Pentagon Papers

Roma, 25 nov. 2023 – Fra le infinite differenze tra l’Italia e gli Stati Uniti di oggi ce n’è una che è vitale e che viene prima di tutte le altre: la capacità di affrontare la realtà per quella che è insieme ad un alto tasso di reale democrazia. Mi spiego meglio in Italia si preferisce costruire ed innalzare statue di “miti” (dal greco antico mŷthos) quale narrazione investita di sacralità invece di fare Storia e diffonderla. Anche gli USA costruiscono dei miti, ma poi molto spesso producono documenti che smentiscono totalmente le falsità inventate per costruire il mito di turno. Chi non ricorda il Vietnam con la sua spietata guerra?

Daniel Ellsberg consegnò 7mila pagine che, in sintesi, furono riportate per la prima volta all’attenzione del pubblico americano sulla prima pagina del New York Times il 13 giugno 1971, con il titolo: “Vietnam Archive Pentagon Study Traces 3 Decades of Growing U.S. Involvement” nello stesso periodo fu pubblicato “Il rovesciamento di Ngo Dinh Diem maggio-novembre 1963“, pp. 201-276. (Boston: Beacon Press, 1971).

L’ amministrazione Kennedy era a conoscenza della pianificazione del colpo di Stato ed il Cable 243 del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti all’ambasciatore americano nel Vietnam del Sud Henry Cabot Lodge Jr., affermava che era politica degli Stati Uniti non cercare di fermarlo.

In questi documenti si dimostrava che, il governo degli Stati Uniti fosse coinvolto negli affari del Vietnam con responsabilità dirette di ben quattro Presidenti: Harry S. Truman, con cui gli Stati Uniti aiutarono la Francia nella sua guerra contro il Viet Minh guidato dai comunisti durante la prima guerra dell’Indocina nei lontani anni ’40.

Sotto il presidente Dwight D. Eisenhower, il governo degli Stati Uniti svolse un “ruolo diretto nel crollo definitivo dell’accordo di Ginevra” nel 1954, sostenendo il nascente Vietnam del Sud e segretamente minò il paese comunista del Vietnam del Nord.

Sotto il presidente John F. Kennedy, il governo degli Stati Uniti trasformò la sua politica nei confronti del Vietnam da una “scommessa limitata” ad un vero e proprio  “impegno di ampio e totale respiro”.

Sotto il presidente Lyndon Johnson, il governo degli Stati Uniti iniziò a condurre operazioni militari segrete contro i comunisti del Vietnam del Nord in difesa del Vietnam del Sud.

Nello specifico il presidente Kennedy diede inizio fin dal 1961 al grande potenziamento dell’intervento statunitense in Vietnam mentre, quello passato nella narrazione comune come il “cattivo”, Richard Nixon, iniziò a negoziare la pace con il Vietnam del Nord e con il Vietcong e da allora in poi, la presenza americana in Vietnam iniziò a ridursi e nel 1973 gli Stati Uniti ed il Vietnam del Nord firmarono un armistizio a Parigi. Il 30 aprile del 1975, il Vietcong e le truppe nordvietnamite entrarono nella capitale Saigon. Ufficialmente gli stati Uniti pagarono, oltre che con miliardi di dollari, questa sconfitta anche con oltre 60.000 morti e più di 153.000 feriti.

Il mito iniziato ad edificarsi sulla figura di Kennedy è stato narcotizzato negli USA con la pubblicazione di documenti che dimostravano la sua capacità di gestire il ruolo di Prima Potenza mondiale e di scrivere pagine di Storia.

In Italia, invece, dove non si fa Storia ma solo narrazione di storie il mito è ancora lì, portato avanti da molti ed in particolar modo da un mirabile ex comunista che, solo dopo la caduta del Muro e la cosiddetta tangentopoli, dichiarò di non essere mai stato comunista e, per continuare a rinforzarne il mito, gli sono stati anche dedicati libri e documentari prontamente ripresi da Tv, radio e giornali anche in questi giorni in cui ricorre l’anniversario dell’uccisione di Kennedy.

In conclusione si può affermare che l’Italia è rinchiusa in miti costruiti ad hoc e che non danno la giusta ed equilibrata visione di ciò che è stato, alterando in tal modo, la conoscenza del presente e senza possibilità di costruire il domani.

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Photo cover: Ngô Đình Diệm ( Hué, 3 gennaio 1901 – Saigon, 2 novembre 1963) il 23 ottobre 1955 Diệm depose l’imperatore Bao Dai e proclamò la Repubblica del Vietnam, divenendone il 26 ottobre il primo presidente. In particolare ad appoggiare Diệm era il milione di cattolici fuggiti dal Vietnam del Nord a causa della nascita del governo comunista di Ho Chi Minh[4]. Il regime – datosi nel 1956 una costituzione autoritaria – suscitò la protesta della maggioranza buddhista e operò contro il nascente movimento di guerriglia comunista, organizzato nel Fronte nazionale di liberazione. Diệm venne assassinato nel 1963 insieme al fratello, nel corso di un colpo di Stato preparato con il concorso dei servizi segreti statunitensi e con l’avallo formale del presidente John Fitzgerald Kennedy.

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Raffaele Romano, nato a Napoli ma vive a Roma, è un giornalista e scrittore di Storia contemporanea. Attualmente collabora con “Paese Italia Press.it” “La Freccia Web.it”, “Pensa Libero, La voce di New York”, con “L’Avanti on line” e col “Nuovo Giornale Nazionale”. In passato ha collaborato con l’Avanti per diversi anni, al quotidiano economico finanziario Ore 12 poi ha diretto Events Karate la rivista della federazione internazionale di Karate, ufficio stampa del Sindaco Roma ecc. Aver avuto per docenti all’università il prof. Renzo De Felice, Gaetano Arfè e Gabriele De Rosa e aver fatto la tesi in storia contemporanea col prof. Francesco Malgeri lo hanno forgiato nella costruzione di una “visione storico contemporanea” capace di guidarlo su quanto ha scritto in articoli e saggi. Durante la crisi pandemica Covid-19 ha avuto tempo e modo per mettere mano a tutta la documentazione che aveva accumulato in diversi anni e ricostruire empiricamente le interferenze straniere nella politica interna dell’Italia in un arco temporale che va dal 1941 al 1994 con la pubblicazione de “Andreotti, Craxi e Moro visti dalla CIA”. Mentre “Il Sindacalismo italiano visto dalla CIA. Dal fascismo alla Guerra Fredda” appena terminato, invece, è il sequel redatto avvalendosi del FOIA statunitense che gli ha consentito di poter accedere e pubblicare documentazione desecretata dai precedenti “Top Secret” per il periodo che va dagli anni ’30 agli ’80 del secolo scorso. In passato ha pubblicato una biografia storico politica su Giacomo Matteotti, il piano sanitario per il Lazio, un’inchiesta sulle italiche corporazioni: “I furbetti della penisola” ecc. Il suo lavoro storico si basa su vari documenti desecretati di diplomatici, servizi di intelligence, Dipartimento di Stato, Casa Bianca, interviste, articoli e Commissioni parlamentari di indagini italiane e straniere e tant’altro. Ha avuto grosse esperienze professionali nel settore bancario per 15 anni ed anche una grossa esperienza politica. Ovviamente tifa Napoli!@riproduzione riservata

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