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Obama a Cuba, incontro con Raul Castro – Tripudio di bandiere americane e passeggiata con Michel nel centro antico dell’Avana

L’Avana Cuba, 21 marzo 2016 –  Barack Obama è volato stamattina a Cuba per incontrare come stabilito in agenda il presidente Raul Castro.

Il presidente degli Stati Uniti  è giunto all’aeroporto dell’Avana con la  moglie e le figlie alle 11 di oggi. “E’ meraviglioso essere a Cuba”ha detto,  facendo presente che l’ultima visita di un presidente americano nell’isola di Cuba, risale a  Calvin Coolidge nel lontano 1928, ovvero 90 anni fa, che arrivò con una nave da guerra in tre giorni, contro le sue tre ore di aereo.

Il viaggio nell’isola cubana è il risultato della stretta di mano  a Pretoria tra Obama e Raul Castro alla fine del 201 [1]4, alla cerimonia  in memoria di Nelson Mandela,durante la quale i due presidenti si sono promessi di normalizzare le relazioni tra i due paesi. Qualche passo avanti dal quel giorno è stato fatto, l’estate scorsa sono state riaperte le reciproche sedi diplomatiche e in febbraio riattivati i voli commerciali USA- Cuba.

  La visita di stamattina è stata annunciata in febbraio dal presidente Obama, ed è certamente  una opportunità storica. Ulteriore distensione nei rapporti tra Washington e l’Avana ed  anche dopo mezzo secolo  lo stop dell’embargo dell’isola cubana.

La popolazione ha salutato  del  presidente Usa  con un tripudio colorato di bandiere americane,  sui tetti delle case e degli Hotels ,poster con Obama e Castro e t-shirt indossate da belle ragazze cubane con il volto disegnato del Capo della Casa Bianca.  

Subito dopo l’arrivo, la famiglia Obama ha passeggiato sotto gli ombrelli per ripararsi dal temporale tropicale, per il centro antico dell’Avana, restaurato per l’occasione.

Grande entusiasmo della gente  che lo accolto  nella piazza della Cattedrale, con uno scrosciante applauso, ricambiato da Obama con numerose strette di mano.

Nel corso della giornata la partecipazione del presidente USA ad una cerimonia in Piazza della Rivoluzione in omaggio a Josè Martì, simbolo eroico dell’indipendenza e a seguire il benvenuto di Raul Castro al palazzo della Rivoluzione con stretta di mano e foto ufficiale accompagnati dall’inno americano.