Pierfranco Bruni a Pescara con D’annunzio e Duse: una riformulazione teorica criticamente costruttivistica

Con Bruni l'interrogativo escatologico viene esaudito superando le prospettive metodologiche di un oltre che incontra l'immaginario. Ed è a Pescara Terra del Vate stupenda cornice della cerimonia per "Terra dei Padri", tenuta il 23 settembre che, Pierfranco Bruni aggiunta una Stella al firmamento della sua vita professionale, nelle luci della notte passeggia per la città tra sogno e pungente poesia…

A Pescara Terra di D’Annunzio, insignito del Premio alla carriera Pierfranco Bruni, tra i rappresentanti più pungenti e poliedrici della critica letteraria contemporanea in costante dialogo con i maggiori interpreti del panorama poetico e narrativo tra Rinascimento, Risorgimento e autori del Novecento.

La lettura antropologico- letteraria di Pierfranco Bruni sancisce una analisi di ispirazione epistemologica per un’indagine che contribuisce ad una configurazione innovativa del dibattito intellettuale attuale.
Così molte questioni letterarie vengono affrontate da Bruni secondo una riformulazione teorica criticamente costruttivistica modulata sapientemente da angolazioni diverse.
Usualmente la “visione” escatologica dei temi trattati pone un interrogativo epistemologico che vorrebbe se non obbligare ma spingere l’autore ad assumere una posizione realistica in un’ottica antropologica. Con Bruni l’interrogativo viene esaudito superando le prospettive metodologiche di un oltre che incontra l’immaginario.

Ed è a Pescara Terra del Vate stupenda cornice della cerimonia per “Terra dei Padri”, tenuta il 23 settembre al Palazzo Comunale che, Pierfranco Bruni aggiunta una Stella al firmamento della sua vita professionale, nelle luci della notte passeggia per la città tra sogno e poesia…

Ho camminato le strade di Pescara. Il mare nella città. Adriatico che recita lungo la battigia e versi sono una pioggia sulle onde. Gabriele lo si ascolta dappertutto. Sino a raggiungere la sua casa natale. Lì dove l’aurora si incontra con il notturno si respira la teatralità in una estetica in cui le ricordanze hanno i tre scalini che portano nelle altre stanze.

Le stanze da letto. I corridoi che hanno la bellezza di un suono inanellato nei pensieri. Le stanze dentro altre stanze. Spazi che sembrano uscire dai labirinti delle parole. E sono antichi segni che hanno il senso del mistero. È come se fosse un incanto.

Ma anche piccoli silenzi che offrono alla memoria le voci delle distanze. Mancanze che si osservano negli oggetti di una giovinezza che si è colmata soltanto in Eleonora. La donna divina. Anzi la Divina. Ci sono stati altri amori o altre donne ma Eleonora resta la Divina.

Ci sono stati altri amori ma per Eleonora il Vate resta l’unico nel tragico e nel sublime. Ebbene, Pescara ha il linguaggio di Gabriele. Annuncia quella Versilia che racconterà nel mito e negli archetipi del sogno. A passi lenti scorro il tempo ancora nella casa di Gabriele.

Tutto ha il respiro dei cartigli. I vestiti. I cappelli. La camicia da notte. Le scarpe. Da qui bisogna raggiungere il Vittoriale. Necessariamente. Il giardino ha i frutti della stagione. Le anticamere raccolgono desideri e una terra d’Abruzzo che li ascolta nelle sue Novelle”.

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Pescara, Museo D’annunzio

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Pierfranco Bruni, nasce in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

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