3I-Spa. Disagi ai servizi Inail. E i dipendenti Istat chiedono un ravvedimento al Governo.

Si concretizzano i timori di disservizio collegato alla cessione alla società 3I-Spa del ramo informatico dell’INAIL. I dipendenti Istat hanno organizzato un convegno per denunciare il grave pericolo collegato alla cessione dell’intero patrimonio informativo dell’ente alla società creata per assorbire il settore informatico di INAIL, INPS e ISTAT e pensano ad un emendamento per chiedere che Istat esca dalla società.

Roma, 3 febbraio 2023 – Non è iniziato sotto una buona stella il passaggio alla società 3I – Spa dei servizi informatici (e relativo patrimonio informativo) di INAIL, i cui lavoratori e lavoratrici avevano già espresso delle perplessità a cui però la dirigenza non aveva dato risposte.  Numerosi disservizi all’utenza sono stati registrati in questi giorni. “3-I S.p.A” è la software house italiana, a capitale e partecipazione interamente pubblica, a cui è stato affidato il compito di sviluppare, manutenere e gestire le soluzioni software e i servizi informatici di Inps, Istat, Inail, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e delle altre Pubbliche Amministrazioni centrali.

Si tratta di una recente operazione (ufficializzata a dicembre 2022) collegata alla realizzazione del PNRR – digitalizzazione del welfare, che però i lavoratori e le lavoratrici degli enti interessati hanno vissuto come una imposizione che non ha tenuto delle specifiche necessità degli enti coinvolti. Da un lato la necessità di erogare servizi alla cittadinanza (INAIL e INPS) dall’altra quella di elaborare dati statistici e interagire con i corrispondi organi comunitari (ISTAT). Inoltre la cessione del personale e l’utilizzo di risorse cloud non italiane. Un tema che incrocia il grave ritardo delle infrastrutture tecnologiche nazionali e il tema della sovranità digitale.

A ben vedere, la 3I-Spa si trova ad essere dentatrice del più importante patrimonio informativo dell’Italia.

Basterà il cosiddetto controllo analogo (quando l’amministrazione pubblica esercita su una società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi) a tutelare la sicurezza dei dati affidati alla 3I-Spa?

Non ne sono convinti i lavoratori e le lavoratrici dell’Istat, che hanno promosso il convegno scientifico “Informatica e Statistica Pubblica”.

Da diversi mesi – dichiarano- l’Istat si trova di fronte alla possibilità di una tanto radicale quanto dubbia messa in discussione del modo – ad oggi integrato, ben consolidato e altamente funzionale – in cui la funzione informatica partecipa alla realizzazione della mission dell’Istituto. Questa – ricordiamo – è di fornire al Paese statistiche rispondenti allo European Statistics Code of Practice e ai Principi Fondamentali della Statistica Ufficiale, tra i quali è centrale quello dell’indipendenza e autonomia degli Istituti che ad essa presiedono”.

La costituzione della società 3-I S.p.A. e la prefigurata cessione ad essa dell’intero patrimonio informatico dell’Istituto e delle relative risorse umane aprono infatti uno scenario del tutto inedito e ricco di profili di grande criticità.

Numerose sono le domande senza risposta, o ancora prive di risposte soddisfacenti. Queste toccano tra l’altro: la sicurezza dei dati; la possibilità stessa di dis-integrazione dell’aspetto informatico dal resto della produzione statistica; l’efficacia del modello di governance basato sul “controllo analogo”; la gestibilità per l’Istituto, e la funzionalità alle sue esigenze, della modalità “contratto di servizio”; le condizioni di sostenibilità dell’operazione per le casse dell’Istituto; i suoi costi in termini di risorse umane e professionalità. Tutte insieme queste questioni sorreggono la domanda più fondamentale: perché l’Istat, quale è la necessità della sua partecipazione al progetto o dove sta la convenienza di tale partecipazione, nella statistica pubblica o altrove?

Molto difficile la situazione in INAIL, dove i sindacati lanciano l’ennesimo grido di allarme. Ora, a testimoniare i disservizi, sono i fatti.

Le nostre preoccupazioni sulla tenuta del sistema dei servizi quotidianamente erogati ai cittadini-utenti da parte delle Strutture territoriali dell’Istituto a seguito dell’avvio di un percorso di privatizzazione del ramo informatico (v. progetto 3i Spa), erano e sono fondate” -dichiarano congiuntamente i Coordinatori Nazionali di FP CGIL, CISL FP, UIL PA, CONFSAL – UNSA, DIRSTAT FIALP – UNSA e ANMI, dell’INAIL-. “Ad oggi, nonostante ripetute segnalazioni, si continuano a registrare blocchi e rallentamenti per tutte le procedure istituzionali con pesanti ricadute in termini di risposta ai nostri utenti, con il rischio di esporre, anche mediaticamente, i tanti lavoratori dell’Istituto che nonostante le evidenti carenze di risorse e procedurali continuano a portare avanti con abnegazione il proprio lavoro. Riteniamo fondamentale che la nostra Amministrazione si assuma le proprie responsabilità provvedendo immediatamente ad adottare tutte le iniziative idonee a superare tali criticità e scusandosi, inoltre, con tutti coloro che a diverso titolo hanno rapporti con l’INAIL, siano essi infortunati, tecnopatici, aziende o dipendenti”.

Photo by Joshua Sortino on Unsplash

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