Nuovi progetti per ridare vita alle vecchie centrali ENEL

Carlo Tamburi,capo delle attività Enel, crede nel progetto che puo' dare respiro all’intera produttività italiana

Immagine: Francesco Starace Ad Enel 

Riprende vita il progetto di rimodulare le 23 centrali Enel dismesse in Italia, lanciato lo scorso autunno da Francesco Starace, Amministratore Delegato di Enel.

La trasformazione sarà indirizzata a “ridipingere” fondamentalmente quelle che sono strutture vecchie, obsolete ed, in buona parte, nate improduttive, in strutture di natura potenzialmente più efficiente e di utilità sociale.

Nel progetto ci crede molto Carlo Tamburi, il capo delle attività italiane dell’Enel, il quale, nei giorni scorsi ha addirittura prospettato l’idea di rivalorizzarle al fine di dare respiro all’intera produttività italiana e non solo, ovviamente, alla struttura Enel.

“In Italia abbiamo ben 130 gigawatt teorici di generazione elettrica su una richiesta di picco che supera di poco i 50 GW e che normalmente di ferma a 40 GW. L’Enel ha fatto i suoi conti della crisi. Ne sono venute fuori appunto 23 centrali per una capacità totale di circa 13 gigawatt, che non producono più o producono col contagocce. Nove sono state già dismesse, 14 sono in dismissione.

Magari continueranno a produrre a ritmo ridotto per i prossimi cinque anni, fino alla scadenza delle autorizzazioni all’esercizio che comunque non saranno rinnovate” sottolinea Federico Rendina sul Sole 24Ore che, nell’evidenziare le problematiche relative il carico elevato di massa elettrica inutilizzabile, ha ottimisticamente prospettato uno scenario futuro in cui la stessa potrebbe essere riconvertita per generare nuova forza lavoro in base ai vari progetti di trasformazione in cantiere.

Vogliamo essere altrettanto ottimisti ed auspicare che, nonostante la crisi e gli innumerevoli sprechi, si possa dar vita ad una nuova speranza per quelle strutture che, ad oggi, rappresentano le ennesime bocciature di una gestione mirata al raggiungimento di obiettivi più personali che sociali.

Stampa Articolo Stampa Articolo