Calais: anche i minori vengono trasferiti, la “giungla” non esiste più

Nell’accampamento di Calais, nel nord della Francia, vivevano ancora 1300 minori non accompagnati, che sono stati trasferiti in vari centri d’accoglienza su tutto il territorio nazionale

Continuano le operazioni di evacuazione nel campo migranti di Calais in Francia, anche conosciuto come “la giungla”. Erano 1300 i minori, fra bambini e ragazzi non accompagnati, ancora rimasti nei container in gravi condizioni di sicurezza e igiene. 

A darne la notizia il giornale francese “Le Figaro” che cita una fonte giudiziaria.

Le operazioni sono iniziate ieri intorno alle otto di mattina quando i minori sono stati trasferiti a bordo di una settantina di autobus verso 60 centri di accoglienza sparsi su tutto il territorio francese.  La maggior parte di loro vuole raggiungere il Regno Unito e per questo alcuni rappresentanti del governo britannico erano presenti a bordo degli autobus per esaminare i documenti dei minori. Secondo fonti britanniche già 300 minori sono stati trasferiti aldilà della Manica.

Il regolamento europeo sui ricongiungimenti familiari prevede che coloro che hanno un parente nel Regno Unito hanno diritto a essere trasferiti. Ma le trattative in corso tra Francia e Gran Bretagna per favorire il ricongiungimento dei minori con le loro famiglie, restano aspre e difficili.

Attualmente nella struttura di Calais restano “solo” in 400, fra donne e bambini, che secondo le autorità dovranno attendere solo un altro giorno o due prima di essere trasferiti in centri specializzati.

Il centro di Calais nasce intorno agli anni novanta, quando un numero crescente di migranti si ferma in questa cittadina, situata all’estremo nord della Francia, con la speranza di attraversare il canale della Manica e raggiungere il Regno Unito. Ma le autorità francesi, come inglesi, hanno sempre ostacolato il transito di queste persone, che non potevano chiedere asilo politico in Francia né entrare legalmente nel Regno Unito, rimanendo di fatto bloccati a Calais.

Nonostante ciò le persone sono continuate ad arrivare fuggendo da guerre, povertà e persecuzioni.

I paesi di provenienza sono principalmente l’Afghanistan, Medio Oriente, Sudan ed Eritrea.

Nella permanenza forzata nel campo di Calais i migranti iniziano a costruire un accampamento, in seguito conosciuto come “la giungla”, termine che deriva dalla parola afgana dzhangal che significa foresta.

Già nel 2009 il governo francese aveva tentato di smantellare il campo, ma le tende erano tornate.

Fra il 2014 e il 2015 le autorità fermano circa 39 mila migranti che cercano di attraversare il confine. Il numero degli “abitanti” di Calais sale a 6 mila e le condizioni di vita nel campo sono assai critiche.

A febbraio di quest’anno la parte sud del campo viene sgomberata, mentre in aprile il presidente francese Hollande dichiara che il campo sarebbe stato completamente smantellato entro la fine dell’anno. La risposta del governo britannico invece è quella di costruire un muro per impedire ai migranti di arrivare nel Regno Unito. Il campo viene quasi completamente smantellato nel mese di ottobre. 

La domanda che ci si pone adesso è: che fine faranno queste persone?

Stampa Articolo Stampa Articolo