LEAVE, quali conseguenze per gli italiani in Uk?

Cameron annuncia dimissioni, Ue riunione d’emergenza, sterlina in caduta libera

Cosa accadrà adesso al mezzo milione di italiani che vivono e lavorano nel Regno Unito? Fino a ieri il passaporto della comunità europea consentiva libertà di movimento e di lavoro in questo paese, come del resto negli altri 27 Stati membri dell’Unione Europea. Per la più corposa comunità di nostri connazionali all’estero potrebbe cambiare tutto. In buona sostanza chi paga le tasse da più di cinque anni in Gran Bretagna potrà richiedere un permesso di residenza e la cittadinanza e molti, in questi mesi, lo hanno fatto preparandosi ai più tristi scenari. Scenari che, inaspettatamente bisogna dirlo, hanno materializzato l’uscita del Regno Unito dall’Unione gettando nel panico le borse, in primis, gran parte degli inglesi favorevoli al “remain” e Bruxelles dove a breve si terrà un vertice dei paesi fondatori. Cameron ha annunciato, proprio in queste ore, che darà le dimissioni con buona pace di un governo che fino alla fine era sicuro della propria vittoria. Ma torniamo alle conseguenze più evidenti per i nostri connazionali. Il ministero degli Interni britannico si dovrà preparare alle centinaia di migliaia di richieste di residenza e cittadinanza e verrà certamente travolto, il procedimento attualmente richiede una trafila lunga e dispendiosa, circa mille sterline. Altre strade praticabili? Ottenere un visto di lavoro da rinnovare ogni due o tre anni presentando una richiesta del proprio datore di lavoro sul modello statunitense. Complicati gli ostacoli per chi da oggi vorrà emigrare nel Regno Unito, tanti ragazzi infatti non potranno più – facilmente – andare a Londra, trovare una sistemazione provvisoria e cercare un lavoro, con tutta la calma e la serenità dovuta. Il lavoro infatti bisognerà già ottenerlo prima di acquistare il biglietto aereo, la figura del free-lance – in qualunque campo – sparirà e verrà fortemente ridimensionata. Alternative? Pare che la Scozia voglia rientrare in Europa, ad ogni modo molti liberi professionisti stanno già facendo le valigie verso paesi di respiro europeo. Il turismo? Che sia la chiave di volta per scansare i vincoli burocratici? Dipende, sembra inconcepibile infatti che la Gran Bretagna richieda un visto turistico per gli italiani, anche perché altrimenti pure gli inglesi avrebbero bisogno di un visto per andare in vacanza in Italia. Gli italiani andranno in vacanza a Londra come vanno negli Stati Uniti e in tanti altri posti: senza visto. Sarà anzi questo il mezzo, per alcuni, per fermarsi più a lungo, entrare da turisti, e rimanere fino a un massimo di tre mesi, permetterà di cercare lavoro e trasformare il proprio visto turistico in visto di lavoro. Si tratta comunque di una strada non scevra da ostacoli. Infine gli studenti, che sì potranno ottenere un visto ma non potranno più usufruire del prestito esteso – ad oggi – a tutti gli europei, circa 9mila sterline. Quanti guai!

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