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Oftalmologia. Dopo lo stop pandemico uno sguardo al futuro: riorganizzazione e innovazione le parole d’ordine della ripresa

Roma, 7 luglio 2021 – Nel 2019 sono stati effettuati 650.000 interventi di cataratta. Nel 2020 circa 250.000: significa che in lista di attesa, da smaltire nei prossimi tre anni, c’è un accumulo di circa 400.000 interventi da eseguire. Questo è il numero simbolo dell’impatto che la crisi pandemica ha avuto nel settore dell’oculistica in Italia. Ma, nelle parole del presidente della SOI – Società Oftalmologica Italiana , Dott. Matteo Piovella “era normale che andasse così, perché l’oculistica non era un’emergenza e molti reparti sono stati chiusi nel corso del 2020. Ma adesso occorre ripartire e migliorare non solo in termini di investimento ma anche di organizzazione“.

Altra patologia che purtroppo è stata poco seguita è stata la maculopatia, il problema circolatorio -degenerativo- che interessa la retina. “Da 10 anni – continua Piovella- riusciamo a trattare la maculopatia con delle iniezioni intravitreali ma lo scorso anno, a fronte di una media di circa un milioni di iniezioni l’anno, sono stati effettuati solo 100.000 interventi.

Inoltre, circa il 90 per cento delle persone che ne soffre, per una serie di ragioni che consideriamo burocratiche, quindi risolvibili a nostro avviso, non ha accesso alle migliori cure. Per noi è un cruccio incredibile ed una responsabilità di cui dobbiamo rendere conto davanti a tutti i pazienti“.

La sanità è un settore competitivo in cui a fronte di poche risorse ci sono molti richiedenti, tuttavia non è più rimandabile un profondo aggiornamento del sistema anche per scongiurare la sempre più evidente polarizzazione pubblico/privato in cui quest’ultimo, potendo contare su rimborsi assicurativi e compartecipazioni da parte dei pazienti, riesce a dotarsi di strumentazioni e tecnologie che dovrebbero però essere accessibili a tutti i cittadini.

Occorrono fondi, e si spera che parte degli investimenti comunitari possa essere dirottata anche sull’oculistica; servono le attrezzature, oggi disponibili ma costose; serve un numero adeguato di medici, la SOI stima un bisogno di almeno 1000 nuovi medici oculisti nei prossimi anni. E tutti devono essere messi nelle condizioni di poter offrire le migliori prestazioni. Le differenze regionali talvolta sono troppo evidenti.

Un’emergenza sottovalutata: la miopia infantile

La miopia è una patologia progressiva, pertanto peggiora nel tempo – interviene il Dott. Luigi Mele, consigliere SOI-. La sfida è rallentare il peggioramento della miopia elevata che colpisce i bambini tra gli 8 e i 13 anni.

Esistono delle tecnologie da sperimentare e occorre iniziare ad intervenire in quanto abbiamo già osservato la crescita della miopia in Asia, legata a fattori genetici, con punte che hanno raggiunto il 100% in Corea del Sud. In Europa stimiamo che nei prossimi decenni la metà della popolazione infantile sarà miope“.

Per tentare di rallentare il peggioramento della miopia infantile, la SOI presenterà delle linee guida.

In termini di prevenzione cosa si può fare? “Certamente la visita alla nascita e poi a tre anni– continua il Presidente Piovella- cioè prima che il bambino inizi il percorso scolastico. Inoltre è necessario che i bambini stiano all’aperto, difficile dire quante ore al giorno, in quanto la vitamina D ha un ruolo molto importante per la salute della vista. Non ci stancheremo mai di dire che anche se il cielo è coperto, i benefici del sole arrivano comunque. Inoltre se il bambino segue la didattica a distanza o utilizza dei dispositivi è necessario che ogni 30 minuti si stacchi e – per almeno un minuto- guardi verso l’infinito“. In questo modo infatti si allenta lo spasmo accomodativo, l’occhio si riposa e non si sforza nella prolungata attività di mesa a fuco da vicino.

Conclude il Dott. Mele: “Non possiamo evitare che i dispostivi elettronici vengano utilizzati, sappiamo che fanno parte del futuro. Ma non dobbiamo subirli e occorre attuare una corretta prevenzione e monitoraggio della salute degli occhi“.

Foto: Daniil Kuželev [1] on Unsplash [2] e ufficio stampa SOI