Lampedusa. I 10 punti del piano europeo per la questione migratoria

"Saremo noi a decidere chi arriva in Europa e non i trafficanti". Categorica - almeno idealmente- la posizione della presidente Von der Layen espressa durante la visita nell'isola di Lampedusa avvenuta assieme alla premier Meloni. Presentato il piano in 10 punti per sostenere l'Italia.

Bruxelles, 18 settembre 2023 – “L’Italia può contare sull’Ue“. Lo ha detto in italiano la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a conclusione della presentazione del piano d’azione in dieci punti al termine della visita a Lampedusa.

Una posizione categorica, almeno “idealmente”, della leader UE a sostegno dell’Italia nel fenomeno incessante della migrazione nel nostro Paese. Da quel che emerge, di cui al punto 2 del piano, ovvero il ricorso al meccanismo volontario di solidarietà, pone in evidenza l’assenza di un programma politico incisivo che coinvolga senza mezzi termini gli altri Paesi membri in termini di accoglienza delle persone migranti. Si impone la necessità di impedire il rifiuto dichiarato di molti Stati, tra cui Francia e Germania all’accoglimento. Il ricorso al meccanismo volontario di solidarietà avrebbe il gusto di un palliativo che lascerebbe l’Italia ancora una volta sola nella gestione migratoria. Gli altri punti del piano UE, peraltro non apportano novità sostanziali alla questione, soltanto strumenti ed azioni già esperite nel corso degli arrivi dell’ultimo decennio e oltre.

I 10 punti del piano

1. Rafforzamento del sostegno all’Italia da parte dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA) e della guardia di frontiera e costiera europea (Frontex) per gestire l’elevato afflusso di migranti, al fine di garantire la registrazione degli arrivi, il rilevamento delle impronte digitali, il debriefing e l’indirizzamento verso le autorità competenti.
2.Sostegno al trasferimento delle persone fuori da Lampedusa, anche verso altri Stati membri, avvalendosi del meccanismo volontario di solidarietà e prestando particolare attenzione ai minori non accompagnati e alle donne.
3.Rafforzamento dei rimpatri, avviando rinnovati e concertati contatti con i principali paesi di origine dei nuovi arrivi, vale a dire Guinea, Costa d’Avorio, Senegal e Burkina Faso, in modo da migliorare la cooperazione e facilitare la riammissione, e aumento del sostegno da parte di Frontex, anche per quanto riguarda la formazione e lo sviluppo delle capacità, per garantire la rapida attuazione dei rimpatri.
4.Sostegno alla prevenzione delle partenze, istituendo partenariati operativi con i paesi di origine e di transito per la lotta al traffico di migranti. Ciò include la possibilità di un accordo di lavoro tra la Tunisia e Frontex e una task force di coordinamento all’interno di Europol incentrata sulla lotta al traffico di migranti lungo la rotta verso la Tunisia e poi verso Lampedusa.
5.Rafforzamento della sorveglianza di frontiera aerea e marittima, anche attraverso Frontex, e studio di opzioni per espandere le missioni navali nel Mediterraneo. Accelerazione, inoltre, nella fornitura di attrezzature e rafforzamento della formazione delle guardie costiere tunisine e di altre autorità di contrasto.
6.Adozione di misure per limitare l’uso di imbarcazioni non idonee alla navigazione e adozione di azioni per contrastare le catene di approvvigionamento e e la logistica dei trafficanti e per garantire lo smantellamento delle imbarcazioni e dei gommoni recuperati.
7.Aumento del sostegno da parte dell’EUAA per l’applicazione di procedure di frontiera rapide e accelerate, compreso l’uso del concetto di paese di origine sicuro, il rifiuto di domande manifestamente infondate, l’emissione di divieti d’ingresso e la loro registrazione nel sistema d’informazione Schengen (SIS).
8.Aumento delle campagne di sensibilizzazione e comunicazione per scoraggiare le traversate del Mediterraneo, continuando a lavorare per offrire alternative quali l’ammissione umanitaria e i percorsi legali.
9.Cooperazione più intensa con l’UNHCR e l’OIM per adottare un approccio globale basato sulle rotte al fine di garantire la protezione lungo il percorso e aumentare il rimpatrio volontario assistito dai paesi di transito.
10.Attuazione del protocollo d’intesa UE-Tunisia, e priorità alle azioni con impatto immediato per affrontare la situazione attuale e agevolare la contrattazione di nuovi progetti nel quadro di tale protocollo.

Fonte: frame pagina Facebok Giorgia Meloni

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