Libri. “Robert Brasillach. In tragico d’infinito”. Pierfranco Bruni per Solfanelli Editore

La dimensione della coerenza fino alla fine in Brasillach nella Francia della rivolta. Il cammino religioso sulla via della Passione di Cristo come fenomenologia metafisica nelle Confessioni narranti. La rilettura dello scrittore e giornalista sul piano ontologico oltre la storia. Robert Brasillach condannato a morte e giustiziato (1945) nel libro di Pierfranco Bruni

Robert Brasillach. Un poeta, uno scrittore, un giornalista nella Francia tra rivolta, conflitti, contraddizioni e tentativi di rivoluzione. Una Francia la sua, che aveva superato “l’epica” dell’Illuminismo e si era inserita, già dal primo Novecento, attraverso una cultura delle innovazioni e delle arti, in una visione esistenzialista più umbratile.
Le radici di questa “decadenza” affondavano in Baudelaire e Apollinaire e scavavano una dimensione tra l’onirico e il tragico, di cui anche la politica risentiva. Un tempo che vedrà forte l’impegno e le sperimentazioni artistiche.
In una tale temperie, in cui la considerazione dell’antipolitica si era aperta a uno spiraglio dialettico, il politico e letterato Brasillach si pone al centro con le sue discussioni, con i suoi saggi e articoli giornalistici e soprattutto con un narrare che ha come riferimento la “confessione”.

Chi è stato realmente Robert Brasillach? E perché è stato ucciso? La poesia muore sotto i colpi dei proiettili. Sarebbe necessario parlarne senza retorica e demagogia.

Ma perché è stato ucciso un poeta? Un grande poeta. Unico. Robert Brasillach (Perpignan, 31 marzo 1909 – Forte di Montrouge, 6 febbraio 1945) ha una voce che si fa inquietudine e armonia. Si fa rapimento esistenziale e superamento di qualsiasi disperazione. Poetica dell’attesa della rivelazione pur fortemente consapevole dell’innocenza in un destino che accomuna sacrificio e fede.

Dopo la liberazione di Parigi nel 1944, accusato di collaborazionismo con il Terzo Reich, fu condannato a morte e giustiziato, avendo De Gaulle rifiutato di concedergli la grazia. La sentenza rimane un caso controverso nella storia giuridica francese, perché basata su “crimini intellettuali” piuttosto che su azioni militari o politiche.

Brasillach sa guardare la morte in faccia e senza timore ci lascia la sua “accettazione”.

In questo libro di Pierfranco Bruni si sottolinea l’importanza del Brasillach religioso e cattolico, del poeta che ripercorre il cammino del Cristo in Croce e la sua Passione in una visione ontologica e metafisica. Emerge l’uomo di fede che interpreta la storia e i fatti come elementi fenomenologici in una complessità di letture, la cui direzione è restare coerente sino alla fine.

[ISBN-978-88-3305-649-4]

Pagg. 134 – € 11,00

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.

Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al  Ministero della Cultura

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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