L’immane catastrofe nel Mediterraneo svela la carenza politica e strategica dell’Europa

Nemmeno l’immensa tragedia tra sabato e domenica scorsa sembra davvero mettere a nudo la politica e le stesse commosse reazioni dell’opinione pubblica mondiale. Non sono certo mancati commozione ed orrore, con sciagurati esempi però di volgarità e abominevoli strumentalizzazioni, specie sui social net che mettono in circolazione messaggi sublimi ed ignobili che vengono comunque canalizzati anche nei vari talk show televisivi. La buona politica è stata però ancora una volta assente : un consiglio straordinario dell’Ue annunciato in tutta fretta da Renzi all’indomani della sciagura è stato rinviato di 4 giorni enfatizzando oltre il ragionevole la sua portata, per altro dando per scontato  decisioni risolutive, a quanto pare ancora tutt’altro che decise e condivise.

Ma la politica cerca a suo modo di celebrare comunque se stessa, ciascuno tenta di presentarsi con l’alloro del vincitore, o almeno del meno peggio. Ciascun Paese ha per la sua parte grandi responsabilità, né il caos – anzi una vera e propria guerra in Libia- può fare da alibi e da copertura alle gravi carenze di una iniziativa finora del tutto carente da parte dell’Europa. Confusamente si era capito dopo l’incontro di Obama e Renzi della scorsa settimana, che in qualche misura gli Usa avrebbero sostenuto una maggiore iniziativa dell’Italia e dell’Europa nel Mediterraneo, senza però impegnarsi troppo dopo l’esito tragico della cacciata di Gheddafi: dalla cacciata del tiranno, allo scoppio delle guerre tribali per bande. Più in generale tuttavia dopo il fallimento sostanziale delle cosiddette primavere arabe, l’inasprirsi di tutte le guerre del Medio Oriente, specie in Siria e in Iraq accompagnate da una gigantesca catastrofe umanitaria di milioni di rifugiati, e con ancora mancata definizione conclusiva sul nucleare iraniano.

Questo quadro sconvolgente e drammatico, come per l’Ucraina, richiederebbe una strategia ben più ampia e coordinata di quella che l’Europa e la comunità internazionale sono riuscite ad esprimere.

Solo Mattarella e il Papa ne hanno mostrato consapevolezza e grande preoccupazione, con la richiesta di “più Europa politica” come fattore decisivo di ogni possibile equilibrio e di pace. Significamente l’incontro in Vaticano avveniva poche ore prima della più grande catastrofe umanitaria del mar Mediterraneo con centinaia e centinaia di morti, la terribile conferma delle inaudite condizioni di violenza e di sfruttamento anche di donne e bambini ammassati come agnelli in fondo alla stiva del barcone della morte. Pochissimi i superstiti e drammatici i loro racconti, preziosi comunque per i magistrati siciliani al fine di arrestare scafisti e crudeli aguzzini.

La tv ha dato largo spazio , facendoci finalmente vedere nel cuore della notte, il ministro Del Rio che portava il mesto saluto dell’Italia agli sventurati e ringraziava in modo sobrio e convincente gli ufficiali della guardia costiera e tutti gli uomini e le donne che si erano prodigati nell’opera di salvataggio. In qualche modo si suppliva -per quanto possibile- ad uno spettacolo di desolazione e di impotenza , offerto specialmente  nelle prime ore dopo il disastro. Renzi terrà la sua brillante orazione parlamentare e poi partirà per Bruxelles dove finalmente si terrà il consiglio straordinario dei capi di governo europei.

(22.4.2015)

(da www.aje.it)

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