Pierfranco Bruni
Israele e Gaza. Due emisferi due visioni due culture intrecciate da civiltà e religioni. Arriva un momento in cui non si può fare a meno dei “nostri”. Ovvero degli Americani.
È una vittoria chiaramente di Trump, ma non si può non riconoscere che trattasi di rapporto tra Occidente e i Paesi arabi. Anzi.
È un dialogo aperto tra tre civiltà. Occidente. Ebraismo. Mediterraneo. Il Medio Oriente cosa significa? Che vuol dire? Realtà Arabe da una parte e islamiche musulmane dall’altra.
Un princpio importante. Che pone sul tappeto non soltanto la questione della pace o della tregua. Innanzitutto sostanzia una richiesta rivolta al mondo intero di porre fine ai conflitti.
In tutto ciò, Trump ha saputo coinvolgere un Paese controverso come la Turchia. Non è da sottovalutare.
Un intreccio contenente questioni islamiche, medio orientali attraversate da relazioni con la Turchia, maggiormente musulmana sunnita, con una forte presenza sciita, posta alle porte dell’Europa.
A contare sono azioni e fatti.
Parole, ribellioni, contestazioni sono dispersive di senso. Dopotutto, hanno mai avuto un rilievo ideologico? Anche in Italia, non lascia e non lascerà alcun segno la lettura ideologica.
Rileva certamente una questione aperta, alla quale Trump ha posto attenzione: la Palestina. Una attenzione diretta non specificatamente e non soltanto verso il popolo palestinese, ma proiettata in direzione Hamas.
Questo è il dato. Nevralgico. In ordine al quale gli Stati Uniti d’America, guidati da Donald Trump, in questo momento, hanno medicato una lacerazione.
Una lacerazione da sanare attentamente, non dimenticando mai di marcare la distinzione tra Palestina e Hamas. Perché è qui il punto, il nodo cruciale, tra chi comprende e chi gioca ideologicamente sulla questione medio orientale.
Israele ha indubbiamente gravi responsabilità. Questo non esclude la presenza terroristica presente nella striscia di Gaza. L’Europa ha giocato un suo ruolo? Direi proprio di no. Ha manifestato di essere priva di capacità negoziali. Incapace di tessere relazioni diplomatiche. Incapacità ancor più evidente nell’era di Trump.
Ad emergere è un mondo diviso tra Occidente e Oriente. Fin dove si spinge l’Occidente? Dov’è la porta d’ingresso dell’Oriente?
La cartina di tornasole rimane sempre e comunque il Mediterraneo.
Lo si evinceva agli inizi del Novecento, lo è tutt’oggi. La grande scacchiera post Guerra Fredda resta l’Occidente targato Stati Uniti. L’accordo Israele – Palestina è rappresentato dalla vittoria americana. Dalla quale scaturisce una chiave di lettura importante. Secondo cui il risultato di mediazione potemmo definirlo occidentale. Definizione politica.
Quanto alle sinistre dovrebbero seguire un processo di ” riappacificazione” con le proprie teorie. Nella considerazione peraltro evidente di un serpeggiante anti ebraismo al loro interno. Che attesta una proposizione storica complessa . Le sinistre filo arabe appaiono rinnegare la cultura ebraica. Che enigma è la storia…!
Nella strumentalizzazione confusionaria delle sinistre, concettualmente inabili alla comprensione di fatti fondamentalmente distintivi, la destre storicamente filo palestinesi, avrebbero dovuto sostenere fino in fondo il rifiuto di accomunanento di Hamas al popolo palestinese.
Alla luce degli eventi attuali nessuno potrà mai dire la storia siamo noi. Sarebbe una eresia.
…

Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al Ministero della Cultura
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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