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Quali Diritti Civili? Da George Floyd a Jacob Blake. La lunga “notte” americana

Nel Wisconsin, a Kenosha, la polizia torna a sparare nella notte di domenica a un afroamericano adesso in gravi condizioni.

Il ferimento è stato filmato e diffuso sui social network [1], innescando nuovamente il fuoco di proteste, mai sopite, generate dall’uccisione di George Floyd il 25 maggio scorso.

L’intera dinamica è poco chiara, il video mostra tre poliziotti che puntano le loro armi contro Jacob Blake, il nome dell’uomo ferito, nei pressi di un SUV parcheggiato quando un agente lo ha afferrato per la maglietta e ha sparato diversi colpi. Nel video si sentono almeno sette colpi di pistola e le grida delle persone che assistono alla scena.

Le immagini parlano chiaro, gli Stati Uniti tornano a scuotersi nuovamente intorno ai temi più spinosi, i diritti civili. Non bastasse il coronavirus, che sta mettendo in ginocchio un paese forgiato per essere “vincente”, le prossime presidenziali si stanno surriscaldando a ritmo sostenuto.

Dopo il ferimento di Blake e la diffusione del video centinaia di persone hanno marciato verso il quartier generale della polizia di Kenosha in tutta la contea ci sono stati scontri fra i manifestanti e la polizia, che ha dovuto usare anche gas lacrimogeni per disperdere la folla, numerose le auto incendiate.

Un mese fa, raccontando i fatti di Minneapolis, ci siamo posti un interrogativo audace: la nostra “civiltà” è perduta?

Verso la fine dell’Ottocento l’inglese Edward Burnett Tylor, considerato da molti il fondatore dell’antropologia culturale, scrisse: “La cultura, o civiltà […] è quell’insieme complesso che comprende le conoscenze, le credenze, l’arte, i principi morali, le leggi, le usanze e ogni altra capacità e abitudine acquisite dall’uomo in quanto membro di una società”, rifiutando così il concetto di civiltà come la forma più evoluta e complessa di una cultura.

In questa definizione la civiltà assume un significato globale in quanto comprende la totalità delle manifestazioni di una società, cade quindi la connessione tra l’idea di civiltà e la nozione di progresso che circoscrive la civiltà a quelle culture che sono pervenute, nel loro processo evolutivo, a un presunto livello “superiore” di vita. Perché, la “civiltà” siamo noi e tutto ciò che, nel bene e nel male, abbiamo commesso.

Tutto ciò, proprio per evitare di ripeterlo, ancora una volta.