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Il ricordo di Giuseppe Fava: il giornalista siciliano che difendeva la verità

“Mi rendo conto che c’è un’enorme confusione sul problema della mafia. I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante…” (Giuseppe Fava).

Un enorme coraggio distingueva il giornalista siciliano, che, proprio nella sua ultima intervista concessa ad Enzo Biagi, rilasciò queste importanti dichiarazioni elargendo un vero e proprio attacco agli “intoccabili” coloro “che erano ai vertici” e che nessuno mai avrebbe pensato e potuto attaccare pubblicamente.  

Gli costò cara questa intervista, ma la verità è che Giuseppe Fava da sempre fu considerato un personaggio “scomodo”, un intellettuale che non aveva paura di raccontare la verità e di condannare malversazione e criminalità. Un giornalista a 360 gradi, un vero e proprio professionista dell’informazione, che nemmeno la cacciata dal suo giornale di esordio Il Giornale del Sud gli fece smettere di praticare egregiamente il suo mestiere. Sollevare il dubbio, esercitando il libero pensiero o invitando al dialogo, o proporre percorsi alternativi alle opinioni dominanti: questo era l’obiettivo di Giuseppe Fava, che lo rendeva un libero pensatore e dunque “meritevole”, per Cosa Nostra, di una fine tragica che lo trasportasse in una damnatio memoriae.

Dunque, nel giorno dell’anniversario della sua morte, lo ricordiamo come colui che ebbe il coraggio di denunciare il malaffare pagando con la vita il suo impegno antimafia. Inoltre, su iniziativa della Fondazione Giuseppe Fava, il giornalista e scrittore siciliano verrà ricordato con l’assegnazione del Premio Nazionale Giornalistico a lui intitolato “Nient’altro che la verità. Scritture e immagini contro le mafie”.