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Bombardamento aereo su Deir ez-Zor: cade un’altra roccaforte siriana dell’Isis

Lo scorso 8 settembre un raid aereo russo ha ucciso almeno quaranta combattenti dello Stato Islamico nei pressi di Deir ez-Zor, una cittadina siriana che sorge sulla sponda destra del fiume Eufrate, poco lontana dal confine con l’Iraq.

Il 5 settembre un rapporto dell’intelligence aveva segnalato la presenza nell’area di comandanti di alto grado dell’Isis, che si erano riuniti in una località sotterranea a pochi chilometri di distanza da Deir ez-Zor. Fra le vittime, secondo i militari russi,  Abu Muhammad al-Shimali, il comandante dei foreign fighters arruolatisi nell’Isis e anche  Gulmurod Khalimov, considerato il “ministro della guerra” dell’Isis. Fra il 2003 e il 2014 Khalimok si è addestrato negli Stati Uniti in diverse occasioni e ha guidato le forze speciali dell’Interno del Tagikistan fino al 2015, anno in cui si è unito all’Isis,. In un video di propaganda aveva promesso di ritornare nel suo paese per imporre la legge islamica e poter poi da lì continuare a combattere contro gli Stati Uniti e la Russia.

Secondo l’agenzia di stampa russa (RIA) le autorità del Tagikistan hanno chiesto a Mosca di fornire i dettagli della sua morte.

Per quasi due anni i miliziani hanno controllato l’intera provincia di Deir ez-Zor, ma negli ultimi tre giorni la situazione è cambiata. Le truppe terroristiche infatti sono costrette alla ritirata perché assediate su diversi fronti: a est dall’esercito di Baghdad, a sud dalle forze di Damasco appoggiate da Iran, Hezbollah e Russia, e infine a nord dalla coalizione arabo-curda sostenuta da Stati Uniti e Occidente.

Il bombardamento di Deir ez-Zor ha seguito di poche ore un altro attacco avvenuto vicino al confine libanese, attacco che secondo il regime siriano è imputabile all’aviazione israeliana.

Israele ha bombardato un sito militare nella provincia di Hama nella Siria centro-occidentale, un sito collegato alla produzione di armi chimiche. Sono morti due soldati di Damasco e sono stati causati danni all’impianto militare della città di Masyaf.

Tel Aviv e l’esercito israeliano non hanno commentato le accuse di Damasco, senza smentire né confermare, ma il raid è stato effettuato nel decimo anniversario dell’operazione Orchard, con cui il 6 settembre 2007 l’aviazione israeliana aveva distrutto quello che sospettava essere un impianto nucleare proprio nei pressi di Deir ez-Zor.

Nel frattempo, il 5 settembre, la Commissione Internazionale Indipendente di inchiesta sulla Repubblica Araba di Siria, che indaga per conto dell’Onu sui crimini di guerra che vengono commessi durante il conflitto, ha pubblicato un rapporto con le prove del coinvolgimento del regime di Bashar al-Assad nell’attacco chimico di Khan Shaykhun, il 4 aprile 2017, durante il quale rimasero uccise almeno 80 persone, molti dei quali bambini.