Strage al Museo del Bardo a Tunisi – Marocchino arrestato presso Milano

E’ ritenuto responsabile della pianificazione ed esecuzione dell’attacco terroristico del 18 marzo scorso che causò la morte di 24 persone tra cui 4 italiani - La madre lo scagiona

Immagine: Touil Abdelmajid

di Redazione

Un cittadino marocchino di 22 anni, è stato arrestato il 20 maggio a Gaggiano, in provincia di Milano, perché ritenuto responsabile della pianificazione e dell’esecuzione materiale della strage del 18 marzo scorso al Museo del Bardo a Tunisi, in cui morirono 24 persone tra cui 4 italiani. Ne ha dato notizia la Polizia di Stato. Arrivato su un barcone a febbraio, e poi espulso, il presunto terrorista si chiama Abdelmajid Touil ed è stato preso nei pressi della casa dove vivono la madre e i fratelli.

Ora è indagato dalla procura di Milano con l’accusa di terrorismo internazionale. Touil, noto anche con l’alias Abdallah, si trovava in Italia un mese prima della strage. Il 17 febbraio era sbarcato a Porto Empedocle in Sicilia insieme ad altri migranti e aveva ricevuto un provvedimento di espulsione. Ma non si sa ancora quando sia rientrato in Tunisia, né quando sia tornato in Italia. La madre, che ha un domicilio regolare nel nostro Paese, ne aveva denunciato la scomparsa.

L’allarme sulla sua presenza è arrivato dall’intelligence, ha precisato il dirigente Digos di Milano, Bruno Megale. “Lo abbiamo individuato solo ieri – ha spiegato – anche se sapevamo da tempo che bazzicava l’appartamento dei suoi”. La casa si trova in via Pitagora. All’indagine hanno partecipato anche i Ros dei carabinieri. Per il governo tunisino è fra i responsabili dell’attentato al Bardo sia nella fase di pianificazione che in quella esecutiva ed è un reclutatore di jihadisti. Nel corso della perquisizione la Digos di Milano ha sequestrato a Abdelmajid Touil del materiale, tra schede e appunti. Sono state avviate le procedure di estradizione.

Secondo la madre di Touil, il ragazzo, giunto in Italia su un barcone dal Marocco nel febbraio scorso, non ha mai lasciato il nostro paese, e quindi non avrebbe potuto partecipare alla strage di Tunisi: “Il 18 marzo mio figlio era davanti alla tv. Ho visto con lui l’attentato in televisione, la jihad non gli piace per niente”, ha detto la donna aggiungendo: “Mio figlio è innocente, non c’entra niente, era in Italia e stava cercando lavoro”.

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