevitabilmente dovranno fare i conti con la tecnologia digitale.

La preoccupazione è l’utilizzo smodato di tale strumento da parte degli studenti. Il compito della scuola è sviluppare il pensiero critico e il ragionamento, con ChatGPT, ciò viene meno, perché lo studente non svolge i propri compiti da solo servendosi delle sue capacità, ma una macchina li fa per lui.

In Italia non esistono al momento provvedimenti, ma la scuola dovrà rispondere alle sfide dell’Intelligenza Artificiale, promuovendo la consapevolezza nell’uso di questi strumenti, utili per il miglioramento della didattica e per promuovere nuove forme di apprendimento.

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