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Anche l’esperienza di Romiti meriterebbe una riflessione approfondita

Roma, 19 agosto 2020 – Raramente capita che due personalità così rilevanti per la vita di un paese, e per ragioni diverse e ruoli differenti svolti, hanno comunque espresso linee di rinnovamento e di sviluppo per la modernizzazione dell’Italia e la sua non marginalizzazione dal contesto europeo e mondiale in rapido mutamento. Di Draghi abbiamo ammirato la lucida analisi all’inaugurazione a Rimini dell’incontro annuale di Comunione e Liberazione secondo temi già in gran parte espressi alla Cattolica di Milano in occasione del conferimento della laurea honoris causa. Cesare Romiti e’stato una espressione ininterrotta di impegno per il rinnovamento del paese tanto come grande manager dell’Iri e ascoltato consulente di Cuccia a Mediobanca, quanto nel ruolo di amministratore della Fiat ai tempi della presidenza dell’avvocato Agnelli. Anche dopo, Romiti e’stato dinamicamente attivo nella società italiana con la presidenza del Corriere della sera e da ultimo come presidente dell’associazione Italia-Cina anticipando di gran lunga gli entusiasmi tardivi e in parte improvvisati verso Pechino.

Alla lungimiranza di Romiti va ascritto il confronto vivacissimo ma non infruttuoso con Luciano Lama e un certo estremismo sindacale sfociato nell’occupazione degli stabilimenti di Torino dove si era recato lo stesso Berlinguer a tenere un comizio a sostegno dell’occupazione. Scelta discutibilissima che provocò la storica marcia dei 40.000, che causò la fine dello sciopero con la ripresa delle trattative e maggiore ragionevolezza nelle relazioni sindacali. La stagione era del resto una brutta stagione con ripetuti tentativi di infiltrazioni e non solo del terrorismo nelle fabbriche e l’assassinio di magistrati, professori universitari ed esponenti del mondo dell’impresa . Anche in questa stagione difficile Romiti svolse una funzione discreta e positiva, con inevitabili incertezze ed errori, ma complessivamente utile a migliorare le condizioni della convivenza.

Si torna a ricordare le riserve di Romiti sui tempi e sui modi dell’adesione dell’Italia alla moneta unica, obiezioni che lo stesso Mario Monti ha riconosciuto plausibili e non infondate, nonostante il presidente della Bocconi e senatore a vita Mario Monti ribadisca la sua condivisione della scelta compiuta da Prodi e Ciampi. Personalmente ho incontrato più volte Romiti per ragioni professionali, più spesso ai concerti dell’Auditorium di Roma come spettatore qualunque, attento e competente. L’ultima volta ad un convegno di Italia-Cina presso l’ Antoniano di Roma. Alla troupe scadeva il tempo e inviai  un biglietto a Romiti chiedendogli di lasciare brevemente il tavolo per parlare dell’iniziativa. Mi rispose subito che non poteva lasciare il tavolo della presidenza e che dovevo aspettare la fine del convegno. Se si fosse trattato di un normale politico o anche di un ministro, l’intervista l’avrei sicuramente ottenuta subito . Ecco Romiti sapeva resistere a queste banali tentazioni e si muoveva di sicuro su un terreno più alto. Per questo non ho resistito alla tentazione di ricordarlo dopo le idee e le indicazioni di alto profilo offerte ieri da Mario Draghi. Mi sembrano pensieri lunghi come si diceva una volta, non superficialità e propaganda di cui il paese non ha assolutamente bisogno.

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Nuccio Fava, giornalista  professionista e politico italiano. È l’unico giornalista ad essere stato direttore del Tg1 e Tg3 RAI. 

Il suo impegno politico ha avuto inizio all’Università nelle file della Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista.

Nel 1967 ha cominciato la carriera alla RAI: dal 1987 al 1989 e dal 1996 al 1997 è stato direttore del TG1, mentre dal 1997 al 1998 ha ricoperto la direzione del TG3. È stato inoltre responsabile delle tribune politiche; quindi, nel 1996, ha condotto il confronto tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi in vista delle elezioni politiche.

Nel 1994 è stato coordinatore del Partito Popolare Italiano in Calabria.

Per le elezioni regionali calabresi del 2000, si candida alla presidenza della regione, a capo di una coalizione di centro-sinistra: viene però sconfitto da Giuseppe Chiaravalloti, sostenuto dalla Casa delle Libertà.

Nel 2003 aderisce all’Udeur, per il quale è candidato alle elezioni europee del 2004 (circoscrizione Italia Nord-occidentale); i risultati non sono tuttavia lusinghieri.Arriva poi alla direzione de Il Campanile nuovo, giornale di partito dell’Udeur, ma la collaborazione si interrompe nel 2005.

Dal 2007 è presidente della sezione italiana dell’Associazione Giornalisti Europei. L’8 settembre 2012 viene premiato per la sua attività e la sua passione civile nel corso del Premio Ilaria Alpi.

Nuccio Fava è sposato ed ha cinque figli.