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Stallo sulla manovra di bilancio? Conte rassicura: il mio è un “silenzio operoso”

«Le parole hanno un peso, il mio è un silenzio operoso e virtuoso». Così il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha risposto alle domande dei giornalisti in merito alla situazione di stallo che si è venuta a creare in sede di commissione Bilancio. Il premier era presente all’assemblea dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).

Conte si è detto fiducioso, confidente in una soluzione positiva e in un dialogo con l’Europa. Ha assicurato inoltre che il governo sta lavorando senza sosta per ottenere risultati concreti, è certo che lo spread tornerà a livelli normali mentre il Pil tornerà a crescere.

Ha ribadito poi l’importanza del piano di investimenti per 20 miliardi nei prossimi tre anni, dedicati a infrastrutture e opere di difesa del territorio contro i rischi idrogeologici, che oltre a generare un processo di risanamento darà nuovo impulso a diversi settori.   

Un piccolo accenno Conte lo ha fatto anche sulla spesa negli ultimi mesi dello 0,7% del Pil, pari a 12,4 miliardi e che sono serviti ad evitare l’aumento dell’Iva e a non deprimere la domanda interna. Questa “saggia”scelta ha detto, non deve far dimenticare che se fosse stato operato diversamente adesso il rapporto deficit/Pil sarebbe stato pari a 1,7% e quindi a un valore che probabilmente avrebbe evitato le tensioni con l’Unione Europea.

Se Conte però decide che il “silenzio è d’oro”, c’è chi invece si fa sentire, come il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che in occasione di una manifestazione svoltasi ieri a Torino ha chiesto al premier di dimettersi qualora non riuscisse a convincere i suoi vice ad accettare i tagli proposti dall’Unione Europea, affinché le sanzioni vengano scongiurate.  

Nel frattempo al termine dell’Ecofin, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ha affermato che il dialogo «va avanti» e che ora sono «necessari atti concreti», anche se bisogna «prendere decisioni politiche».

Atteso stasera l’intervento sempre del ministro Tria in sede di Commissione di Bilancio, come richiesto dalle opposizioni.