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Il botto più grosso l’hanno fatto Toninelli e Salvini. Ma è sempre Marchionne a suscitare riflessioni importanti

Immagine: Il giornalista Nuccio Fava già direttore Rai del TG1 e TG3

Roma – In perfetto stile grillino e da esponente di rango della maggioranza del cambiamento, il ministro delle infrastrutture ha sciolto i vertici delle ferrovie : si deve cambiare e rispondere ai cittadini, non più alle solite lobby che facilitano corruzione e favori a danno della sicurezza e dei viaggiatori pendolari. Una decisione di gran peso, meglio sarebbe dire un blitz, in apparenza assunta in perfetta solitudine e comunicata con un video ed un twitter come fanno ormai i ragazzi per raccontare di una serata in discoteca. Sgomenta la disinvolta sicumera con cui si compiono tali imprese politiche e mediatiche. C’era del resto già stata l’uscita contro la tv ed il frettoloso accodamento a Salvini sulla chiusura dei porti, supponendo con faciloneria che spettasse anche al ministro dei trasporti intervenire sui “poveracci “dei barconi e dei gommoni che solcano da disperati il Mediterraneo, spesso finendo affogati. Questa mentalità da sceriffo è la triste scopiazzatura da parte di Salvini  di certi atteggiamenti del nuovo presidente americano. Ma che rischia di diventare l’impronta prevalente della “narrazione”dell’intero governo. Il “povero “presidente Conte tenta di mitigarne l’effetto negativo, insieme al ministro degli esteri e a quello dell’economia , i quali tentano di suggerire prudenza ed equilibrio  e di evitare i giochi pirotecnici  ininterrotti.   Ma i due attori principali, leghista e penta stellato, non rinunciano in alcun modo alla voglia irresistibile di primeggiare costantemente con le rispettive armature, come Orlando e Rinaldo nell’opera dei pupi. Del resto il ministro Salvini non ha rinunciato al suo ruolo di uomo d’ordine e della legalità sull’esempio del l’ex sindaco di New York Giuliani. Di conseguenza si è compiaciuto dell’iniziativa della sindaca Raggi che ha proceduto allo sgombero di un campo rom di oltre 100 persone.                                                                                                                              

Meglio, dunque, non smarrire il ricordo di Sergio Marchionne per il quale onoranze funebri ufficiali sono già previste a Torino per la fine d’agosto, muovendo dal Lingotto, mentre seguiranno quelle dagli Stati Uniti , a partire dalla sede del FCA. Mi ha colpito molto il commento del leader dei metalmeccanici Usa: il nostro dolore è grande, unito alla consapevolezza di avere perso un”comandante”unico che ha contribuito ad offrire un futuro all’industria automobilistica nei due mondi, un grande italo-americano che lascerà una impronta profonda. Sempre dagli Usa giunge poi un segnale molto importante: dalla Casa Bianca ci hanno abituato a straordinari colpi di scena, come sulla Corea del nord, sulla Russia di Putin, sull’Iran, sui dazi specie contro la Cina e, in fondo contro la stessa Europa. Inaspettatamente però proprio durante la visita informale di Junker alla Casa Bianca, Trump è apparso più cordiale e ricco di sorrisi, di abbracci e strette di mano. Ha detto in sostanza che l’Europa merita un trattamento diverso, che bisognerà discutere e trattare approfonditamente: trovare insieme soluzioni convenienti per gli Usa e per l’Europa.                                                                                                                            Altra cosa infine non trascurabile sono state le parole del capo dello Stato ricevendo al Quirinale i giornalisti parlamentari. Mattarella non nasconde preoccupazione per la condizione del dibattito pubblico, che richiederebbe da tutti maggiore equilibrio e responsabilità. Ha messo in guardia da un uso sfrenato e sempre più pervasivo del web . Strumento prezioso di libertà e relazione, può trasformarsi in dileggio, offesa e addirittura incitamento all’odio anche razziale. Spetta alla politica fare ogni sforzo per garantire la sua funzione di ampliamento delle libertà del singolo e di un continuo miglioramento nei rapporti tra le stesse istituzioni, le forze politiche e i cittadini. E’ chiamata in causa anche la responsabilità dei singoli cittadini, a cominciare dai più giovani per favorire l’uso migliore e corretto del web impedendo le aberrazioni, il degrado ed i crimini di cui abbiamo già fatto triste esperienza. Una responsabilità speciale spetta specie ai giornalisti che dovrebbero sapere autoregolarsi senza lasciarsi tentare dal sensazionalismo e dall’emotività che magari produce buoni ascolti e fa vendere di più, ma non favorisce consapevolezza e conoscenza critica , interrogativi meno superficiali ed effimeri.