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Governo, Conte rinuncia. Mattarella: no ministri anti-euro

Roma – In oltre 70 anni di storia repubblicana non si era mai vissuta una pagina come questa. Piena di incognite e dagli esiti quanto mai incerti. Archiviato tra le polemiche il Governo Conte si riparte stamattina da Carlo Cottarelli, atteso al Quirinale per ricervere l’incarico di formare un esecutivo “neutrale”. Ma intanto M5S chiede di parlamentarizzare la crisi e invoca l’articolo 90, quello che prevede la messa in stato di accusa del Capo dello Stato. Le parole del Presidente “Nessuno può sostenere che io abbia ostacolato la formazione del governo che viene definito del cambiamento, al contrario ho accompagnato con attenzione questo tentativo nel rispetto delle regole della Costituzione”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla al termine dell’incontro con Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio incaricato di formare il governo ha rimesso il mandato dopo che il nodo Paolo Savona al ministero dell’Economia non è stato superato. “Ho condiviso e accettatto tutte le proposte tranne quella del ministro dell’Economia” spiega Mattarella. “Ho chiesto un autorevole esponente politico della maggioranza”, aggiunge, “ho registrato con rammarico indisponibilità a ogni altra soluzione”. La situazione, prosegue il capo dello Stato, “ha messo in allarme risparmiatori e investitori italiani e stranieri” portando a un’impennata dello spread che ha creato “rischi concreti per i risparmi dei nostri cittadini e le famiglie italiane”. La decisione di non accettare il ministro dell’Economia, aggiunge, “non l’ho presa a cuor leggero, ora da alcune forze politiche mi si chiede di andare alle elezioni. Prenderò delle decisioni sulla base dell’evoluzione della situazione alle Camere.

Una crisi senza precedenti. E Meloni e Di Maio pensano all’impeachment. La rinuncia di Conte ha aperto una crisi isituzionale senza precedenti, con dure accuse al Colle da Lega, M5s e Fratelli d’Italia. Si valuta da alcuni l’ipotesi di impeachment. Nessun commento dal Quirinale sull’ipotesi di impeachment ventilata da Giorgia Meloni (Fdi) per il capo dello Stato Sergio Mattarella per l’indisponibilità a Savona come ministro dell’Economia. Sull’ipotesi di alto tradimento in base all’articolo 90 della Costituzione, rivelano indiscrezioni, starebbero ragionando anche sul versante M5s. Tuttavia, la Lega non si accoderebbe, al momento, a chi chiede la messa in stato di accusa del presidente della Repubblica. E’ quanto si apprende da fonti del partito di via Bellerio dopo la proposta di impeachment evocata dal Movimento 5 stelle e FdI. Il braccio di ferro su Savona non è stato dunque superato. E’ il nome attorno al quale il Carroccio ha fatto quadrato. Ed è su di lui che Salvini ha messo un punto di non ritorno. Tanto che il leader della Lega ha parlato subito di ritorno al voto.