Danni e da social effetto Dunning-Kruger. Il blocco di AstraZeneca: una lezione da apprendere

22, marzo 2021 – Siamo proprio sicuri che il blocco del vaccino di AstraZeneca sia stato dovuto soltanto a ragioni precauzionali ovvero siano stati altri i fattori scatenanti? In primo luogo, viene da porre in evidenza come molte testate giornalistiche abbiano immediatamente titolato, senza che vi fosse alcun riscontro scientifico o evidenza da autopsia che, nei giorni successivi, non sono giunte. Sul punto riflettiamo anche di come il presidente dell’EMA, European Medicines Agency, non solo ribadì la convinzione che i benefici superassero gli effetti collaterali ma come non risultassero correlazioni tra i vaccini e gli incidenti. Le notizie successive sembrano confermare l’assunto.

Non possiamo escludere che la sospensione dei vaccini sia dovuta anche a obiettive ragioni precauzionali: non si scherza con la vita e sarebbe comprensibile, ma in questa infodemia (l’eccesso incontrollato di informazioni non verificate), sorgono sospetti che la scelta di sospendere la campagna vaccinale possa essere stata dettata da ragioni di opportunità politica e per seguire gli umori di pancia del momento.

La vicenda pone un importante quesito perché dovremmo muovere dalla circostanza che tutte, e si ribadisce tutte, le case produttrici forniscano garanzie e non vi sia traccia nelle più autorevoli ricerche scientifiche di controindicazioni, il popolo, specialmente quello della rete diffonde costanti dubbi sull’efficacia dei vaccini, del loro contenuto, degli effetti collaterali, del poco tempo trascorso dall’insorgere della pandemia alla vaccinazione quando per il cancro ancora non si è trovata la cura. La maggior parte ben possono essere classificate come follie e deliri, ma in rete circolano fin troppi messaggi che accusano governi e stati di voler vendere dati a Big Pharma e così via. Pregiudizi, preconcetti, paure, sono tutti elementi che, mossi da una massa enorme di utenti, ben possono incidere su decisioni importanti a livello governativo o magari internazionale. Chissà che qualche primo ministro o candidato a qualche incarico importante non possa decidere sul possibile calo di voti.

Resta tuttavia indubbio il peso della rete e dei social nell’intero contesto al punto di far riflettere sulla già richiamata necessità di prevedere forme di controllo anche perché sorgono dubbi, e stavolta fondati, di quanti commenti e like possano essere veri e non frutto di programmi di intelligenza artificiale deputati a diffondere notizie fake mediante la creazione di profili falsi. Una spiegazione che soddisfa molto di più rispetto a quella secondo cui è in corso un programma di sterminio dell’umanità: basterebbero semplicemente delle bombe o un attacco chimico mirato.

Ma quanto oggi sia potente la portata dei social lo dimostrano anche altri casi come la morte di una donna che rifiutò la chemio per curarsi con il metodo Hamer, che aveva già cagionato decessi di pazienti che si affidavano a metodi naturali quali, addirittura, impacchi di ricotta e ortiche o il caso del bambino deceduto per otite che i genitori curarono con cure omeopatiche.

L’esempio del vaccino è significativo e si vuole portare ad esempio di come la rete possa diventare elemento di destabilizzazione anche su situazioni che devono essere caratterizzate dalla certezza quali la scienza che, come più volte ribadito, non può essere democratica e quindi decisa dalle maggioranze del momento. I social, che hanno concesso l’assoluta libertà di esprimere il loro pensiero sono armi in mano a chiunque decida di sparare e l’effetto di simili colpi è quello denominato di Dunning-Kruger, una distorsione cognitiva che porta i poco esperti di un settore a sopravvalutare le proprie abilità ergendosi ad esperto: uno dei principali problemi della rete.

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