L’accusa del silenzio. L’operato di Papa Pacelli documentato da Johan Ickx

L’accusa a Pio XII era grave: silenzio sugli ebrei e addirittura  collaborazionismo col nazismo. Johan Ickx, da 20 anni lavora negli archivi della Santa Sede, oggi è il Direttore dell’Archivio Storico della Sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, si è assunto l’onere di scrivere un saggio storico basandosi solo su testimonianze documentali autentiche, desecretate da Papa Francesco. Il saggio: Pio XII e gli ebrei, edito da Rizzoli


Roma, 31 ottobre 2022 – È stata questa per diversi anni e da diversi angoli l’accusa inizialmente velata e poi, via via sempre più forte, nei confronti del cardinale Eugenio Pacelli divenuto Papa il 2 marzo del 1939 col nome di Pio XII che, per sua  sfortuna, la propria elezione coincise con l’inizio del secondo conflitto mondiale e con tutto quanto il nazismo mise insieme nei sei disastrosi anni successivi. L’accusa a Pio XII era grave: silenzio sugli ebrei e addirittura  collaborazionismo col nazismo. Da lì partì il solito italico mix basato sulla “cultura del sospetto” che  produsse il solito e stantio anticlericalismo à la page in cui la fantasia alla base del pregiudizio costituiva l’asse portante delle accuse.

Ad un certo punto, come accadeva nei duri anni ’60 con la guerra fredda, prima la stampa sovietica e poi la celebre pièce teatrale “Il vicario“, lo descrissero all’opinione pubblica sotto tutt’altra luce.

Il Vicario fu un’opera teatrale scritta dal drammaturgo tedesco Rolf Hochhuth nel 1963. Il titolo originale dell’opera Der Stellvertreterfaceva riferimento al Papa che è “Gottes Stellvertreter“, cioè il Vicario di Cristo. Nel 1965 la pièce venne allestita anche a Roma dal militante attore e regista Gian Maria Volonté. Come capiterà alcuni anni dopo al Presidente Giovanni Leone con il libro “La carriera di un presidente” di Camilla Cederna, il tutto si basava su “pregiudizi e voci” che divennero prove. Il veleno della cultura del sospetto è andato avanti per lunghi anni con lo stillicidio di presunte responsabilità di Pio XII finchè, con la sua grande forza, Papa Francesco ha desecretato i documenti sull’argomento e a Johan Ickx, che lavora da 20 anni negli archivi della Santa Sede ed oggi è il Direttore dell’Archivio Storico della Sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, si è assunto l’onere di scrivere un saggio storico e di basarsi solo su testimonianze documentali autentiche. In parole povere una seria e documentata scrittura storica che si basa sui documenti e sui fatti e non sui soliti pregiudizi e falsità.

Nei rapporti tra la Chiesa Cattolica ed il nazismo si era già cimentato, anni prima, il capo archivista del Bundestag lo storico tedesco Michael Feldkamp che, col volume “Pio XII e la Germania” aveva dato una forte risposta al libro di John Cornwell su Pio XII – “The Pope Who Remained Silent” e dove dimostrò che Pacelli aveva salvato personalmente, come aveva già segnalato il prof. Hubert Wolf dell’Università di Münster, almeno 15 mila ebrei. Il metodo operativo di Pio XII fu quello di aprire monasteri e chiese in modo che le persone potessero essere nascoste e sfuggire alla caccia nazista.

Un’altra grande testimonianza in merito viene da suor Margherita Marchione, una delle maggiori studiose di Pio XII. La religiosa statunitense, di chiare origini italiane, fu docente universitaria e si impegnò principalmente nella ricerca sull’Olocausto e in particolare sugli sforzi profusi da Papa Pacelli per salvare gli ebrei di Roma. Suor Marchione faceva parte della Congregazione delle Maestre Pie Filippini ed era docente di Letteratura Italiana alla Fairleigh Dickinson Univesity.

È interessante notare, fra le tante prove, che l’allora presidente degli Stati Uniti o i suoi collaboratori del Dipartimento di Stato abbiano ripetutamente contattato Pio XII per avere informazioni su molti casi individuali. Come non ricordare che la Guardia Palatina papale, una specie di guardia del corpo del Papa come l’attuale Guardia Svizzera, si trovò coinvolta in risse con le famose  Waffen-SS della Wehrmacht per nascondere gli ebrei nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore senza dimenticare di evidenziare che nell’Archivio Segreto si trovano circa 20 milioni di lettere di richieste di aiuto cui il Santo Padre, tramite i suoi delegati nel mondo, riuscì a rispondere.L’opera di Johan Ickx è enorme e segnerà definitivamente un punto di svolta storico e definitivo nei confronti di Pio XII. La scrittura, pur impiantata su atti documentali, è scorrevole e narrativa: un libro da leggere per capire!

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