“Dal cuore alle mani”: a Roma la mostra di Dolce&Gabbana celebra l’arte della moda

In scena al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 13 agosto 2025. Allestimento sublime, ogni sala lascia senza parole colmando gli occhi di bellezza….la Sicilia esplode in una festa di colori, sensuale, potente e autentica. Un viaggio immersivo tra cultura italiana, maestria sartoriale e immaginario visionario firmato dai due couturier

Sara Piccolella

C’è un confine sottile tra moda e arte. E quando a tracciarlo sono le mani, gli occhi e il cuore di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, quel confine semplicemente svanisce.

Succede a Roma, tra le sale eleganti del Palazzo delle Esposizioni, dove la mostra “Dal cuore alle mani” – dopo aver incantato Parigi e Milano – si svela al pubblico fino al 13 agosto, come una vera e propria dichiarazione d’amore alla cultura italiana e alla sua straordinaria artigianalità.

Promossa da Roma Capitale e Palaexpo, con la curatela di Florence Müller e le scenografie di Agence Galuchat, l’esposizione raccoglie oltre 200 creazioni, suddivise in 11 sale tematiche. Ogni ambiente è un universo a sé, capace di raccontare l’identità profonda della maison e le sue radici affondate tra Milano e la Sicilia, passando per Venezia, Palermo, l’opera, il cinema.

Il percorso si apre con un’ode al saper fare: tessuti intrecciati, ricami minuziosi, applicazioni che sembrano dipinte a mano. Il gesto artigianale è il vero protagonista, capace di tradurre la memoria in visione contemporanea.

Segue la sala del vetro, dove le trasparenze degli abiti dialogano con specchi e lampadari, in un tributo alla tradizione vetraria veneziana che diventa riflesso di eleganza e tecnica.

Nella sala ispirata a “Il Gattopardo”, atmosfere viscontiane, velluti e tagli sofisticati evocano una nobiltà al tramonto, mentre la Sicilia esplode in una festa di colori, piume, ceramiche e gonne dipinte. L’identità isolana si fa vivace e sensuale, potente e autentica.

Il tono si fa più etereo nella sala dedicata al Barocco Bianco: stucchi, putti, cariatidi e decorazioni seicentesche diventano parte di abiti leggeri, scolpiti nella trasparenza dell’organza. Il bianco non è assenza, ma spazio spirituale, equilibrio tra rigore e ornamento.

Il viaggio prosegue nella dimensione del sacro e profano. Veli neri, cuori dorati, mantelli ricamati costruiscono una visione intensa, quasi mistica, dove la moda assume il linguaggio della liturgia e della devozione.

C’è spazio anche per la musica. Gli abiti ispirati a opere liriche come Tosca, Turandot, La Traviata o Madama Butterfly celebrano l’estetica del dramma, la potenza della voce tradotta in silhouette.

E poi, naturalmente, l’atelier. Il cuore pulsante del processo creativo. Qui si entra nella fucina delle idee, dove ogni forma prende vita tra intelaiature, volumi scultorei e tecniche sartoriali che sfidano il tempo. La figura femminile viene scolpita, trasformata, glorificata. L’abito non veste: racconta.

Lungo il percorso, il visitatore si imbatte anche in “Devotion”, il docufilm firmato da Giuseppe Tornatore, che restituisce con delicatezza e profondità l’universo poetico e simbolico di Dolce&Gabbana. Non è la chiusura della mostra, ma un momento sospeso che completa l’esperienza emotiva.

In “Dal cuore alle mani”, tutto parla di cura, memoria, passione. Non si assiste a una semplice esposizione di moda, ma a un racconto che intreccia identità e visione. Un’ode al patrimonio culturale italiano, interpretato con occhi contemporanei, mani sapienti e un cuore che continua a battere per la bellezza.

Sara Piccolella

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