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Cassazione: quando un’autrice testi con contratto di lavoro autonomo può diventare redattrice RAI con contratto giornalistico e contributi all’INPGI/1. Lo spiega Franco Abruzzo

29.9.2018 – La Cassazione con sentenza n. 22699 del 25 settembre 2018 ha definitivamente respinto il ricorso presentato contro la RAI da un’autrice testi per le trasmissioni “Occhio alla Spesa” e “Linea verde” legata da  contratti di lavoro autonomo che chiedeva il riconoscimento del lavoro subordinato come redattrice con il versamento dei contributi all’INPGI/1 o in subordine come programmista regista di 1° livello (cliccare su http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20180925/snciv@s6L@a2018@n22699@tO.clean.pdf [1]). E’ stata così confermata la precedente sentenza della Corte d’Appello di Roma, che in riforma di quella del tribunale, aveva accertato che non “fosse emerso il suo inserimento continuativo ed organico nell’organizzazione aziendale, ma la sua libertà nell’organizzare il proprio lavoro in relazione alle puntate dei programmi televisivi rispetto ai quali prendeva parte alle riunioni di redazione al solo fine di essere informata circa gli argomenti trattati nella puntata ed i temi da approfondire senza ricevere direttive di alcun tipo, il non essere tenuta a giustificare le assenze, l’avere la possibilità di utilizzare i computer, la scrivania le stampanti messe a disposizione dall’azienda ma senza avere una postazione a lei assegnata, l’essere retribuita in base alle puntate realizzate e non con cadenza fissa e stabilita”. Secondo la Cassazione, “il giudice del gravame ha in effetti tenuto conto dell’elemento creativo, proprio dell’attività intellettuale che attenua ma non è sufficiente ad eliminare la posizione di subordinazione, che sussiste purché non difetti la detta continuità delle prestazioni, intesa come disponibilità del lavoratore ad eseguire le istruzioni del datore di lavoro, persistenti anche negli intervalli tra una prestazione e l’altra”.

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La biografia di Franco Abruzzo, giornalista annoverato tra “i 5062 italiani notevoli” (Giorgio dell’Arti e Massimo Parrini, Catalogo dei viventi, Marsilio 2006).
 

Francesco (“Franco”) Abruzzo, nato a Cosenza il 3 agosto 1939, laureato in Scienze politiche, è  un giornalista professionista italiano, che dal 1963 in poi ha ricoperto importanti incarichi professionali e istituzionali: cronista giudiziario e caposervizio (Cronaca, Politico e Fatti della vita) del “Giorno” dal giugno 1964 al novembre 1983; caposervizio Interni, redattore capo centrale e articolista de “Il Sole 24 Ore” dal dicembre 1983 al febbraio 2001; presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, il più grande ente (pubblico) di categoria su scala nazionale, per 18 anni e 22 giorni (dal 15 maggio 1989 al 7 giugno 2007). Dal 1996 al 2007 è stato vicepresidente del Cup (Comitato unitario delle professioni) di Milano. E’ annoverato  tra “i  5062 italiani notevoli” (Giorgio dell’Arti e Massimo Parrini, Catalogo dei viventi,  Marsilio 2006). Oggi è ricordato come lo “storico” presidente dell’Ordine dei giornalisti di Milano (vedi Ansa 22 maggio 2008- COM-SI 17:55). L’importanza della sua attività e del suo ruolo sociale è  illustrata sinteticamente dalla motivazione del “Premio Manzù” assegnatogli nel 2003: “Il diritto alla libera informazione si nutre della costante azione di difesa e promozione del valore democratico della professione giornalistica. Franco Abruzzo, da 14 anni al vertice dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ha trasferito in questo ruolo la passione per la verità maturata nelle redazioni di grandi e prestigiosi quotidiani italiani. Fautore della necessità di costruire un nuovo modo di informare, contraddistinto dal rispetto della deontologia e della competenza specialistica, ha avviato un profondo processo di rinnovamento della professione giornalistica, legando le moderne esigenze di formazione all’università. Nella sua funzione di esponente della categoria, scrive di temi giuridici connessi al diritto di cronaca, del lavoro e della privacy. Docente di diritto dell’informazione all’Università Iulm di Milano, insegna anche Storia del giornalismo presso l’Università degli studi di Milano Bicocca. All’artefice di tante battaglie per la libertà di stampa e di informazione, il Centro Pio Manzù è onorato di conferire la medaglia della Camera dei Deputati”.  Come redattore e caposervizio del “Giorno”  dal giugno 1964 al novembre 1983 si è messo in luce per le sue inchieste sulla mafia e sul terrorismo tanto da finire nel  mirino di queste organizzazioni criminali. E’ autore di un “Codice dell’informazione e della comunicazione” utilizzato  dagli aspiranti giornalisti che affrontato l’esame di Stato. Alimenta giornalmente dal 2003  il sito www.francoabruzzo.it [2], che è un punto di riferimento autorevole per il mondo italiano dei media.  Dal 2003 è  autore di una newsletter quotidiana sui temi dell’informazione e della comunicazione, che viene spedita via internet a giornalisti, avvocati, magistrati, parlamentari, professionisti  e comunicatori. Dal 1986 al 2007 è stato direttore di “Tabloid”, il mensile dell’Ordine dei Giornalisti di Milano, “autorevole periodico (secondo Giuliano Vassalli) per la costante attenzione dedicata alla sfera giuridico/storica di una categoria professionale”. E’ stato anche presidente (dal maggio 1989 al maggio 1991) dell’Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo, l’ente senza scopo di lucro che ha gestito l’Istituto “Carlo De Martino” per la Formazione al Giornalismo (meglio noto come “Scuola di giornalismo” di Milano, la prima e la più prestigiosa sorta nel dopoguerra e che in 32 anni di vita ha “costruito” 683 giornalisti professionisti).  Dal novembre 2013 all’ottobre 2017  presidente di Unpit (Unione nazionale pensionati per l’Italia),  dal 2007 portavoce del Movimento “Giornalisti per la Costituzione” e poi del MIL (Movimento Informazione e Libertà), consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombrdia per 31 anni (dal giugno 1986 all’ottobre 2017) e sindaco dell’Inpgi (eletto il 29 febbraio 2016 con 3.009 voti). Dal 9 ottobre 2017 è consigliere nazionale del’Ordine dei Gornalisti (primo eletto con 541 voti).