I meravigliosi meccanismi del cervello: come un’emozione forte può risvegliare vecchi ricordi.

Lo studio pubblicato su Nature getta una nuova luce sui sistemi di archiviazione del cervello.

Un team di scienziati americani ha scoperto che l’effetto Amarcord generato da emozioni forti,come la nascita di un figlio, o un attentato terroristico (come l’11 settembre) è in grado di far affiorare nella mente ricordi del passato, non connessi direttamente all’evento e sopiti nella memoria: un effetto retroattivo che permette al passato di riaffiorare in maniera più vivida e potente.

L’emozione vissuta dunque non fa solo ricordare ogni più piccolo particolare di uno specifico episodio coinvolgente, ma rafforza nella mene anche le memorie più antiche, accantonate dalla memoria perché apparentemente prive di significato.

A fotografare questo meccanismo sono i ricercatori della New York University, secondo cui l’apprendimento emotivo può portare al rafforzamento dei ricordi più vecchi, aggiornandoli e, di conseguenza, cambiandoli.
«Noi monitoriamo continuamente il nostro ambiente – spiega Joseph Dunsmoor, uno degli autori dello studio – e, in questo processo, accumuliamo innumerevoli dettagli. Poi ne dimentichiamo la maggior parte, ma i nuovi risultati ottenuti con la ricerca suggeriscono che gli eventi significativi o emotivi possono preservare selettivamente la memoria di informazioni incontrate in precedenza» e accantonate perché allora ritenute senza particolare significato.

Gli scienziati hanno condotto una serie di esperimenti per seguire il destino di queste informazioni apparentemente non rilevanti, e diventate in un secondo momento più significative. Obiettivo: capire se e come i ricordi passati vengono “aggiornati” alla luce di un nuovo apprendimento emozionale.

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di individuare una serie di immagini di animali e attrezzi. Circa 5 minuti dopo sono stati collegati ai loro polsi degli elettrodi e sono state mostrate nuove immagini di animali e strumenti, richiedendone l’identificazione. Solo che in questo caso, dopo aver presentato una categoria, è stata inviata una leggera scossa, procedura utilizzata per rendere emotivamente significativo qualcosa. Gli esperti hanno poi testato la memoria dei soggetti per tutte le immagini viste durante l’esperimento. E non sono rimasti sorpresi nel verificare che quelle abbinate alla scossa venivano ricordate meglio delle altre.

Tuttavia, i ricercatori hanno anche scoperto che l’apprendimento emotivo ha “scavato” nel passato. Cioè ha influenzato pure il ricordo di immagini della stessa categoria (animali o attrezzi) viste dai soggetti prima di ricevere la scossa. Secondo gli scienziati, le persone sono in grado di richiamare alla mente un ricordo ordinario perché successivamente legato all’apprendimento emozionale. Questa memoria “potenziata” per eventi precedenti è stata osservata solo dopo un ritardo, il che – sottolineano gli esperti – suggerisce che il miglioramento retroattivo dei ricordi avviene facilitando la memoria a lungo termine.

Gli autori Lila Davachi e Elizabeth Phelps concludono che «I risultati evidenziano la natura altamente adattativa del nostro sistema di “archiviazione” e suggeriscono che la memoria non solo può viaggiare indietro nel tempo per recuperare eventi del passato, ma può aggiornare questi ricordi, con importanti nuove informazioni o dettagli».

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