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Pandemia e crisi economica globale: Annus horribilis

21 marzo 2021 – Un anno difficile, fuori dal comune, ha colto di sorpresa il mondo e in particolare l’Occidente non abituato ad una gestione sanitaria di portata emergenziale. Se non definitivamente stroncate dal virus, le nostre vite, quella dei nostri giovani, hanno improvvisamente subito una pausa d’arresto con ricadute negative sulle interazioni sociali, al centro di misure altamente restrittive di contenimento della pandemia adottate nei vari Paesi, giunte fino al blocco totale anche delle attività economiche. Introdotte nei primi mesi del 2020 fortemente impattati dall’esplosione del Covid-19, le misure sono state emanate con l’obiettivo di ridurre il numero dei contagi, la pressione sui sistemi sanitari e frenare così il tasso di mortalità.  

Al fermo totale delle attività lavorative in genere, professionali, d’impresa, ritenuto necessario in molti Paesi per la rapida espansione della pandemia da Covid-19 è seguita una forte contrazione del PIL (prodotto interno lordo) che ha registrato una profonda crisi economica globale.

La società nel suo insieme, in lotta con un nemico invisibile protagonista letale della nostra salute, annaspa dal 2020 alla ricerca di un punto di forza e di contrasto alla diffusione del nuovo virus, a distanza di un anno ancora in corso. 2 milioni e 700 mila sono ad oggi le vittime nel mondo mietute dalla pandemia. Per numero assoluto di decessi i Paesi più colpiti sono Stati Uniti, Brasile, Messico e India, mentre per contagi l’India è al terzo posto. Cento mila morti in Italia. Presi alla sprovvista, i governi hanno cercato di rispondere rapidamente mettendo a punto ingenti misure fiscali nel tentativo, non sempre riuscito, di realizzare politiche socio-economiche a sostegno di famiglie e imprese fiaccate, se non azzerate dalla Sars-2. Da parte loro le Banche Centrali svolgendo una politica di affiancamento agli Stati coinvolti dal deficit finanziario legato all’emergenza sanitaria, hanno puntato su manovre di iniezione di liquidità dirette al riassorbimento del debito addizionale emesso per fronteggiare le misure di sostegno fiscale, studiate per le aziende e i cittadini stravolti dagli effetti devastanti della pandemia. Tra disequilibri sociali inaspriti dalla seconda ondata post estiva della crisi pandemica e piano vaccinale, l’ultimo anno è stato vissuto anche in attesa della chiusura della Brexit e delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Due incognite che hanno influenzato non poco l’andamento dei mercati finanziari. La prima ha contribuito a tenere alta l’attenzione sulla sfida tra Europa e Londra sempre sotto la lente d’ingrandimento di analisti sul piano degli scambi commerciali internazionali al limite della pericolosità in ambito valutario sottoposto alle interferenze provenienti dai tavoli negoziali. Situazione aggravata dalla trasformazione del Covid-19 nella nuova e temibile variante virale che ha allarmato il Regno Unito e tutta l’Unione europea.  Le evoluzioni dei due eventi politici avvenute durante il periodo pandemico hanno provocato fermento nei mercati con rapide accellerazioni e brusche fermate sortendo una fase di stabilizzazione sul fronte americano per l’ingresso alla Casa Bianca del candidato democratico Joe Biden.   Un annus Horribilis, lacerato dalla soffocante implosione della crisi emergenziale  prefigura scenari di recupero verso la normalità sanitaria sociale e finanziaria non troppo rassicuranti. Malgrado le misure di contenimento del contagio e la prospettiva di piani vaccinali globali, dall’efficacia speriamo più certa nel prossimo futuro, affiora la domanda …. quali prospettive????!!!!!