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A Raqqa la battaglia contro l’Isis sulle tracce di al-Baghadi ancora vivo

Raqqa – A nord-est della Siria si sta svolgendo l’offensiva per la riconquista di Raqqa da parte delle “Forze Siriane Democratiche” (SDF) guidata dall’YPG, la milizia curda, iniziata il 6 giugno scorso contro il controllo assoluto del califfato nero che aveva autoproclamato la città capitale dello ”stato islamico”.

Ed è proprio in quest’area roccaforte dell’Organizzazione dello Stato islamico che secondo i curdi si nasconderebbe lo stesso Abu Bakr al-Baghadi, di cui invece Russi e sciiti iracheni vicini all’Iran continuano a confermare l’uccisione. “Sono sicuro al 99 per cento c he il capo dell’Isis sia ancora in vita e che si trovi in una zona a sud di Raqqa “. Lo ha dichiarato Lahur Talabani, alto funzionario curdo per la lotta al terrorismo, confermando le notizie che nei giorni scorsi gli alti gradi dell’Intelligence irachena avrebbero fatto circolare .

Baghdadi più volte era stato dato per morto o ferito, mai però la notizia era stata ritenuta attendibile. Come quella del 16 giugno scorso, secondo cui il capo dell’Isis era rimasto ucciso in un un raid aereo russo a sud di Raqqa il 28 di maggio. Notizia però mai confermata dalle autorità della Russia che avrebbero anche ammesso di non aver mai avuto le prove di quanto era stato affermato.

Qualche giorno fa i media dell’Isis avevano diramato un comunicato sulla morte al-Baghadi e della nomina a breve di un successore . L’autenticità della notizia non è però mai stata confermata. Il nome del nuovo leader dello ”stato islamico”era stato fatto nei giorni scorsi dalla tv saudita al Arabiya. Si chiama Jalaluddin at Tunisi, 31 anni tunisino con passaporto francese, indicato come “attuale capo Isis in Libia”, è stato definito da al Arabiya, at Tunisi “è il più qualificato tra i pochi leader rimasti prendere il posto di Baghdadi”.

Ma sulla morte del califfo nero è mistero. Anche gli Stati Uniti ribadiscono attraverso il capo del Pentagono che Bughdadi è ancora vivo e si troverebbe a Raqqa dove è in atto lo stato d’assedio per la sua riconquista.

Intanto si registra una penetrazione delle forze curde anche nel nel quartiere sud-occidentale di Yarmuk, mentre i combattenti curdi sostenuti dagli Stati Uniti avanzano dentro Raqqa e la Coalizione internazionale a guida americana continua a bombardare la città. Secondo le stesse fonti che hanno diffuso queste informazioni almeno sedici raid aerei della Coalizione sono stati compiuti tra domenica e lunedì.

A una settimana dalla vittoria delle forze irachene a Mosul sui miliziani, anche a Raqqa in Siria si combatte per la stessa causa. La sconfitta dell’Is anche in questo territorio siriano sarebbe un colpo quasi mortale al sedicente ‘stato islamico” malgrado vaste aree delle province orientali di Deir el-Zour al confine con l’Iraq siano sottoposte al controllo dell’Isis.

Nel frattempo, secondo quanto riportato dal sito di A Haber tv turca pro-governativa e confermato dall’Osservatorio ci sarebbero scontri tra l’opposizione siriana sostenuta dalla Turchia e le forze curdo-siriane a Ein Daqna, vicino al confine turco, con almeno due morti tra i combattenti appoggiati dalla Turchia e di diversi feriti nella fazione opposta.