Franco Abruzzo: INPGI/FNSI e FIEG dite la verità ai giornalisti su conti e pensioni

Quanto mai attuale appare la posizione espressa costantemente negli ultimi anni dal noto giornalista Franco Abruzzo, già presidente UNPIT e portavoce del Movimento Informazione e Libertà (MIL), sulla vicenda economica dell'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani (INPGI). Sostenere che il passaggio della fondazione a INPS non causerebbe squilibri nel sistema previdenziale, è un inganno agli iscritti

6 settembre 2019 – Quanto mai attuale appare la posizione espressa più volte in questi anni dal noto giornalista Franco Abruzzo sindaco effettivo il Collegio sindacale dell’Istituto nazionale di previdenza dei Giornalisti Italiani (INPGI)  già presidente di Unione Nazionale Pensionati per l’Italia (UNPIT) e portavoce del Movimento Informazione e Libertà (MIL), sulla drammatica vicenda finanziaria  di INPGI e il suo trasferimento a INPS . Il passaggio comporterebbe uno squilibrio  della gestione previdenziale. Sostenere dunque,  il mantenimento inalterato del sistema di prestazioni è un inganno agli iscritti. Nel caso di trasferimento della Gestione sostitutiva Inpgi in una apposita gestione Inps, non risulta in alcun modo ragionevole attendersi che,  il sistema di regime previdenziale della costituenda gestione possa mantenere non solo l’attuale regime previdenziale nei confronti degli iscritti attivi, ma anche – e soprattutto, dato il maggiore scostamento rispetto al sistema generale – il livello di trattamenti pensionistici in essere. https://inpginotizie.it/inpgi-la-favola-del-passaggio-allinps/

Incessanti sono stati i richiami di Franco Abruzzo alla ”pesante situazione economico/finanziaria della Fondazione:’’ solo quest’anno dovrà procedere a disinvestimenti mobiliari per 150 milioni di euro per fronteggiare le esigenze di cassa”, avvertiva  il giornalista già nel febbraio 2017 scrivendo anche dalle colonne del suo Notiziario https://www.francoabruzzo.it   

La Fnsi e la Fieg, come parti sociali operanti in base al dlgs 509/1994 con responsabilità nella gestione della Fondazione, devono trovare il coraggio di dire la verità ai giornalisti italiani. E’ inutile tenere la testa sotto la sabbia. 

In dieci anni le vendite dei giornali sono calate del 40%, mentre i ricavi degli editori si sono dimezzati. Le “Note” (datate 20/2/2017) dei ministeri vigilanti sulla riforma e sul prelievo devono essere rese pubbliche. Solo così crescerà la consapevolezza nei giornalisti di vivere un momento durissimo. Se non ripartono le assunzioni, il destino dell’Istituto è segnato. I bilanci dell’Istituto e le relazioni della Corte dei Conti sono  pubblicati nel sito dell’Inpgi all’indirizzo http://www.inpgi.it/?q=node/641 .

La Fnsi e la Fieg devono trovare anche il coraggio di spiegare che la strada dell’Inpgi è quella percorsa in anni recenti da Inpdai, Inpdap ed Enpals: la confluenza (veloce) nell’Inps con una legge ad hoc.

 Il mercato dell’editoria non promette nulla di buono, le aziende non assumono, anzi fanno di tutto per liberarsi dei redattori scaricandoli sull’Inpgi. Per quanto tempo l’Istituto potrà resistere? L’attuario prevede l’esaurimento delle risorse entro il 2030. Chi conosce bene i conti dell’ente accorcia i tempi al 2022/25 a patto che si riescano a vendere gli immobili in un mercato nazionale che vede un’offerta di 550mila appartamenti. Frattanto il numero dei pensionati cresce (siano quasi a quota 7mila), mentre diminuisce  quello dei giornalisti contribuenti. Le “Note” (datate 20/2/2017) dei ministeri vigilanti sulla riforma e sul prelievo devono essere rese pubbliche. Solo così crescerà la consapevolezza  nei giornalisti di vivere  un  momento durissimo. Se non ripartono le assunzioni, il destino dell’Istituto è segnato. Ed è opportuno muoversi subito in direzione dell’Inps, prima che sia troppo tardi, chiedendo una legge ad hoc al Parlamento. L’Inpgi, comunque, è tenuto ad adeguarsi alla normativa Inps in virtù dell’articolo 76 (IV comma) della legge 388/2000.

Il giornalismo è il cuore del sistema democratico e non può essere abbandonato alla deriva con ricadute terribili sulla qualità dell’informazione. Il futuro incerto limiterebbe ancora di più  l’autonomia e l’indipendenza dei cronisti e delle redazioni. Confido nella saggezza e nell’equilibrio del Parlamento e del Governo. L’Inpgi ha piccoli numeri in pensioni e stipendi. Questi piccoli numeri non possono spaventare l’Inps’’.

 Approfondimento 

http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=22731
http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21918
http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=19880
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