Roma, La Francia in scena 2019, la prima italiana di RADIO LIVE. A Palazzo Farnese il 20 giugno ore 21

Una nuova generazione impegnata si racconta al microfono. Autrici dello spettacolo le giornaliste francesi, di Aurélie Charon, Caroline Gillet con i disegni in diretta di Amélie Bonnin e la musica live del duo parigino Réplicant

ROMA – L’Europa, la democrazia, il futuro raccontati dalla diretta voce dei giovani che non hanno “nessuna voglia di far parte di un’epoca caratterizzata dalla crisi, dalla paura, dalla perdita di illusioni o di utopie”, come dichiarano le giornaliste francesi di France Inter e France Culture Aurélie Charon e Caroline Gillet, autrici dello spettacolo Radio Live, in scena per la prima volta in Italia il 20 giugno, ore 21, a Palazzo Farnese(GUARDA IL TRAILER)

Organizzato nell’ambito di La Francia in scena – la stagione artistica dell’Institut Français Italia realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut Français, del Ministère de la Culture e della Fondazione Nuovi Mecenati – Radio Live è uno spettacolo sotto forma di trasmissione radiofonica a tre dimensioni: la parola, la musica e i disegni in diretta dell’illustratrice Amélie Bonnin.

Dopo oltre 50 appuntamenti live inediti fra Dakar, Sarajevo, Nuova Dehli, Marsiglia, Gerusalemme, Istanbul e svariate altre città in Francia e in Europa in cui 40 giovani di 20 nazionalità diverse hanno espresso la loro testimonianza, in occasione della tappa romana Aurélie Charon e Caroline Gillet ospiteranno gli interventi di tre giovani dal vissuto emblematico del mondo contemporaneo: la trentatreenne Ines Tanovic Sijercic, giovane esponente della società civile di Sarajevo, nata da un padre bosniaco musulmano e da una madre croata cattolica, ha conosciuto la guerra e combatte ogni giorno contro le divisioni etniche, per una democrazia partecipativa e per il rinnovamento della cultura in Bosnia; il poeta ventottenne Amir Hassan, nato nella Striscia di Gaza e rifugiatosi da cinque anni a Parigi dove attualmente è assistente di arabo presso il Lycée Henri-IV; e un ospite speciale che racconterà il suo impegno nell’Italia di oggi.

La serata sarà accompagnata dalla musica dal vivo dei Réplicant, duo francese synth-pop prodotto da Calcutta per l’etichetta Bomba Dischi, che per l’occasione presenteranno in esclusiva le loro nuove canzoni, scritte quasi tutte in italiano. Una vera passione per la nostra lingua nata dopo alcuni soggiorni in Italia e in particolare a Roma in cui la coppia ha scoperto i grandi classici del pop italiano e la scena indie.

Radio Live è un vero e proprio spettacolo che sul palco ritrae la generazione dei giovani dai 20 ai 30 anni, quella generazione pronta ad agire e che non si rassegna. Un ritratto che nasce da una serie di interviste realizzate in questi anni, rivolte a giovani dalle origini e dalle prospettive molto diverse, in cui sono emersi i loro progetti futuri e le loro opinioni sul mondo di oggi. Radio Live è l’emanazione tridimensionale dell’immaginario di una gioventù impegnata che condivide storie e rivoluzioni, che intende manifestare una cittadinanza attiva, creando così una comunità internazionale portatrice di visioni ottimiste del presente e del futuro.

20 giugno ore 21
Palazzo Farnese 
Piazza Farnese | Roma

Ingresso gratuito con iscrizione obbligatoria

Credits

Ideazione: Aurélie Charon, Caroline Gillet, Amélie Bonnin
Creazione immagini: Amélie Bonnin
Sceneggiatura: Pia de Compiègne
Con: Amir Hassan, Ines Tanovic-Sijercic, Réplicant e un ospite italiano
Produzione: Mathilde Gamon – radio live production
Coproduzione: MC93 – Maison de la Culture de Seine-Saint-Denis
Con il sostegno di: Institut Français e Fondation d’entreprise Hermès

Biografie

Aurélie Charon

Nata nel 1985, Aurélie Charon ha realizzato per 7 anni una serie di documentari radiofonici sulla gioventù, di cui i primi tre assieme a Caroline Gillet. Negli ultimi anni è proseguita la sua ricerca sul sogno negli spazi senza democrazia: Underground Democracy (2014 France Inter, Teheran, Gaza, Mosca e Algeri): sta preparando un film sull’immaginario a Gaza. Ha intrapreso un lavoro a lungo termine sulla gioventù francese con Une série française (France Inter 2015), Jeunesse 2016 (France Culture) e il film La Bande des Français realizzato con Amélie Bonnin per France 3 (2017). Collabora regolarmente con il quotidiano Libération. Da 7 anni, presenta il programma del lunedì sera alle 23.00 su France Culture, Une vie d’artiste. Un’ora di trasmissione radiofonica sulla creazione contemporanea, per ricostituire un universo con performance ed esperienze in studio.

Caroline Gillet: Caroline Gillet è una giornalista e produttrice radiofonica di Radio France. Nata nel 1984, si è laureata in storia contemporanea a Bruxelles e in giornalismo a Sciences Po Paris. Lavora sui temi della trasmissione tra le generazioni e le culture: per France Inter, crea I like Europe, testimonianze di una generazione da Porto a Riga. Nel 2014, lancia Tea Time Club e la serie di ritratti À ton âge. Dal 2017, presenta su France Inter la rubrica Babelophone, in onda il sabato sera: testimonianze di giovani da tutto il mondo. Collabora inoltre al progetto di podcast: Transfer di Slate. Oggi presenta tutte le settimane “Foule Continentale” sui giovani europei, su Inter France ogni domenica.

Amélie Bonnin illustra in diretta le testimonianze di Radio Live.

Direttrice artistica e regista, il lavoro di Amélie Bonnin è un incrocio tra diverse discipline. A seconda dei progetti, usa la scrittura, il cartone animato e il disegno per dare forma ai racconti. Per 4 anni ha disegnato in diretta gli ospiti dell’Atelier Intérieur a France Culture, ma anche le prove teatrali di Actrice alle Bouffes du Nord (scritto e diretto da Pascal Rambert). Ha diretto La mélodie du boucher (Arte, 2013), un documentario di 52 minuti su suo zio, macellaio alla soglia della pensione in un piccolo paesino di campagna; nel 2017, ha co-diretto La bande des Français (52 min., France 3) con Aurélie Charon. Laureata presso la scuola Fémis in Atelier Scénario, sta lavorando attualmente al suo primo cortometraggio di finzione: Partir un jour.

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Ines Tanovic, 33 anni, vive a Sarajevo

Ines è originaria di Mostar, in Bosnia, è figlia di un matrimonio misto: padre bosniaco e madre croata. Inès era bambina durante la guerra. A 9 anni viene colpita da una granata. Ci vorranno due anni prima che ricominci a camminare di nuovo, e ancora oggi porta nel corpo il metallo che le ricorda la guerra.

Vive a Sarajevo ed è attiva nella società civile per la ricostruzione del paese: ha partecipato all’organizzazione dei “plenum”, incontri cittadini nella primavera del 2014. Ha lanciato l’iniziativa “Sono il museo” per riaprire con un collettivo di cittadini, il Museo Nazionale nel 2015. Ha sostenuto i migranti di passaggio per i Balcani. È impegnata nella società civile, contro il ripiegamento nazionalista. Sarajevo è un “laboratorio” per l’Europa.

Amir Hassan, 27, Gaza / Parigi.

Amir è arrivato in Francia 5 anni fa. È cresciuto nel campo della spiaggia el Shati a Gaza. A 18 anni sente parlare francese all’università, è la prima volta che sente questa lingua e decide di impararla. Quattro anni dopo, si laurea e scrive poesie in francese, vincendo dei premi. A 20 anni esce per la prima volta dalla Striscia di Gaza. A 23, diventa assistente di arabo al liceo Henri-VI di Parigi. Insegna tuttora l’arabo a Sciences Po e continua a scrivere poesie a Parigi. Ha una visione molto particolare sull’Europa e sulla Francia, il punto di vista di qualcuno che è arrivato qui per scelta. 

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