L’Italia riparte. Focus: Angelo G. Capoccia tra managerialità e impegno solidale

Roma, 24 luglio 2021 – Nel tornare all’ordinarietà della nostra vita dopo un lungo periodo emergenziale triste drammatico complessamente inatteso e lapidario, capace di segnarci indelebilmente schiacciando presente e prospettive future, un cenno seppur debole di ripresa alimenta la nostra speranza di ripartenza a 360 gradi. L’operosità, cui noi italiani storicamente andiamo fieri rappresenta linfa vitale di un nuovo inizio. Un processo endemicamente sperimentato nelle fasi cruciali del nostro Paese che ha visto protagonisti coraggio volontà determinazione targati Italia, quell’Italia che si rimbocca le maniche risalendo la china senza sosta e con progettualità. Sullo sfondo di una economia da decenni in crisi, devastata oggi dalla pandemia, concretizzare modelli produttivi di rilancio e sviluppo rappresenta una priorità. In un quadro cui non può mancare per completezza un forte senso di identità e appartenenza al Territorio, abbiamo voluto ascoltare Angelo Giovanni Capoccia, che per slancio dinamicità e capacità organizzative, da anni impegnato nella promozione del Made in Italy di eccellenza nel mondo,  è una figura distintiva a livello nazionale e all’estero.

Da promotore dell’internazionalizzazione, educational tour e marketing territoriale delle eccellenze italiane, quali secondo lei sono gli obiettivi mirate a valorizzare idee, tradizioni di aziende italiane che tra mille difficoltà sono riuscite a sopravvivere, malgrado le impervietà del periodo?

‘’Obiettivo primario sarà far conoscere e valorizzare le specialità del Bel Paese in tutto il mondo, un progetto che punti ad incentivare l’export nostrano. L’individualità italiana espressa dai nostri prodotti è molto forte,  la domanda in molti comparti produttivi rimane e posso affermare quanto esportare i nostri prodotti di qualità dia un’immagine positiva dell’Italia. Si tratta di un tessuto produttivo che è patrimonio fondativo del nostro Paese, che ha resistito con indescrivibili sforzi a questi lunghi anni di crisi aggravati dalla pandemia  e che oggi va sostenuto con slancio verso il futuro di un’Italia proattiva, dinamica, che ritrovi l’orgoglio di sé.

Nel quadro dei successi imprenditoriali degli italiani all’estero, eccellenze che tutto il mondo ci invidia, ritiene sia urgente rinvigorire vivacizzando i ponti tra le due Italie?

‘’Sappiamo quanto sia lunga la tradizione italica degli imprenditori all‘estero, una affermazione delle capacità personali che nel tempo ha sottolineato stile e tradizioni incomparabili assurgendo a migliori ‘ambasciatori’ di identità.

Nonostante la morsa della crisi epidemiologica, l’economia come dicevano è sul binario della ripartenza dove le imprese italiane che producono beni di successo mondiale affronteranno questo viaggio con la voglia di farcela. Secondo la sua esperienza di promotore e facilitatore del made in Italy, cosa prevediamo per il comparto turistico – enogastronomico ?

“Ogni regione italiana è portatrice e custode di ricette e tradizioni millenarie. Per inimitabilità della cucina italiana e dei suoi eccelenti vini, sappiamo che Italia e buon cibo rappresentano, fin dalla notte dei tempi, un binomio indissolubile. L’una chiama l’altra. Il segmento del comparto turistico- enogastronomico trova nel Bel Paese la sua massima espressione”.

Angelo Giovanni Capoccia naturalizzato romano ma pugliese di nascita, è una persona dinamica nel segno del rigore dell’impegno, manifestato nel corso delle sue eclettiche attività. Da servitore dello Stato nelle Forze Armate da qualche anno giovane pensionato, dotato di un fortissimo senso di appartenenza all’Italia e alle sue tradizioni culturali, all’interno di un percorso di promozione del sistema Paese, il Made in Italy, ha negli anni sostenuto e partecipato a progetti di straordinaria bellezza tutta italiana.

L’esperto di rapporti bilaterali Angelo Capoccia è anche uno degli autori del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo (DEMIM), pubblicato da SER ItaliAteneo con la collaborazione scientifica della Fondazione Migrantes. L’ ambizioso progetto dal taglio enciclopedico, presentato il 5 novembre 2014 al CISEI (Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana) Archivio di Stato di Genova, oltre a raccontare le storie delle grandi migrazioni italiane del XIXesimo e XXesimo secolo, mette in risalto i paralleli tra l’emigrazione dei nostri antenati e i fenomeni migratori moderni.  

Una delle presentazioni del Dizionario presso l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. la seconda da siniistra la curatrice del volume Tiziana Grassi

Articolato in 1.500 pagine, cinque anni di intenso lavoro, il progetto nasce per una  idea della studiosa di fenomeni migratori Tiziana Grassi che ha condiviso stimolanti collaborazioni professionali sin dai tempi della sua attività di giornalista a Rai International tra tutti, il professor Mario Morcellini dell’Università La Sapienza di Roma, che ha curato la smagliante Prefazione al Dizionario.

Tra 169 studiosi ed esperti, anche lei contributor narrante dell’epocale flusso migratorio che ha coinvolto tra Ottocento e Novecento, in un cammino transoceanico intere popolazioni europee. Un’analisi focalizzante il potenziale anche economico, che più sistematiche e strutturate relazioni tra le ‘due Italie’ potrebbero mettere a frutto…… 

Non a caso è stato il capoluogo ligure, così fortemente legato alla storia della nostra emigrazione, ad ospitare nel 2014 il Seminario di presentazione del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo (DEMIM), una dimensione inderogabile per trasmettere alle comunità italiane all’estero, ai discendenti degli emigrati rimasti o tornati in Italia, a scuole, giovani, amministratori pubblici ed operatori culturali una pagina fondativa del nostro Paese. Una pagina troppo spesso trascurata, se pensiamo alla sua perdurante marginalizzazione nei testi scolastici e ai tagli ai finanziamenti che le istituzioni le riservano, mentre 80 milioni di connazionali nel mondo ci osservano e, nel registrare l’inquietante miopia da parte di questa Italia dentro i confini, sono in attesa di segnali d’una più matura e consapevole attenzione. Questo Dizionario, si è posto  l’obiettivo di risvegliare la coscienza collettiva sul nostro importante e ineludibile passato migratorio, che per molti aspetti è anche presente, e palpita nella complessità e nelle contraddizioni di un tempo ad alto tasso di nomadismo transnazionale’’.  

Angelo Govanni Capoccia, con il tenore Giuseppe Gambi e l’Ambasciatrice d’Italia a Buenos Aires Teresa Castaldo, 2014

La sua attività di sostegno culturale verso gli italiani nel mondo negli ultimi anni si è arricchita di nuove esperienze come per la Giornata dell’Emigrante Italiano del 2015 con l’Inno degli Italiani nel Mondo “Italia Patria mia” per il quale lei è stato manager del tenore Giuseppe Gambi esibitosi a Buenos Aires. Un evento ripreso il  30 giugno di quell’anno dal programma “Effetto Estate”  su Rai Uno, molto seguito dalla comunità italiane all’estero.

Debutto Inno Italiani nel Mondo presso Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, in occasione della Festa Nazionale 2 Giugno 2014

 “L’Inno celebra la storia di 27 milioni di italiani partiti oltreconfine tra Otto e Novecento, una storia fondativa del nostro Paese, talvolta ingiustamente oscurata  anche nei testi scolastici, e che oggi si riverbera in 80 milioni di oriundi sparsi nel mondo”.

Angelo Giovanni Capoccia non finisce di stupirci, un percorso infinito di attività esperenziali espressione di principi valoriali assoluti. L’amore per il Bel Paese, rilancio e sviluppo in un fil rouge con l’altra italia legata indissolubilmente al Paese d’origine, passando per l’azione solidale che accompagna la sua vita privata e di cittadino. Esperienze che lo coinvolgono insieme ad altri a ragazzi, ragazze che come lui divengono volontari discreti in una giornata di mare. Un tratto di spiaggia dove il rapporto con l’acqua non ha impatti architettonici e diventa accessibile a chiunque. Una mission unica che restituisce gioia e sorriso a persone con disabilità, che riescono ad immergersi e rigenerarsi in quello specchio d’acqua alle porte di Roma.

Lo stabilimento La Madonnina a Focene (RM)

Un mare da vivere senza barriere, nello stabilimento del litorale romano di Focene dove tutti possono regalarsi  la piacevolezza di un bagno a mare.  Un luogo speciale voluto anni fa da don Massimo Consolaro, parroco della chiesa di San Luigi Gonzaga, nel piccolo centro del comune di Fiumicino.

Una esperienza partecipe che nello stabilimento ”La Madonnina’’ coinvolge  uomini, donne e ragazzi che in modo diverso si prendono cura di chi non può gestirsi in completa autonomia.

Angelo Giovanni Capoccia intervistato da Rai3

Tra i volontari della spiaggia solidale, anche Angelo Giovanni Capoccia chef volontario della struttura balneare che ha deciso di coniugare il piacere della vacanza con il benessere dello spirito ‘’rendendomi utile in qualche modo’’, scegliendo il lido di Focene dove il mare è per tutti.

Ed ancora le giornatededicata alle persone in difficoltà, agli “invisibili” a rischio di esclusione ed emarginazione per condividere insieme a loro un momento di gioia e serenità all’Istituto Nazionale salute Migrazioni e Povertà INMP di via di S. Gallicano, 25 a Roma che  accoglie e si prende cura ogni giorno degli emarginati attraverso le sue molteplici attività.

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