Del Grande ha sospeso lo sciopero della sete. L’Italia si mobilita per Gabriele

Da tre giorni in sciopero della fame, dopo il colloquio con il Console italiano a Smirne e il suo avvocato il giornalista ha ripreso a bere. Ancora non si conoscono i motivi della detenzione.

Dopo il primo fallito tentativo, ieri una delegazione consolare italiana ha potuto incontrare Gabriele Del Grande. Il giovane giornalista documentarista dal 10 aprile si trova in stato di fermo in un luogo di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea della Turchia. Gabriele ha anche avuto l’opportunità di un colloquio privato con il suo avvocato.

Dopo nove giorni  trascorsi in isolamento, non sono ancora note le ragioni del suo arresto e nessuna accusa è stata formulata a carico di Del Grande che al momento del fermo si trovava ad Hatay in territorio turco al confine con la Siria definito non accessibile. Il giornalista noto anche per il suo osservatorio sulle vittime delle migrazioni ‘Fortress Europe’, ha detto in una telefonata di alcuni giorni fa alla famiglia che la causa della sua detenzione è il suo lavoro. Sembrerebbe infatti che Gabriele si trovasse in Turchia alla ricerca di notizie per il libro che sta scrivendo ’Un partigiano mi disse’’ .  Non si conoscono i motivi del ritardo del rimpatrio in Italia ed è alta l’attenzione su Del Grande.

Al Quirinale questa mattina si è svolta una manifestazione organizzata da varie associazioni tra cui Amnesty international, Arci, e il sindacato dei giornalisti Rai Usigrai in favore della liberazione immediata di Gabriele,  che pur interrompendo lo sciopero della sete dopo l’incontro con il console italiano a Smirne, Luigi Iannuzzi e l’avvocato egiziano, Taner Kilic, da tre giorni non mangia, ‘’ma  beve succhi di frutta e ha l’assistenza di un medico che lo segue costantemente’’. Ha raccontato il console italiano dopo il colloquio, aggiungendo di ‘’aver parlato a lungo con Gabriele che ‘’sta bene’’ .  L’incontro in carcere è avvenuto per le pressioni del governo italiano, infatti secondo la legge turca gli incontri legali o con i familiari sono previsti non prima del 14° giorno di fermo.

Il  padre di Gabriele, Massimo è rimasto colpito dalle manifestazioni di affetto e solidarietà nei confronti del figlio in tutta Italia. Ci fanno un immenso piacere: dimostrano che la libertà è un bene importante a cui tutti tengono e contribuiscono a non farci sentire soli” – ha detto commosso Massimo Del Grande.  La famiglia di Gabriele ha inviato un messaggio in occasione della conferenza stampa al Senato con Luigi Manconi. “La sua voce e’ arrivata come un grido disperato di aiuto- hanno scritto- la sua frustrazione era palpabile per il fatto di trovarsi in uno stato di privazione della sua liberta’ e dei suoi diritti, senza essere accusato di nessun reato penale”.

In tutta Italia è stata lanciata la mobilitazione #iostocongabriele per il rilascio del giornalista.

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