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Mossul: orrore e scontri nell’ultima roccaforte dello Stato Islamico in Iraq

Lo scorso 17 ottobre è iniziata una massiccia offensiva da parte delle forze irachene per liberare la città di Mossul, ultima roccaforte dello Stato Islamico nella parte nord del paese.

Ad oggi sono quasi 12.000 i civili fuggiti dalle province di Ninive. Il Ministero della Migrazione iracheno, con un comunicato diffuso attraverso il suo sito web, ha affermato inoltre che circa 1.940 rifugiati sono stati trasferiti dai loro villaggi ai diversi distretti nella parte sud del paese e nei campi allestiti nella regione autonoma del Kurdistan.

Ieri le milizie curde Peshmerga, che affiancano l’esercito iracheno nelle operazioni militari, hanno preso il controllo della cittadina di Kramlis, a est della città di Mossul.L’obiettivo è quello di aprire, con l’aiuto delle milizie sciite, un fronte di combattimenti anche nella parte occidentale di Mossul, ancora controllata dall’Isis.

Accanto alle forze militari irachene, oltre alle milizie curde, sono impegnate anche le truppe della polizia federale e le milizie sciite e sunnite, che si avvalgono della copertura aerea della coalizione internazionale.Sono circa 74 le città e i villaggi liberati dal giogo dell’Isis, ma la preoccupazione per la popolazione civile e i tanti sfollati e rifugiati aumenta ora dopo ora.

Negli ultimi tre giorni le truppe dello stato islamico hanno massacrato 232 civili, in gran parte ex membri della polizia e delle forze dell’ordine di Baghdad. Questa strage si sta consumando nel villaggio di Hammam al-Alil, un sobborgo a soli nove chilometri a sudest di Mossul.Secondo fonti ANSA, già da diversi giorni nella città di Mossul e nei villaggi limitrofi è entrato in azione anche un movimento di resistenza popolare.

L’ex premier iracheno e leader sunnita, Rafi al-Issawi, ha affermato che, dopo la cacciata dello Stato Islamico da Mossul, senza una riconciliazione fra sciiti e sunniti c’è il forte rischio che l’Isis possa tornare a prendere il sopravvento.