a cura di Enzo Farinella *
Dublino, 27 novembre 2024 – Venti anni della mia vita all’Istituto Italiano di Cultura in Dublino (1979 – 1999) sono passati come una volata di vento. Sono stati anni stupendi durante i quali ho incontrato generazioni di irlandesi di cui conservo un caro ricordo; anni di crescita, che mi hanno portato ad apprezzare l’Irlanda e la sua ricca e sofferta cultura; anni di gioia e grandi soddisfazioni.
L’Istituto Culturale Italiano della capitale irlandese presso l’Ambasciata d’Italia a Dublino,
si trova al numero civico 11 di Fitzwilliam Square, il centro della zona georgiana della Capitale d’Irlanda.
I turisti ricorderanno le porte di questi edifici, tutte identiche, che si aprono in eleganti saloni e ambienti, voluti dai tre Re Giorgio, che hanno governato l’Irlanda dal 1750 al 1800.
Durante il tempo operando in Istituto, ho incontrato circa seimila studenti adulti, che mi hanno arricchito con le loro personalità, con il loro amore per l’Italia e la cultura italiana e con l’umore del loro “craic”.
Insieme siamo cresciuti nella conoscenza della lingua italiana, nell’apprezzamento dei nostri rispettivi patrimoni culturali e nella stima reciproca. Poi ci sono stati anche i corsi domenicali per adulti e giovani alle prime armi alla Televisione irlandese RTE1, per due anni consecutivi e un altro anno su CABLE TV privata – corsi preparati dai Professori dell’Università di Perugia e adattati in loco con opportune introduzioni per le esigenze locali.
Questi corsi hanno raggiunto le più remote regioni dell’Irlanda con tante attestazioni di apprezzamento e riconoscenza di chi non poteva raggiungere Dublino, ma che ugualmente si sentiva parte della grande famiglia dell’Istituto.
Memorabili sono rimasti i nostri viaggi annuali in Italia alla scoperta del Bel Paese in cui si privilegiavano i contatti diretti con Amministratori, Sindaci e persone comuni, che hanno fatto gustare l’accoglienza e l’ospitalità proverbiale italiana, la sua squisita cucina, le serate all’Opera, soprattutto al Teatro Massimo di Palermo, il mare e le montagne del nostro territorio, le risate, allietate da un bicchiere di vino rosso, la cui eco risuona ancora in incontri sporadici.
E, in occasione del Natale, il concerto di fine d’anno nella sede dell’Istituto con momenti di ilarità e canti italiani, che illuminavano gli occhi e le facce anche degli studenti più silenziosi. I loro talenti nascosti acquistavano nuova vita in simili occasioni.
Come scritto in un articolo, apparso su “Culturiana”, nel 1992: “Il ruolo degli Istituti Italiani di Cultura è quello di essere la finestra culturale italiana nelle nazioni presso cui operano. Tale ruolo può essere espletato organizzando attività varie e con i corsi di lingua”. “Tramite l’insegnamento, in particolare, si possono raggiungere varie centinaia di adulti all’anno”.
Circa 400, persone, nel mio caso. Mentre pochi giovani studiano l’italiano a scuola, esiste una notevole presenza di adulti ai corsi organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura in Dublino e la domanda supera di gran lunga l’offerta. Questo è molto positivo ma poco sfruttato. “La qualificata presenza di adulti, che frequentano i corsi, potrebbe diventare un terreno fertile per raggiungere vari strati della popolazione. Abbiamo, infatti nei nostri corsi insegnanti, giuristi, giornalisti, professionisti vari, impiegati, casalinghe, pensionati… Tramite loro il possibile influsso che si potrebbe esercitare sulla società con un loro maggiore coinvolgimento potrebbe essere considerevole. Se si considera che gli italiani sono bene accetti e che il nome Italia è rispettato ed ammirato in Irlanda, allora questo impatto potrebbe raggiungere vari settori della vita di una nazione, illuminato dalla cultura del Bel Paese”.
Tutto questo fu il mondo dei miei sogni durante i miei 20 anni in cui ho prestato la mia opera presso l’Istituto ancora tanto amato dagli irlandesi, all’alba del suo 75.mo anniversario della sua fondazione presso la capitale irlandese. Ma, son convinto, che questo sogno potrebbe e dovrebbe diventare realtà.
A quanti ancora mantengono un ricordo di quegli anni, quando aprivamo le nostre classi con un “Come va la vita?” e la risposta unanime era sempre “Oh, la vita è meravigliosa”, vada il mio saluto affettuoso per ciascuno individualmente e la certezza che anch’io conservo il ricordo luminoso di quelle ore assolate nell’intimo del cuore.
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Enzo Farinella, nato a Gangi in Sicilia, è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow. Già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, saggista e giornalista, ha collaborato con Radio Vaticana ed ANSA dall’Irlanda. Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione. Plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da oltre cinquant’anni.
Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.
Alcuni dei suoi volumi
:EBooks:Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,2015.At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020
Born in Ireland, Lit up Austria, Irish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.