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Lo Stato non paga ma vuole i soldi dalle tasse delle imprese. Confedercontribuenti al Mef per rappresentarle

Roma, 28 gennaio 2017 –  Confedercontribuenti con la grinta del suo presidente nazionale Carmelo Finocchiaro non molla il tiro affinché ci sia rispetto e tutela per l’imprenditoria italiana pressata da crisi economiche  e strani cavilli burocratici che la porterebbe da essere in credito verso lo Stato  e a  debito con l’erario.

Lo Stato sin dal 2012 ha previsto per agevolare il saldo dei debiti verso i fornitori con apposito decreto, la piattaforma per la certificazione dei crediti che permette la compensazione  di debiti. Purtroppo nonostante tale opportunità ci si trova di fronte ad imprese, professionisti e dipendenti a rischio fallimento o chiusura  a causa di debiti verso l’erario nonostante i crediti vantati.

 “Tra i casi che abbiamo sottoposto al  vice-ministro, una grossa azienda  che da oltre 35 anni opera per conto delle Pubbliche Amministrazioni nel settore dei servizi di igiene ambientale con un organico di circa 700 dipendenti che  vanta ad oggi un credito nei confronti di ATO Me2 ammontante a circa Euro 50 milioni. A fronte di tale inadempienza  da parte della Pubblica Amministrazione non sarebbe possibile  compensare i propri crediti con i debiti, ma di contro sarebbe  stata costretta a subire una spropositata maggiorazione del debito.  Pertanto abbiamo tenuto a sottolineare che è  incomprensibile ed inaccettabile  che un’impresa che vanta un credito rilevante nei confronti della pubblica amministrazione e che non può interrompere un servizio di pubblica utilità  e deve far fronte prioritariamente al pagamento degli stipendi dei propri dipendenti, dei fornitori, dell’INPS e dell’INAIL si veda spesso  bloccati i conti correnti” – dichiara Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.

 Pertanto attualmente i debiti del contribuente nei confronti dello Stato devono essere onorati entro i termini previsti dalla normativa vigente, andando incontro ad esose sanzioni per ritardato pagamento più interessi di mora, di contro lo Stato debitore non rispetterebbe  le condizioni di previste nei contratti di servizi a causa di disparità di trattamento tra i fornitori.

 “In merito alla certificazione dei crediti l’ATO CT3 presenta crediti certificati mentre l’ATO Me2 no.  Alcune aziende creditrici dell’ATO Me2 si rivolgono al  TAR e al CGA, i quali, esprimono sempre e soltanto sentenze e ordinanze tutte favorevoli alle imprese e nominano per le stesse, di volta in volta, i commissari ad acta. Lo stesso commissario ad acta, il dott. Romeo incaricato dal TAR  alla certificazione per un’azienda afferma di non poter  certificare i crediti mentre per altra azienda provvede a certificarne. In conclusione, la palese disparità di trattamento subita da alcuni fornitori dell’ATO Me2 rispetto ai fornitori di altri ATO e dello stesso ATO Me2 determina un grave e irrimediabile danno per aziende, professionisti e per gli stessi dipendenti dell’ato Me2” – interviene l’avv. Concetta Italia dell’ufficio legale di Confedercontribuenti.

 Il vice ministro Morando  confermando che tutti gli ATO rientrano nella Pubblica Amministrazione, ha comunicato che farà effettuare verifiche presso gli uffici competenti.

 “Confido molto nell’intervento del MEF affinché si possano salvare imprese e i propri dipendenti in una situazione  di crisi economica ed occupazionale già grave.  Molto rilevate è stato il supporto e l’assistenza fornita  alla mia impresa da Confedercontribuenti” – dichiara la signora Maria Rosa Pezzino Geronimo.