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INAIL: assunzioni da bollino rosso. 1 su 2 rinuncia

Roma, 13 settembre 2022 -Si ripete anche in INAIL quanto denunciato lo scorso 26 maggio dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, nel corso dell’audizione alla Commissione Trasporti della Camera, nella quale aveva riferito la difficoltà di reperire personale amministrativo e messo in guardia sul futuro, facendo riferimento all’elevato tasso di rinunce all’assunzione e al fenomeno delle dimissioni dei neoassunti che colpisce le sedi della motorizzazione civile del nord Italia.

Si aggiunge quindi alla lunga lista degli enti che non riescono a coprire le posizioni messe a bando anche INAIL che lo scorso 1 settembre ha iniziato la tanto attesa chiamata con presa di servizio dei vincitori del concorso bandito nel 2019 (leggi: Scorrere e condividere: il dilemma delle graduatorie della PA [1]).

La speranza che riponevamo nella conclusione della procedura concorsuale indetta nel 2019 ed affidata alla Commissione RIPAM e che avrebbe dovuto garantire celermente la copertura di almeno 635 posti messi a bando è stata purtroppo disattesa”. Così i Coordinatori Nazionali di CGIL, CISL, UIL, CONFSAL, DIRSTAT FIALP e ANMI dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro in una nota congiunta. “Ad oggi, solamente 304 persone hanno preso servizio presso l’Ente, nemmeno il 50 per cento dei posti disponibili che, come abbiamo più volte denunciato, erano comunque già insufficienti rispetto alle reali necessità dell’Istituto”, continuano. “Purtroppo, l’aver riattivato una campagna assunzionale massiva dopo dieci anni di blocco del turn over, in totale assenza di un una preventiva programmazione della stessa da parte della Funzione Pubblica, rischia seriamente di mettere in difficoltà amministrazioni come l’Inail che, in assenza di interventi legislativi che permettano di attualizzare i propri fabbisogni e di procedere celermente ad assunzioni in deroga, rischiano di non riuscire a soddisfare le minime necessità assunzionali con ovvie ripercussioni sull’erogazione dei servizi per le aziende assicurate del Paese e per la delicatissima utenza che il nostro Istituto tutela”, concludono.

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