Jacopino: Giornalisti in schiavitu’, scontro con Renzi: domani mattina abolirei l’Ordine dei Giornalisti

Il presidente nazionale dell’OdG Enzo Jacopino sostiene il blocco dei soldi pubblici agli editori che sottopagano i giornalisti

Roma – Acceso scontro tra Enzo Jacopino e Matteo Renzi, in apertura delle conferenza di fine anno del premier, sul problema dello sfruttamento dei giornalisti sottoposti a “schiavitu’” da alcuni editori.

Il presidente nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti, ha fortemente sollevato la questione delle misere retribuzioni di oltre 25 mila giornalisti, sottopagati da editori pirati. Vengono applicati contratti “capestro” di 4920 euro l’anno, ovvero 300 netti al mese, che garantiscono sempre meno il settore, e come 3mila euro netti al mese non sono considerati pensioni d’oro, non è sostenibile  che con 4920 euro l’anno, ovvero 300 netti al mesi, il giornalista non  sia in schiavitu’, afferma Jacopino, che  incalza chiedendo al premier di bloccare i denari pubblici agli editori che non pagano dignitosamente i giornalisti, attraverso l’introduzione nella legge di Riforma delle provvidenze, l’obbligo per gli editori di documentare le retribuzioni. Condizionare cioè l’assegnazione dei contributi solo per i gruppi editoriali piu’ seri che applicano un regime di equa retribuzione dichiarata.

Ma per Matteo Renzi, non vi è “schiavitu’” di cui parla Jacopino, anzi abolirebbe da domani mattina l’Ordine dei Giornalisti”, assicurando però circa l’equo compenso “mi farò tramite presso il sottosegretario Lotti per verificare lo stato di attuazione degli accordi”.

Il presidente Jacopino, esce amareggiato dalla conferenza di fine anno, e dice che a Renzi non raccontano la verità se pensa che l’unica risposta al problema sia l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, che invece da anni è l’unico organo che contrasta la politica di sostegno ai gruppi editoriali portata avanti dalla Fieg (Federazione italiana editori e giornali).

Penso che il premier sia una persona intelligente, continua Enzo Jacopino, ed è superficialità imbrazzante ignorare la realtà e il problema dello sfruttamento editoriale nei confronti dei giornalisti, e non si può sostenere che con 4920 euro l’anno  il giornalista non sia  in schiavitu’.

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